scritto da Redazione Ulisseonline - 28 Gennaio 2023 12:23

Cava de’ Tirreni, a colloquio con Vincenzo Lampis: “Cava? Un bellissimo specchio rotto”

Siamo divisi su tutto, in ogni ambito le diverse sensibilità e opinioni sono diventati fronti contrapposti e intolleranti

Ulisse on line conclude oggi il suo ultimo viaggio con una serie di interviste sulla vita politica locale e sulle prospettive della nostra città.

Chiudiamo intervistando Vincenzo Lampis, cavese, appena cinquantenne, coniugato con Luisa Fimiani e papà di due bambini, Flavia e Alessandro. Funzionario della Lega Nazionale Dilettanti della F.I.G.C., Lampis si è avvicinato alla politica sin da ragazzo, iscrivendosi a 16 anni al Movimento Giovanile della D.C., ricoprendo all’Università ricopre i ruoli di rappresentante degli studenti prima nel Consiglio di Facoltà di Giurisprudenza e poi nel Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Salerno, infine primo presidente della Consulta degli Studenti. In quegli anni insieme ad altri amici fra cui Marco Antonio Monaco, Giovanni De Angelis costituisce l’associazione studentesca Demos, successivamente fondano, insieme a Giovanni D’Avenia e altri amici, l’Associazione Universitaria Popolare “don Luigi Sturzo”. Contemporaneamente, a seguito delle vicende che portano alla fine della D.C., si iscrive al P.P.I. venendo chiamato a far parte del direttivo provinciale e dell’esecutivo, poi alla Margherita nelle cui liste viene eletto consigliere comunale con il sindaco Luigi Gravagnuolo, venendo eletto poi capogruppo consiliare. È fra i fondatori del PD. cavese, di cui viene eletto capogruppo consiliare e poi primo segretario cittadino. Nell’ultimo periodo dell’amministrazione Gravagnuolo viene nominato assessore con delega allo sviluppo locale. Dimessosi da segretario cittadino all’indomani della sconfitta alle amministrative del 2010, non ha più ricoperto alcun ruolo e qualche anno dopo ha abbandonato la politica attiva non rinnovando più l’adesione al PD.

 

“Abbiamo perso la capacità di dialogare e fare sintesi”

 

 

Un aggettivo per definire lo stato attuale della città?

Frantumata, disunita.

E perché?

L’immagine che ho della città è quella di un bellissimo specchio rotto. Siamo divisi su tutto, in ogni ambito le diverse sensibilità e opinioni sono diventati fronti contrapposti e intolleranti, le polemiche, ormai pane quotidiano, si fermano alle sterili lamentazioni e non sono lo stimolo a dibattiti, riflessioni e ad iniziative concrete. Addirittura, anche la Festa di Montecastello e la Disfida sono diventati terreno di scontro e motivo di divisioni. La diversità di vedute in una comunità coesa è un fattore di crescita e di sviluppo, ma sembra che noi abbiamo perso la capacità di dialogare e fare sintesi. Tornando all’immagine dello specchio, ogni frammento conserva le sue caratteristiche peculiari, riuscendo anche a brillare al sole, ma l’insieme dei frammenti non ha la bellezza e l’efficienza dello specchio integro, così da questa situazione Cava patisce un abbassamento della qualità della vita e una parziale perdita del suo fascino.

 

“Ogni singolo cittadino deve fare la sua parte”

 

 

Cosa serve alla città per voltare pagina?

Serve una visione condivisa, un progetto complessivo di sviluppo, comprendere quale possa essere il ruolo di Cava nel medio e lungo periodo e poi lavorare tutti insieme per realizzarlo. Serve ritrovare le ragioni dello stare insieme, facendo leva sul fortissimo spirito di appartenenza, che è da secoli tratto peculiare e distintivo di noi cavesi. Serve spronare le migliori energie presenti a spendersi anche per la collettività e serve che ognuno, ogni singolo cittadino, faccia la sua parte.

Penso a una Cava de’ Tirreni a misura di bambino, una Città sicura, pulita, con strutture scolastiche e sportive funzionali e fruibili, con più aree giochi e più spazi verdi, con un’offerta culturale, folcloristica e ricreativa di qualità, con servizi adeguati alle esigenze, con una burocrazia agile e di supporto alle attività economiche, che torni ad attrarre investimenti privati e imprese, facendo ripartire anche l’occupazione, che offra opportunità a tutti.

 

“Il buco nel bilancio comunale è una grave responsabilità che ricade su chi ha governato la città negli ultimi tredici anni”

 

Un giudizio sulla politica cittadina in generale?

La politica cittadina non vive, a mio parere, un buon momento come d’altronde non lo vive la politica nazionale. L’incapacità di sapersi rinnovare nelle forme, nei metodi e nella partecipazione, nella fase di cambiamento determinata dalla fine della Prima Repubblica, unita alla costante azione di discredito e di svilimento della politica (alimentata principalmente dai comportamenti degli stessi protagonisti della scena nazionale e locale), hanno determinato un disimpegno sempre maggiore da parte di tanti e una sfiducia e un distacco crescenti da parte del popolo. Emblematici di ciò sono i dati dell’astensionismo nelle consultazioni elettorali che ha raggiunto cifre elevatissime. In considerazione di ciò, non può mancare apprezzamento per chi, con passione, onestà e abnegazione, dedica parte del suo tempo all’attività politica.

E sull’operato dell’Amministrazione Servalli?

Premesso che non mi piace dare giudizi sull’operato altrui, in quanto conosco la complessità del ruolo di amministratore pubblico locale, soprattutto in tempi in cui le risorse per i comuni sono in costante diminuzione e gli avvenimenti globali ci hanno sballottato da una crisi all’altra, mi risulta difficile non commentare la disastrosa situazione delle casse comunali con un buco di bilancio che ha raggiunto i 60 milioni di euro: si tratta di una grave responsabilità che ricade su chi ha governato la città negli ultimi tredici anni e che rischia di essere un ostacolo durissimo per chi dovrà amministrare il Comune nei prossimi anni.

E sul ruolo svolto dalle opposizioni?

Data per sottintesa anche qui la premessa espressa nella precedente risposta, è evidente che se si è arrivati ad una situazione così drammatica per il bilancio cittadino con tutto ciò che ne consegue, è mancata anche l’azione di controllo, di contestazione e di contrasto da parte delle opposizioni che sembra si siano accorte di tutto solo quando il problema è stato evidente a tutti. Una quota di responsabilità, indiscutibilmente, cade anche su di loro.

 

“E’ attuale l’appello di sturziana memoria «a tutti gli uomini liberi e forti»”

 

Guardando in prospettiva, alle prossime elezioni comunali, cosa immagina e auspica?

Una parte della risposta a questa domanda è insita nelle risposte alle precedenti domande, mi auguro che ci sia una rinnovata capacità di dialogo e confronto, con un taglio molto concreto e pragmatico – perché i problemi si risolvono con le azioni e non con i proclami – che abbia come primo traguardo il progetto della Cava de’ Tirreni che lasceremo alle future generazioni. Auspico che a ciò lavorino quanti hanno davvero a cuore le sorti della nostra amata Città e che sentano il peso della responsabilità di lasciarla migliorata a chi verrà dopo di noi, che fra questi si selezioni una compagine con le giuste competenze che vada al governo di Cava per la realizzazione di quanto concordato. Torna più che mai d’attualità l’appello di sturziana memoria “a tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello…”.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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