Minori, alla MutArte è di “scena” la poesia di un martello di Carmine Buonocore
E' cosi, l'artista con il codino (allora era il suo look abituale) ci “intrigava”, perché parlava di un linguaggio nuovo: quella della passione pura per l'arte alla quale si univa anche un forte spirito religioso. Un insieme di arte e poesia, infatti, nel corso degli anni ha mantenuto fede ai suoi principi artistici con fermezza e coerenza
Dal 16 al 22 settembre presso AD9Arte (Corso Vittorio Emanuele, 26) a Minori, si terrà l’esposizione di sculture in ferro battuto dal titolo: “MutArte la poesia di un martello di Carmine Buonocore”. E’ questo il quarto appuntamento artistico, dopo le esposizioni di Antonio Daponte e Norma Verrelli, Gianni Trezza e Giuseppe Proto.
Di Carmine Buonocore, agerolese con una passione con la scultura in ferro battuto, abbiamo un ricordo “antico”, quando l’incontravano sulla spiaggia di Minori nel periodo estivo, sempre accompagnato dalla indimenticabile Enza, compagna di vita e di una condivisa passione artistica. Dalla loro unione nasce l’amore per la scultura in ferro battuto, mutuato nell’ambito familiare dal suocero, fabbro.
E’ cosi, l’artista con il codino (allora era il suo look abituale) ci “intrigava”, perché parlava di un linguaggio nuovo: quella della passione pura per l’arte alla quale si univa anche un forte spirito religioso. Un insieme di arte e poesia, infatti, nel corso degli anni ha mantenuto fede ai suoi principi artistici con fermezza e coerenza. Ancora oggi, Buonocore continua il suo amore per l’arte e per la Costiera, infatti, torna ad esporre nei centri che ha tanto ama: Positano, Amalfi, Minori.
Si ripete l’antico feeling che esisteva tra Agerola, terra amata nell’800 dalla nobiltà napoletana e la Divina Costa che come una sirena esercita da sempre un suo fascino ammaliatore. Di questo scultore e poeta, abbiamo visitato molti anni fa il suo laboratorio/officina dove ci parlava del suo lavoro e ci diceva: “Il lavoro di ferro battuto e del rame forgiato viene eseguito completamente a mano, privo di pezzi prestampato. La battitura è a martello previo riscaldamento dello stesso ferro che viene esercitato ancora in forgia con il carbon coke come avveniva nei secoli scorsi.”
E ci tenne a precisare: “Molte sculture sono realizzate da un unico blocco di ferro che, lavorato a caldo centimetro per centimetro, assume la forma di ciò che in quel momento passa attraverso l’animo dell’artista confortato dall’amore per questa nobile arte”. Chi visiterà la mostra non troverà degli oggetti comuni, ma opere d’arte che stimoleranno il visitatore a cercarne il significato profondo. Fa piacere che Carmine Buonocore, insieme a Erasmo Amato di Maiori continua con “ferocia” passione a portare avanti questa antica e bellissima arte.
In questa esposizione di opere scultoree aleggia il ricordo della moglie Enza con una poesia a lei dedicata.
Lei
Mi ha fatto camminare
Ad occhi chiusi
Con lo sguardo per terra
Facendomi godere
Le impronte di una famiglia.