scritto da Christian De Iuliis - 18 Gennaio 2020 08:36

L’ARCHRITICO Dramma della Geometria

“Si nasce incendiari e si muore pompieri”.

Il detto, attribuito allo scrittore Dino Segre soprannominato Pitigrilli, vale anche per gli architetti, che al furore idealista della giovinezza fanno, nella stragrande maggioranza dei casi, seguire una matura razionalità.

E’ pure il caso di Paolo Portoghesi, saggista, accademico ma anche noto architetto. La sua devozione nei confronti del barocco lo portarono, intorno alla fine degli anni sessanta, a comporre opere giovanili consacrate alla figura geometrica del cerchio. Un’ortodossia che lo incluse di diritto nella corrente del post-moderno. Movimento che, successivamente, da direttore della Biennale di Venezia sostenne, promuovendo l’installazione “Strada Novissima” che del postmoderno fu eletta a manifesto.

L’abitazione romana probabilmente più nota, Casa Papanice (dal cognome dell’imprenditore pugliese che gliela commissionò in coppia con l’ingegner Gigliotti) si trova nel quartiere Nomentano a Roma. Qui il cerchio ricorre ossessivamente sia in pianta che in prospetto, fino ad evidenti eccessi di “maniera” (d’altronde non fu proprio dal barocco che si generò il Manierismo?) come il rivestimento verticale in tubolari metallici (a “canne d’organo”) che avvolge il volume.

Nel tempo la furia idealista del Portoghesi architetto si è sopita mentre l’ispirazione geometrica si è messa a disposizione di un più compiuto funzionalismo. Come si può osservare nell’imponente Moschea di Roma o nell’Accademia delle Belle arti a L’Aquila.

Tornando a Casa Papanice, oggi sede dell’ambasciata della Giordania, è stata set per una scena di una storica pellicola del cinema italiano: “Dramma della gelosia” di Ettore Scola.

Scola (a mio parere il più grande dei registi italiani a pari merito con Sergio Leone) ha mostrato di amare l’architettura in più di un occasione tanto da coglierne brillantemente gli aspetti più paradossali.

Quando la splendida Monica Vitti (Adelaide) chiede al macellaio proprietario della casa, Hercules Contes (Amleto Di Meo), spiegazioni di tutte quelle canne, lui le risponde: “ Nun so canne è ‘na precisa qualificazione geometrica! Così ce stava scritto sul progetto della casa”.

Più che qualificazione io lo definirei un tormento.

Un vero dramma della geometria.

 

L’intera scena si può rivedere qui: www.youtube.com/watch?v=AQvWlxNZhtA (lo scambio di battute è dal min. 3.14)

Curiosità. A Roma esiste una sorta di copia di casa Papanice. E anche questa compare in un film: “Caro diario” di Nanni Moretti, (si veda al min. 0.55 di questo filmato www.youtube.com/watch?v=K2Gqbnml8aw). L’abitazione oggi sede dell’American University of Rome, si trova nel quartiere Monteverde e fu disegnata dall’architetto Eugenio Abruzzini che con Portoghesi aveva in precedenza collaborato. A casa Papanice è chiaramente ispirata, anche se mancano “le canne”.

(Foto tratte dal sito archidiap.com e da twitter: @cobraebasta)

Nasce, vive, vegeta in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto, nel 1984, in un tema di quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge Assessore al Nulla. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”. Avanguardia del XXI^ secolo che vanta già diversi tentativi di imitazione. All’attivo ha quattro mezze maratone corse e due libri pubblicati: “L’Architemario – volevo fare l’astronauta” (Overview editore – 2014) e “Vamos a la playa – Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens – 2016). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto. Dipende da dove si trova e da chi glielo chiede.

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