Cava de’ Tirreni, Consiglio comunale… quando manca il bon ton istituzionale
L’incidente di oggi pomeriggio in Consiglio comunale, con le opposizioni che abbandonano l’aula per protestare per l’assenza del sindaco Servalli, non mi sorprende.
Anzi, dico di più, a primo acchito ho pensato che l’opposizione questo si merita. Il motivo? Rispetto ad una maggioranza così arrogante e fallimentare l’opposizione finora ha mostrato così scarsa risolutezza e combattività. Peggio, spreca più energie per guardarsi in cagnesco al suo interno piuttosto che essere aggressiva, determinata e incisiva. E mettere così definitivamente al tappeto un’Amministrazione che da sola è stata capace di andare alle corde come un pugile suonato.
Ciò detto, sarà pure pretestuosa ma è più che legittima la richiesta dell’opposizione di avere il Sindaco in aula consiliare. E’ una mancanza di rispetto per quanti comunque sono stati eletti in Consiglio dai cittadini che rappresentano sebbene in minoranza.
Una volta tanto, però, il sindaco Servalli non ha colpa alcuna. Bastava che chi di dovere avvertisse formalmente l’opposizione che il Sindaco non c’era. Poi, si poteva concordare di tenere lo stesso o rinviare la seduta consiliare. Non cascava il mondo. Era e resta solo un fatto di educazione, di bon ton istituzionale. Insomma, una questione che rientra nel novero del politically correct.
A venir meno, dispiace dirlo, è il presidente del Consiglio comunale Adolfo Salsano. Sia chiaro, un errore, una svista, una dimenticanza, può farla chiunque, anche un politico esperto e navigato come lui. Basta, quando si occupa certi ruoli, riconoscere l’errore o comunque essere concilianti e trovare un punto di incontro.
Non è da presidente del Consiglio comunale, che dovrebbe cercare sempre di assicurare la terzietà e garantire i diritti, la sua replica risentita, accusando in sostanza l’opposizione di un atteggiamento pretestuoso in ragione del fatto che tutta la città sapeva, a suo dire, che il sindaco fosse impegnato altrove per ragioni istituzionali.
Salsano, al riguardo, presume un po’ troppo ed a torto. Ebbene, chi scrive, che pure è alquanto informato, tanto per fare un esempio, sapeva dell’assemblea dell’Anci ma non che il sindaco Servalli vi partecipasse.
D’altra parte, non ero tenuto a saperlo come chiunque altro, compresa l’opposizione. Se però si tiene una seduta consiliare, mi pare il minimo informare preventivamente l’opposizione dell’assenza sebbene giustificatissima del Sindaco.
Il presidente Salsano è talmente scafato da non aver bisogno di consigli. Certo è che per il futuro forse dovrebbe sforzarsi di apparire (oltre che essere) meno partigiano. Anzi, di prendere esempio da altri che lo hanno preceduto. Penso al forte senso istituzionale del ruolo ricoperto e alle doti di equilibrio di Gennaro Galdi, Giovanni Baldi, Lucio Panza, Antonio Barbuti, Lorena Iuliano.
So bene che il mio è un consiglio non richiesto, ma è doveroso vedere nelle opposizioni non dei nemici e neanche degli avversari, bensì semplicemente una minoranza. Da tutelare nei propri diritti di rappresentanza democratica.
Ciò è di sicuro nelle corde di uno come Adolfo Salsano. Figlio, peraltro, di un partigiano che ha combattuto e rischiato la propria vita nel concorrere a garantire al nostro Paese libertà e democrazia.
Questo è. E’ sempre un peccato rischiare di gettare alle ortiche la storia dei padri!