Cava de’ Tirreni, a colloquio con Gianpio De Rosa nuovo coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia: “Servalli è stato ininfluente rispetto ai dirigenti comunali e alle altre istituzioni”
È di tutta evidenza come l’attuale amministrazione comunale sia consumata, logora, stanca. Sta andando avanti per inerzia e non ha più nulla da dire. La maggioranza in questo momento sostiene Servalli solo per sostenere in realtà sé stessa, per conservare posizioni di gestione acquisite
Da un mese è il nuovo coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, eletto in modo plebiscitario dall’assemblea dei militanti cavesi seguaci della premier Meloni. Stiamo parlando di Gianpio De Rosa. Politico di lungo corso, Gianpio De Rosa è stato poco più che ventenne amministratore comunale e poi provinciale. Figlio d’arte, il papà Antonio fu un brillante esponente socialista negli anni ottanta del secolo scorso, Gianpio da giovanissimo, con simpatie socialiste (nel frattempo il glorioso Psi craxiano si era sciolto come neve al sole), fu preso dalla irresistibile passione della politica. E così, sono ormai passati trent’anni, fu tra i fondatori di Forza Italia nella nostra città. Poi, dopo varie vicissitudini, il suo passaggio nell’area del centrosinistra, tant’è che con il sindaco Gravagnuolo fu un ottimo assessore alla cultura. Ora questa nuova esperienza a destra, complice quasi sicuramente il suo predecessore alla guida di Fratelli d’Italia a Cava de’ Tirreni, ovvero Gigino Napoli, cui è legato da una solida amicizia e sintonia politica sin da quando militavano in partiti diversi. Ulisse on line non poteva che intervistarlo con domande a trecentosessanta gradi, senza sconti e piaggeria.
“In Fratelli d’Italia non c’è affatto un clima da caserma, anzi”
Lei è stato nominato all’unanimità coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia. Non possiamo parlare neanche di votazione bulgara, ricorda un po’ le votazioni cinesi o dell’Unione Sovietica, qualche maligno parla di clima da caserma…
Grazie per questa domanda, perché mi consente di sottolineare l’importante novità che Fratelli d’Italia ormai rappresenta sulla scena politica cittadina. È da molto tempo che a Cava non si sente parlare di congressi svolti da altri partiti, mentre FdI, in quattro anni, ha celebrato due congressi cittadini (2021 e 2024) e uno provinciale (2023).
Contiamo circa 450 tesserati, che sono il frutto di un intenso lavoro politico, organizzativo e di opposizione propositiva condotto da Luigi Napoli (coordinatore cittadino uscente), Italo Cirielli (capogruppo consiliare) e Annalisa Della Monica (consigliere comunale, da pochi giorni anche provinciale), con me al loro fianco. Gli iscritti hanno riconosciuto questo impegno, fondato soprattutto sul dialogo, l’apertura e l’inclusività (e il mio coinvolgimento ne è la più evidente testimonianza), premiandolo con un ampio consenso (la mozione a sostegno della mia candidatura ha ricevuto ben 397 voti su 450). Altro che clima da caserma.
Lo sa cosa si dice in giro sul suo conto? Che lei è il nuovo Mussolini, ovviamente in salsa cavese e in versione moderna, non solo per la bella testa pelata ma per il fatto di essere nato socialista e ora di ritrovarsi come il duce ad essere il leader cavese della destra. Cosa risponde a questo sfottò che propone un parallelismo non proprio lusinghiero?
Se tutti i pelati fossero assimilabili al duce, avremmo un Marco Minniti fascista o addirittura un Marco Rizzo, dei Comunisti italiani, altrettanto fascista… Insomma, i capelli con la politica c’entrano poco. Quanto alla provenienza socialista, che rivendico nella versione strettamente craxiana, non deve meravigliare. La tradizione della destra italiana è quella di una forte socialità ed essa costituisce il principale motivo della mia adesione al partito della Meloni. E poi, perché non notare come la Presidente del Consiglio stia valorizzando diverse intuizioni di Bettino Craxi, dal ruolo di primo piano che l’Italia deve svolgere a livello internazionale e segnatamente nel Mediterraneo fino alla politica di rispetto e sviluppo del continente africano (vedi il Piano Mattei)?
