Referendum sulla giustizia: sarà un’ordalia?
In ogni caso, questa riforma non risolverà da sola i mali della giustizia, ma rappresenta un passo nella direzione giusta. Come sempre, molto dipenderà dalle modalità concrete della sua attuazione
Ieri il Senato ha approvato la riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere nella magistratura. Oltre alla maggioranza di centrodestra, a votare a favore è stata anche Azione di Carlo Calenda, mentre Italia Viva di Matteo Renzi si è astenuta. Come previsto dalla Costituzione, in primavera si terrà il referendum confermativo. Visto il clima politico, con l’euforia trionfalistica nella maggioranza e la frustrazione crescente dell’opposizione, la consultazione rischia di trasformarsi in un’ordalia. Il campo largo, con ogni probabilità, non si lascerà sfuggire l’occasione di trasformare il voto in un giudizio complessivo sull’operato del governo. In ogni caso, questa riforma non risolverà da sola i mali della giustizia, ma rappresenta un passo nella direzione giusta. Come sempre, molto dipenderà dalle modalità concrete della sua attuazione. Di certo, però, non si tratta di una “spallata alla democrazia” né di una minaccia all’indipendenza della magistratura o di un attacco alla Costituzione. La separazione delle carriere, infatti, è prevista in gran parte dei sistemi democratici, dove funziona senza per questo intaccare l’autonomia dei giudici. L’auspicio è che prevalga la moderazione, ma sarà difficile che accada.




