Cava de’ Tirreni, sul calo demografico della nostra città la replica del “Coordinamento civico per Cava” alla risposta del sindaco Servalli
Sottrarsi ancora una volta al confronto o non accogliere le sollecitazioni esposte per una riflessione oggettiva e condivisa, risponderebbe ad una visione miope e preconcetta e rappresenterebbe, da parte del sindaco Servalli e della sua attuale Amministrazione una immotivata chiusura giustificata ancora una volta da una surrettizia narrazione che decanta Cava de’ Tirreni come il più fulgido esempio di vivibilità dell'intera provincia di Salerno
Riceviamo e pubblichiamo
Torniamo sul tema del calo demografico, che come “Coordinamento civico per Cava” abbiamo sollevato all’indomani della pubblicazione del dato di popolazione al 31.5.2024 clicca qui per leggere.
Un dato, inequivocabile, lapidario ed oggettivo, che certifica, per la nostra città, dal 31.5.2024 la perdita di requisito di Città media con le conseguenze nefaste – nel medio e lungo termine- in costanza dei dati attuali e di un consolidato trend di depopolamento, già esposte in precedenza.
Il riscontro fornito in un intervento televisivo dal sindaco Vincenzo Servalli, con il quale sono state rispedita al mittente le accuse, di cui si è sentito destinatario, meritano, per dovere di informazione e completezza di analisi, una doverosa replica.
Preliminarmente non sfugge, ancora una volta, il tono piccato con il quale il Sindaco contravviene alla sua proverbiale pacatezza di toni e misura di espressioni, cui è solito ricorrere quando espone fatti e provvedimenti in assenza di qualsivoglia contraddittorio.
Anche in questa circostanza, il nostro Sindaco, sollecitato su temi immanenti e di indubbia criticità per la città, si lascia andare a giudizi di valore dal contenuto offensivo dei suoi avversari politici o di chi ha il solo ardire di opporre alla sua narrazione favolistica del “tutto bene” evidenze oggettive sul complessivo arretramento della città.
Non soddisfano, infatti, dopo 9 anni di gestione continuativa del potere e del governo della città, considerazioni generali sulla problematica sollevata, adducendo quale giustificazione degli effetti nefasti del calo demografico, considerazioni estranee al contesto comunale e legate sempre e comunque a dinamiche nazionali e/o a politiche sovracomunali, rispetto alle quali l’attuale Amministrazione si ritiene estranea e non responsabile
Se quanto asserito dal Sindaco, sul piano generale, è vero, è parimenti innegabile che a concorrere a questo ennesimo risultato negativo per la città sia anche la inefficacia della azione politico amministrativa della attuale classe di governo locale.
Venendo nel merito della questione occorre esporre le seguenti ulteriori considerazioni, non frutto di valutazioni soggettive ma di mera constatazione di dati ISTAT.
Circoscrivendo l’analisi al decennio 2015-2024, immediatamente reperibili sul web, ed effettuata con riferimento a Comuni limitrofi – caratterizzati da dinamiche demografiche in ingresso /uscita connesse alla concomitanza di fattori interni- cosi elencati:
- maggiori opportunità lavorative per tipologia del sistema imprenditoriale e produttivo locale;
- minor costo delle abitazioni e dei canoni di locazione;
- minor costo dei servizi offerti (ad esempio: tariffe impianti sportivi, rette scolastiche, mense, tariffe della sosta);
- minore incidenza dei Tributi locali e delle relative addizionali comunali;
- maggiore efficienza e quantità delle prestazioni erogate dai servizi sociali (contributi economici, alloggi comunali, assistenza ai settori dei minori e dei giovani, delle famiglie, degli anziani e dei disabili);
- maggiore offerta quali-quantitativa di strutture a valenza sociale (asili nido, centri per anziani, housing sociale);
- una politica abitativa più accomodante anche per effetto di una disponibilità di spazi per nuove costruzioni maggiore e di un regime urbanistico, anche sovracomunale, più favorevole;
si evince quanto segue:
In generale, l’intera provincia di Salerno ha registrato, nel decennio esaminato, un calo di circa 50.000 unità pari a circa il 5% della popolazione residente al 2015.
I maggiori comuni esaminati (vedi tabella allegata clicca qui per leggere) dal 2015 al 2024 hanno avuto un trend demografico decrescente in linea con la variazione percentuale media della intera Provincia di Salerno; a differenza di Cava de’ Tirreni che ha registrato una variazione percentuale in negativo pari a quasi il 7%.
Nello specifico con riferimento a Comuni, confrontabili per popolazione iniziale (Nocera Inferiore e Scafati) si registra che i Comuni di Nocera Inferiore e Scafati hanno registrato, pur a fronte di una oggettiva e storica minore attrattività dei territori, in termini di qualità della vita e sicurezza, saldi negativi nel decennio di oltre mille unità in meno rispetto a Cava de’ Tirreni.
Discorso diverso per Battipaglia che, per diversa caratteristica territoriale ed offerta lavorativa proveniente dal locale ecosistema produttivo, ha contenuto maggiormente le perdite demografiche.
Per comuni invece, di prossimità a Cava de’ Tirreni, come Nocera Superiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio ed in parte anche Angri, di più contenuta consistenza demografica, si registra, una variazione assoluta percentuale nel decennio esaminato ben sotto la media provinciale.
A parità di fattori esterni, il decremento è stato contenuto e compensato anche dai nuovi residenti provenienti da Cava de’ Tirreni, flussi in ingresso favoriti da più accessibili condizioni del mercato immobiliare ma anche di azioni politico-amministrative più efficaci in termini di prestazioni erogate, di misure di sostegno sociale, di accessibilità dei servizi e di minore pressione della fiscalità comunale.
Tutto quanto a significare che le dinamiche interne, connesse alle politiche locali riferibili agli indicatori sopra elencati, unitamente ad una maggiore accessibilità del mercato immobiliare, hanno penalizzato fortemente Cava de’ Tirreni, in parte sostanziale riferibile a carenza di programmazione e/o efficacia di gestione di cui l’Amministrazione non può semplicisticamente, rivendicare assenza di responsabilità politiche.
Queste breve riflessioni, con riserva di analisi socio economiche ben più approfondite, si auspica possano riscontrare l’attenzione di chi governa o si candida a farlo, al fine di strutturare una nuova e più efficace politica locale che, al netto di fattori esterni, sia finalizzata ad incentivare la permanenza a Cava degli attuali residenti, favorire il ritorno in patria di ex residenti, andati via per necessità, ovvero di attrarre nuovi soggetti che vogliano vivere stabilmente a Cava fissandone la residenza.
Sottrarsi ancora una volta al confronto o non accogliere le sollecitazioni esposte per una riflessione oggettiva e condivisa, risponderebbe ad una visione miope e preconcetta e rappresenterebbe, da parte del sindaco Servalli e della sua attuale Amministrazione una immotivata chiusura giustificata ancora una volta da una surrettizia narrazione che decanta Cava de’ Tirreni come il più fulgido esempio di vivibilità dell’intera provincia di Salerno.
Una volta tanto – almeno quando si parla di argomenti tanto importanti per il futuro di Cava – è auspicabile, oltre ogni visibile imbarazzo malcelato da venata polemica e generiche accuse, che il Sindaco esca dalla stanza dei bottoni e ritorni, umilmente alla realtà.
Il Coordinamento civico per Cava