Ci dica la verità, esiste dialettica politica nel partito a Cava e se sì a che livello?
Certo che esiste: l’assemblea degli iscritti viene regolarmente convocata a cadenza semestrale, mentre il direttivo, composto da 20 persone, si riunisce ogni 15 giorni.
In tali sedi ci confrontiamo sulle problematiche territoriali e sugli argomenti posti all’ordine del giorno del consiglio comunale, raccogliendo altresì idee e proposte da approfondire nell’ottica della redazione del programma elettorale.
Ad ogni modo, cosa c’è di vero sulla circostanza che qualcuno è ritornato o vorrebbe ritornare nel partito dopo aver pascolato in questi ultimi anni nei verdi prati di Servalli & C.? Insomma, assisteremo ad un’ampia transumanza rischiando che tutti cambi affinché nulla muti?
Ovviamente posso rispondere per Fratelli d’Italia. E posso dire tra le nostre fila militano iscritti e dirigenti di grandi qualità umane e professionali, oltre che giovani molto preparati. E’ tra essi che saranno scelti i candidati a rappresentare il partito nelle istituzioni.
“Con il centrodestra per la città ci sarà una vera svolta, dopo il fallimento di quella solo promessa da Servalli e dal PD”
L’unità del centrodestra è un valore assoluto che avete perseguito e conseguito. Questo è necessario per vincere le elezioni, ma serve anche altro per governare. E non parliamo solo di idee, progettualità e buoni propositi, ma di regole e scelte di fondo. Ad esempio, parliamo di selezione del personale politico. Ad ogni elezioni comunali assistiamo ad una proliferazione di liste con una pletora di candidati anche i più improbabili, se non addirittura impresentabili, a discapito della qualità e conseguente polverizzazione del voto… In proposito, qual è la sua opinione come leader cittadino di Fratelli d’Italia?
Posso dire che Fratelli d’Italia farà in modo di approntare una lista competitiva con donne e uomini di spessore, nonché giovani di valore. Ci candideremo a rappresentare in città la “buona politica”, fatta di idee e progettualità da consegnare nelle mani di amministratori competenti. Sono persuaso che daremo un impulso determinante per permettere la vera svolta, dopo il fallimento di quella solo promessa da Servalli e dal PD.
Le ultime due esperienze di governo del centrodestra sono state traumatiche, quella di Messina, e disastrose, quella di Galdi, al di là del valore e delle responsabilità dei primi cittadini. Da qui la domanda: per voi di Fratelli d’Italia quale autonomia sarà garantita al vostro futuro sindaco di centrodestra o come per i precedenti menzionati sarà sotto bombardamento e ricatto politico costante?
Per prima cosa bisogna partire da un ambizioso progetto per il rilancio della città che sia anche semplice, realistico, chiaro e sottoscritto da tutti i candidati (sia a sindaco che a consigliere) e dai responsabili delle liste.
Chiunque sarà il nostro sindaco, sarà il sindaco della città, eserciterà con autorevolezza i poteri che la legge gli attribuisce, ma nel solco del progetto condiviso e nello spirito di un confronto sereno e costante con le forze politiche che lo sostengono.
E gli assessori con quale criterio verranno scelti? Il futuro sindaco quale autonomia avrà al riguardo? Saranno almeno in parte indicati prima del voto?
Primo criterio è la capacità politica, che è attitudine all’ascolto e all’interpretazione dei bisogni della comunità. Subito dopo serve assolutamente una competenza di tipo amministrativo, visto lo stato della macchina comunale e quindi la necessità che ad interfacciarsi con i dirigenti dell’ente siano persone qualificate. Ovviamente il primo cittadino non potrà non incidere sulla scelta della squadra, sempre nell’ambito del necessario confronto con le forze politiche che lo sostengono. Quanto all’indicazione di una parte degli assessori prima del voto, non nascondo che all’interno di Fratelli d’Italia se ne sta parlando. Ma sono scelte, queste, che andranno prese a tempo debito e insieme alla coalizione. Oggi siamo concentrati sul disegnare e condividere il progetto che dovrà rilanciare Cava nel prossimo decennio.
