Entro il 16 di giugno, famiglie e imprese saranno chiamate a versare all’erario e agli enti locali 51,6 miliardi di tasse. Altri 38 miliardi sono attesi con la scadenza del 18 luglio.
Con giugno arriva il mese delle tasse. Entro il 16, infatti, tra Imu, Tasi, Irpef, addizionali sulle persone fisiche, Irap, Ires, Iva e Tari, le famiglie e le imprese verseranno al fisco 51,6 miliardi di euro.
In termini assoluti, il versamento che peserà maggiormente riguarderà le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori che garantiranno alle casse del fisco 11 miliardi di euro.
Con l’abolizione della Tasi sulla prima casa, l’impegno economico più importante di quest’anno per le famiglie italiane verrà dal pagamento della prima rata dell’Imu-Tasi sulle seconde/terze case. Dei 10,2 miliardi di euro di gettito previsti dal pagamento della prima rata di queste due imposte gravanti su tutti gli immobili presenti nel Paese, quelli ascrivibili alle famiglie ammonteranno a circa 5 miliardi di euro.
Altrettanto oneroso sarà il pagamento del saldo 2015 e dell’acconto 2016 relativo all’Ires (Imposta sui redditi delle società di capitali). Le imprese saranno chiamate a versare poco più di 8,5 miliardi di euro. Tuttavia, le aziende con dipendenti beneficeranno di un minore peso fiscale Irap, grazie all’eliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro. Novità, quest’ultima, introdotta con la legge di Stabilità 2015 (e applicata dal periodo di imposta 2015) che vale circa 5,6 miliardi di euro.
L’Irpef, in capo ai lavoratori dipendenti ai pensionati e ai lavoratori autonomi, invece, assicurerà all’erario 4 miliardi di euro.
L’Ufficio studi della CGIA fa notare che il gettito di ciascuna imposta definita in questa elaborazione è stato stimato sulla base dell’andamento registrato negli ultimi anni. Oltre a ciò, si è tenuto conto delle principali modifiche legislative intervenute nel frattempo.
“Oltre ad avere un carico tributario e contributivo tra i più elevati d’Europa – commenta il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – in Italia è estremamente difficile anche pagare le tasse. La complessità e la farraginosità del nostro sistema tributario spesso deprime perfino gli addetti ai lavori, come i commercialisti o gli addetti ai Caf. Figuriamoci gli imprenditori, in particolar modo quelli di piccola dimensione, che sono costretti in queste settimane a recuperare le risorse economiche per onorare questo impegno e a districarsi tra le code agli sportelli, il tempo perso per recarsi dal proprio commercialista o per ritrovare/compilare moduli, registri e bollettini vari.”
Ma le cattive notizie non finiscono qui. Anche nel mese di luglio è prevista una scadenza fiscale molto importante: tra Irpef, addizionali, Ires, Irap e Iva, i contribuenti italiani dovranno versare all’erario 38 miliardi di euro.
La CGIA sottolinea che anche in questi due mesi i datori di lavoro pagano le ritenute dei propri dipendenti e degli eventuali collaboratori, i committenti quelle dei professionisti per le prestazioni ricevute da questi ultimi, mentre le imprese e i lavoratori autonomi devono onorare l’Iva. Gli imprenditori e i lavoratori autonomi, come pure i contribuenti con redditi sui quali non sono state trattenute completamente le imposte, devono altresì versare il saldo 2015 e la prima rata d’acconto 2016 delle imposte sui redditi Irpef, Ires e Irap; inoltre, devono corrispondere anche il tributo camerale che in questi ultimi anni ha subito una forte riduzione.
“Con un fisco più semplice – conclude il Segretario della CGIA Renato Mason – anche l’Amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficace. La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, invece, complica la vita a tutti, relegandoci tra il gruppo di paesi meno attrattivi per gli investitori stranieri anche per questo motivo”.
Sebbene sia stata eliminata la Tasi sull’abitazione principale, si ricorda che a giugno i contribuenti saranno comunque chiamati al versamento della prima rata della Tasi e dell’Imu sui seguenti immobili: seconde case a disposizione, quelle locate, gli immobili strumentali e le abitazioni di lusso. Per stimare il gettito si è partiti da quello registrato nel 2015, riducendolo di 4,6 miliardi per tenere conto delle novità introdotte dalla legge di Stabilità 2016 che, come ricordavamo più sopra, ha abolito la Tasi sull’abitazione principale, l’Imu sulle attività agricole e sugli “imbullonati”.
La CGIA tiene infine a precisare che nei pagamenti che verranno effettuati nel prossimo bimestre non sono stati inclusi i contributi previdenziali. Si ricorda, inoltre, che le scadenze del versamento della Tari (tassa rifiuti) sono stabilite dai Comuni che devono prevedere almeno due rate all’anno. In questa analisi è stato ipotizzato che il tributo venga versato in 4 rate e che una di queste scada nel mese di giugno. Dall’analisi dei bilanci consolidati dei Comuni elaborati dall’Istat, si è stimato che il gettito complessivo della Tari per l’anno in corso sia di 8,2 miliardi di euro: pertanto, dividendo questo importo per 4, ci consente di stimare il gettito medio della Tari di ciascuna rata di circa 2 miliardi di euro. (fonte CGIA – foto Angelo Tortorella)