C’è un nuovo commissario in città: il suo nome è Filippo Donnarumma.
Ha una garçonniere in via Alfonso Gatto ed è goloso dell’introvabile coviglia.
Coltiva una profonda passione per le donne che si cura di nascondere a Teresella, la sua prediletta, alla quale si nega per senso del dovere, come Parsifal in “Apocalittici ed integrati” di Eco.
Il teatro cittadino è una Salerno bipolare, che rimbalza dalle “cafonal” impellicciate Jekyll, alla violenta Hyde che fa affari sporchi col favore delle tenebre.
Ce n’è abbastanza per lanciare sul piano inclinato della cronaca nera locale una sequela di macabri ritrovamenti: dita mozzate tra le pagine di libri leggendari come “Anna Karenina” di Tolstoj o ignoti come “Vendetta della domenica” di Lucio Cambiani.
Tutto questo mentre dell’altrettanto sconosciuto Egidio Valdes, si son perse le tracce.
Donnarumma si destreggia così, tra superiori indolenti e refrattari commessi di libreria, santoficconi, bizzoche e neoborbonici. Studia le carte nottetempo, sorseggiando Tocai sulle note, se occorre, di preludi tristi.
Se è vero che il genere “giallo” va molto di moda, è pur vero che non tutti i “gialli” sono uguali.
Notari ribattezza Filippo il Donnarumma (già Silvestro) protagonista del suo precedente romanzo “9, la rabbia del rivale”, mutandogli connotati e attività.
Un affettuoso «trait d’union» tra le storie.
Il suo esordio è accattivante.
Il «ricercatore-architetto» si fa «poliziotto-architetto» e la mano del narratore esperto non tradisce. La trama, cucita con l’abilità di un sarto, scompone lo schema classico del noir, rievocando temi di letteratura e distillando pillole di storia.
Notari dimostra di conoscere non solo il mestiere e il mondo dello scrittore, ma anche molta vita che gli gravita intorno.
Alla fine sarà l’intuito a salvare Donnarumma.
Ma questa è solo la prima indagine.
Domenico Notari – “La misteriosa morte dello scrittore Egidio Valdes” Newton Compton Editori, 2021.