“Non nascondo una mia personale simpatia per il dott. Giordano, che riscontro anche all’interno del partito, ma…”
Avete fatto l’identikit del vostro futuro candidato sindaco, ma non avete indicato il nome. A nessuno sfugge, però, che il vostro è l’identikit spiccicato del dottore Raffaele Giordano. Come mai non l’ufficializzate una volta tanto che il centrodestra è unito e mostra i muscoli con almeno un anno se non due di anticipo rispetto alla competizione elettorale? C’è qualche dubbio o l’unità è solo declamata?
Non nascondo una personale simpatia per il dott. Giordano, che riscontro anche all’interno del partito. È un professionista riconosciuto e una persona umile; ha dato la propria disponibilità, ma rispetta le logiche della politica e gioca di squadra. La scelta del candidato sarà assunta al momento giusto, a seguito di un confronto vivo, aperto e franco all’interno di tutta l’area politica di centrodestra, al fine di individuare la figura migliore a rappresentare l’alternativa all’amministrazione di Servalli e del PD.
Parliamo di programmi e di contenuti. Nell’ultimo documento sottoscritto da tutte le forze politiche del centrodestra avete fissato alcuni punti programmatici. Cerchiamo di capire qualcosa in più oltre le enunciazioni. Ad esempio, parlate di “una corretta ed efficace gestione delle finanze comunali”, tradotto cosa vuol dire, anche in ragione del disastro finanziario compiuto dall’attuale Amministrazione comunale?
Sul progetto la coalizione sta adoperandosi ed è inimmaginabile disporre a circa due anni dalle elezioni di un programma già compiuto e condiviso. Però posso rispondere sulla scorta del lavoro che si sta svolgendo all’interno di Fratelli d’Italia, dove registro grande interesse e partecipazione ai tavoli di lavoro che stiamo tenendo.
Quanto al nodo cruciale della finanza comunale, siamo consapevoli che l’eredità sarà pesante.Sul piano delle entrate, certamente occorrerà un potenziamento dell’ufficio tributi, che consenta un più efficace recupero. E tuttavia sappiamo bene che ci sono famiglie cavesi in grande difficoltà, che vivono il disagio di non riuscire a onorare il proprio dovere tributario. Per costoro, su segnalazione dei servizi sociali, stiamo studiando e approfondendo l’istituto del c.d. “baratto amministrativo” (oggi “partenariato sociale”, previsto dal Codice degli appalti), che potrà consentire all’ente di avvalersi di forza lavoro da dedicare a una grande progetto di massimizzazione del decoro urbano sia al centro che nelle frazioni. Immaginiamo, finalmente, una città ben manutenuta, curata nei dettagli, fiorita, bella ed elegante grazie a questo approccio…
E poi, bisognerà attuare quella spending review che fu uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione Servalli fin dal 2015, ma che nei fatti non si è tradotta in risparmi significativi per le casse dell’ente. Ciò presuppone un’analisi puntuale delle spese sostenute ed interventi mirati, che non si traducano, però, come di recente fatto da questa amministrazione comunale, solo nella soppressione di servizi (vedi il caso dei centri anziani), senza mettere mano a sorgenti di costo ben più rilevanti per l’ente.
È inoltre indispensabile razionalizzare le spese dell’igiene urbana, divenute insostenibili per cittadini e imprese. Qui potranno bastare un paio di azioni mirate che sono al nostro vaglio: ridurre drasticamente gli straordinari notturni dei dipendenti della Metellia, ridisegnando, in base alle stagioni, il quadro degli orari per il conferimento dei rifiuti e per la loro raccolta, in modo da tenere le zone in prossimità di servizi sanitari e scolastici fin dalla prima mattina sgombre da spazzatura, e per il resto prevedere la raccolta in orari diurni. In altri Comuni, poi, si evita di raccogliere il sabato e la domenica, con ulteriore diminuzione del costo del personale e risparmi sulla bolletta. Un esempio da considerare. Prevediamo in questo modo una sostanziosa riduzione del costo della Tari per i cittadini e le attività produttive cavesi. Un’azione coraggiosa, certo. Ma la città che eventualmente erediteremo avrà bisogno di scelte coraggiose, alle quali non ci sottrarremo.
