A prima vista questo libro può sembrare solo una ricercatezza filosofica più che musicologica. Di fatto riporta degli scritti ben precisi, con il chiaro messaggio che quella fosse l’unico modo di comprendere il più grande prodotto culturale dell’universo afroamericano, pragmaticamente l’unica storia che valesse la pena di raccontare.
Il volume, saggiamente pubblicato da Mimesis -editore ormai acclamato su temi filosofici- è una sorta di compendio con pesanti temi vetrificati, in modo che collocato su uno scaffale può svilire gli altri libri. Lontano anni luce dalle comuni ‘storie del jazz’, se non altro per l’approccio iperculturale e sovvertente, il contenuto viene proposto dal grande filosofo francofortiano non più come concetto cristallizzato e catalogato bensì come inquietante modello “in progress”.
Il filo conduttore deve essere ricostruito direttamente dal lettore, e poi, seguendo gli indizi, deve essere decifrato tenendo presente l’origine e l’approdo temporali. Doverosa emarginazione per l’aficionado e -forse- non per l’addetto ai lavori’: non vi spaventate se in questo compendio saggistico le parole apparentemente prive di significato e sconnesse e i doverosi riferimenti alla popular music possono apparire insensati.
Per chi conosce Adorno essi sono momenti di vita concretamente, deliberatamente e liberamente creati, ciascuno composto di gesti contenuti in uno scenario transitorio.
Theodor W. Adorno
Variazioni sul jazz
Mimesis Edizioni, Milano 2019
pagg. 143 – €. 14,00