In un altro passaggio parlate di “ricostruzione della struttura amministrativa”, sante parole, ma l’obiettivo è tanto necessario quanto ambizioso. Come pensate di riuscirci visto lo stato delle finanze comunali e gli spaventosi vuoti in organico?
La parte meno evidente ma più fallimentare della gestione di Servalli e del PD è stata quella della struttura amministrativa. Sarà dura rimetterla in sesto. Basti pensare all’assunzione smisurata di persone appartenenti alle categorie protette, di molto superiore alla quantità imposta dalla legge, che ha determinato l’ingresso al comune di personale in buona parte non proprio confacente ai ruoli professionali da ricoprire in considerazione anche dei tanti pensionamenti che stavano per intervenire, e selezionato ovviamente su una percentuale minima della platea, che non ha potuto assicurare la scelta dei più capaci e meritevoli. È stato poi deciso un numero eccessivo di dirigenti, costosi in ragione della funzione, e adesso non si hanno le risorse per pagare le posizioni organizzative dei quadri intermedi, fondamentali per assicurare un buon andamento dell’azione amministrativa. Insomma, un vero disastro.
Si tratta di danni che stanno producendo effetti devastanti per l’ente.
Come intervenire? Nei limiti del possibile. Per prima cosa punteremo alla riqualificazione del personale attuale attraverso percorsi formativi mirati. Bisogna valorizzare al massimo le potenzialità che ci sono, anche favorendo le progressioni di carriera. Poi occorre ridisegnare il quadro delle posizioni organizzative e operare un’informatizzazione spinta dei servizi, anche valutando l’introduzione, ove possibile, dell’intelligenza artificiale. Solo alla fine, dove indispensabile, si programmeranno nuovi concorsi per posizioni mirate e competenze specifiche, senza dunque gravare eccessivamente sulle casse dell’ente e quindi sulle tasche dei cittadini.Indubbiamente sarà dura.
“Le risorse per il piano di zona, il futuro del nostro ospedale e della medicina territoriale sono nelle mani della Regione”
Altro punto è “la riorganizzazione dei servizi, in particolar modo nell’ambito socio-sanitario”. Obiettivo altrettanto difficile se non proibitivo. Nel sociale, ad esempio, quali scelte pensate di fare e così nella sanità vista la situazione dell’ospedale civico e della medicina sul territorio?
Le risorse per il piano di zona e, a maggior ragione, il futuro del nostro ospedale e della medicina territoriale sono nelle mani della Regione Campania.
Nel 2015 De Luca raccolse tantissimi voti a Cava e, sulla sua onda, Servalli, sulla promessa del rilancio della sanità cavese. In realtà, tramontato il progetto del centrodestra di realizzare un nuovo ospedale all’uscita dell’autostrada con la vendita dell’area della ex Cofima e la costruzione (guarda un po’…) del nuovo ospedale a Salerno, i cui lavori dovrebbero iniziare in autunno, sarà effettivamente difficile invertire la rotta.
Tuttavia, confidiamo, con le elezioni del 2025, in una nuova guida regionale attenta ai bisogni della nostra comunità, perché no con la presidenza di Edmondo Cirielli, il quale ha già dimostrato in passato attaccamento ai colori di questa città: ricordo a me stesso che quando si doveva chiudere l’ospedale (fece scalpore l’incatenamento dell’ex sindaco Marco Galdi davanti alla sede della giunta regionale) fu proprio l’intuizione di Edmondo Cirielli, allora presidente della Provincia, di fare rientrare Cava nell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragonaa salvare il Santa Maria dell’Olmo dalla chiusura.
L’effettivo rilancio del sociale, della sanità territoriale e del nostro nosocomio passa dunque attraverso le scelte politiche regionali, sulle quali ci prefiggiamo di incidere, specie se il centro-destra dovesse essere chiamato a guidare la Regione Campania.
Se dovesse toccare a Cirielli, permettetemi di impegnare il futuro presidente su un sogno: che la Regione Campania ristrutturi l’ex Onpi e lo destini a sede unica del distretto, che riunisca i tanti uffici, servizi e ambulatori oggi sparsi sul territorio di Cava.
“Attenzione: se annaspa la cultura a Cava arranca la città”
Lei con il sindaco Gravagnuolo è stato assessore alla cultura, è d’obbligo quindi chiederle di darci dei lumi sul passaggio in cui come centrodestra pensate di puntare ad “un progetto culturale di grande respiro, in sinergia con le realtà limitrofe”. Ovvero?
La cultura negli ultimi anni a Cava è in grande affanno, tra carenza di fondi, mancanza di idee originali, investimenti sbagliati in quanto autoreferenziali e palesemente privi di ricadute turistiche sulla città. E attenzione: se annaspa la cultura a Cava arranca la città.
Immaginiamo una fondazione di partecipazione, con il coinvolgimento delle associazioni cittadine, degli altri livelli istituzionali (provincia, regione, conservatorio musicale, università), di privati e magari dei comuni di Vietri sul Mare e Nocera Superiore, che metta in piedi e gestisca un grande progetto culturale, capace di riverberare i suoi effetti sul turismo e sul commercio.
Immaginiamo il reperimento di risorse candidando l’intero calendario (che va confezionato con un anno di anticipo) di eventi di alto profilo ai bandi pubblici dedicati e attraverso sponsorizzazioni private di rilievo nazionale.
Immaginiamo l’utilizzo stabile, nel periodo estivo di un’area (perché non quella mercatale?) per l’allestimento di strutture idonee ad ospitare eventi, spettacoli e concerti di grande richiamo, nel solco della tradizione cavese. Tutti temi, ovviamente, sui quali è iniziato il confronto con gli alleati del centro-destra…
Uno dei grandi fallimenti dell’attuale gestione Servalli sono i contenitori culturali. Pensiamo all’ex Mediateca, chiusa e in rovina, al Complesso monumentale di San Giovanni, che doveva essere il volano culturale cittadino ma è diventato un inutile spezzatino, alla Biblioteca comunale, ospitata in un immobile ridotto ormai in uno stato ormai fatiscente… Da dove comincerete e come?
Effettivamente il tema dei contenitori cittadini rimane centrale.
Bisogna innanzitutto sbloccare i lavori di Villa Rende. È impensabile che siano praticamente fermi da 10 anni. Gli strumenti di legge per risolvere il problema ci sono e vanno praticati. Bisogna riaprire al più presto la Mediateca, ma al riguardo è noto che l’ente ha avviato le procedure. Su San Giovanni i contratti stipulati dall’amministrazione ormai vincolano il Comune, ma ci sono ancora parti importanti della struttura da utilizzare e valorizzare.
Prima di ogni cosa, però, occorre allestire un progetto complessivo sulla cultura e sui contenitori che saranno funzionali allo stesso, che non può non considerare la mission della fondazione di partecipazione, alla quale prima alludevo.
“La Metellia è diventata un centro di potere, che si limita a praticare aumenti indiscriminati del costo della sosta e dell’igiene urbana”
Nei punti posti al centro dell’attenzione del centrodestra manca uno che riteniamo primario nella nostra città: Metellia. Non è per voi un tema di campagna elettorale? Insomma, che ne volete fare di questa società che va benissimo, è diventata la cassaforte del Comune ma che viene anche vista dai cavesi come una sanguisuga, un bruciatore di risorse per l’economia cittadina. Qual è il ruolo o meglio la mission che intendete dare a Metellia, sia per quanto riguarda la gestione dei parcheggi che la raccolta di rifiuti? I cavesi su questo punto sono particolarmente sensibili…
La Metellia è diventata un centro di potere, che si limita a praticare aumenti indiscriminati del costo della sosta e dell’igiene urbana, coadiuvando Servalli e il PD nell’opera di impoverimento della città.
La situazione parcheggi è paradossale perché, a causa delle tariffe troppo esose, eccetto la sera del week end gli stalli sono pressoché vuoti. In questa condizione Metellia (e quindi il Comune) guadagna poco e in città non si vedono avventori.
Va invertito il paradigma, puntando alla riduzione drastica del costo dei parcheggi e a una relativa campagna di promozione regionale per richiamare i consumatori.
Ovviamente ciò non potrà che avvenire nell’ambito di un intervento complessivo, che passi per la realizzazione di quel programma di rilancio culturale, turistico e commerciale della città, di cui prima si parlava, capace di attrarre visitatori.
Per fare questa operazione, potrà essere necessario interloquire con gli organismi di controllo sul piano di riequilibrio per dare ragione della bontà e della concretezza del nostro progetto, spiegando che è esso in grado, nella misura in cui punta su un aumento degli utenti dei parcheggi, di assicurare addirittura maggiori introiti per l’ente rispetto a quelli che si registrano attualmente.
Questa sarà la priorità della nuova amministrazione a guida centro-destra.
Restiamo sulla Metellia. Se in un immediato futuro le chiedessero di scegliere di ricoprire il ruolo di amministratore unico della Metellia o quello di primo cittadino, lei cosa sceglierebbe? Preferirebbe succedere a Muoio o a Servalli? Sia sincero e non si sottragga alla domanda, magari solo per gioco… diciamo così.
Sono più ambizioso (e sorride). La mia personale aspirazione si concentra e si esaurisce all’interno del partito di Fratelli d’Italia, nel quale sono molto impegnato in questa fase progettuale e che mi vedrà ancora più dedicato se avremo l’onore di amministrare la città.
Una domanda sui parchi inclusivi realizzati da questa Amministrazione comunale. Lei sui social non ha mancato di esprimere critiche, osservazioni e timori. Si può spiegare meglio?
Non mi sono mai espresso negativamente sulla scelta del parco urbano e dei nuovi parchi di S. Lucia e S. Pietro. Anzi. Ho solo espresso, visto lo stato di incuria in cui versano le ville comunali storiche, centrali e frazionali, viva preoccupazione per la manutenzione delle nuove aree verdi.
“Cava è desolatamente vuota, al collasso, con i negozi che chiudono, senza fermento, vivacità, ottimismo. È diventata poco più di un dormitorio”
Veniamo alla città. Dai suoi post sui social si capisce il suo forte disappunto sul suo stato attuale. Cos’è quello che la indispone e preoccupa di più?
È sotto gli occhi di tutti che Cava è desolatamente vuota, al collasso, con i negozi che chiudono, senza fermento, vivacità, ottimismo. È diventata poco più di un dormitorio.
Questo è l’effetto dell’assenza totale di iniziativa politica da parte di un’amministrazione comunale di stampo ragionieristico ma priva di visione strategica.
Quali sono a suo avviso i punti di forza e di debolezza della nostra città?
Quelli di debolezza li ho appena evidenziati: sarà dura riprendere una città depressa e farla tornare a sorridere. Ma ce la metteremo tutta. Cava ha tutte le caratteristiche per riprendere il ruolo che le compete nel panorama regionale: è un meraviglioso salotto, uno storico centro commerciale naturale; è ubicata al centro del triangolo Paestum-Pompei-Costiera Amalfitana, cioè nel bel mezzo di siti di attrazione turistica internazionale; ha un proprio importante patrimonio storico e artistico; possiede borghi frazionali da valorizzare sul piano turistico ricettivo e commerciale poiché ubicati a valle di percorsi naturalistici splendidi per la pratica sportiva outdoor (trekking, trail running, cross country), su cui punteremo molto. Insomma, i presupposti ci sono tutti.
A parte, immaginiamo, nuovi amministratori comunali, a suo avviso cosa serve alla città per voltare pagina?
Tanta fantasia e creatività. In una parola, Politica.
Abbiamo già parlato della Fondazione cultura e della necessità di concentrare gli sforzi affinché Cava possa diventare un hub culturale di respiro regionale, funzionale a un richiamo turistico e commerciale per la città. Ma stiamo lavorando, come accennato, anche a un progetto di valorizzazione delle frazioni, immaginando lo spostamento estivo verso queste ultime, a rotazione, dei mercati settimanali del mercoledì e del sabato. Ciò ci consentirebbe di promuovere i borghi collinari e rendere liberi gli spazi dell’area fieristica di corso Palatucci per l’intero periodo estivo, onde consentire l’installazione di strutture concertistiche.
In questo quadro così descritto, stiamo studiando le opportunità offerte dal Piano Mattei, e non sottaciamo che siamo impegnati per intercettare relativi percorsi di laurea e di formazione da poter ubicare in uno o più contenitori (S. Maria del Rifugio, Casa Apicella, ecc.).
Stiamo immaginando di investire in un un ramo turistico specialistico, quello outdoor, legato in particolare a Monte Finestra e ai Lattari.
Insomma, stiamo lavorando.
“La coalizione di centrodestra sta dimostrando di avere qualità, competenze politico-amministrative e soprattutto le idee chiare”
Un giudizio sulla politica cittadina in generale?
Avvicinandoci al voto, si nota un buon fermento in città. E questa è una cosa molto positiva, per me che amo la politica. Non so cosa succede in casa d’altri, né mi compete. Ma posso dire che, per quanto riguarda le forze di centro-destra, è sotto gli occhi di tutti come si sia avviato un processo di coesione, di entusiasmo, di responsabilità. La coalizione sta dimostrando di avere qualità, competenze politico-amministrative e, soprattutto le idee chiare. Ciò che la rende credibile e adeguata a governare nei prossimi dieci anni la città.
E in particolare sull’operato dell’Amministrazione Servalli?
È di tutta evidenza come l’attuale amministrazione comunale sia consumata, logora, stanca. Sta andando avanti per inerzia e non ha più nulla da dire. La maggioranza in questo momento sostiene Servalli solo per sostenere in realtà sé stessa, per conservare posizioni di gestione acquisite.
Lei con il sindaco Gravagnuolo è stato in Giunta anche insieme a Servalli. Lo conosce bene, quindi. Dopo questi dieci anni di governo, su Servalli ha cambiato opinione e, in ogni caso, qual è il suo giudizio sull’operato da primo cittadino?
Una considerazione per tutte: nei riguardi della struttura dirigenziale dell’ente Servalli ha dato la netta sensazione di essere assolutamente ininfluente. Così come è ininfluente rispetto ai livelli politico-istituzionali territoriali superiori e di pari grado, dai comuni vicini, alla Provincia e fino alla Regione Campania.
Ritengo sia necessario che Cava torni ad avere una guida efficace, autorevole ed ascoltata.
Una domanda finale. Immaginiamo che il centrodestra vinca le prossime elezioni. Quale ruolo si ritaglierà? Non dica di non averci già pensato.
La mia intenzione è quella di svolgere al meglio la funzione di coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, conferendo a questo ruolo la dignità che merita. Intendo così garantire che il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia e la delegazione assessoriale lavorino bene, nel solco del programma elettorale, e che siano uniti e compatti con gli organismi dirigenziali e la base del partito, in un rapporto di lealtà e di serietà con il sindaco, l’amministrazione e le forze della coalizione. Intendo dedicarmi molto al compito di assicurare un forte collegamento con gli altri livelli istituzionali in cui il nostro partito è impegnato, sempre nell’interesse della comunità.
Un ruolo politico, insomma, che faccia bene a Cava e che, sulla scorta dei risultati ottenuti, possa consentirmi di immaginare per il futuro anche ulteriori impegni di partito sovracomunali. (foto Mimmo Giordano)