scritto da Eugenio Ciancimino - 19 Giugno 2025 10:06

Regime e riarmo, le parole che inquietano il dibattito pubblico

Più esplicita Pina Picerno, vice presidente del Parlamento Europeo, perché, a suo dire, è surreale bocciare il piano von der Leyen, “stando la mattina nelle istituzioni e nel pomeriggio nelle piazze a contraddire il lavoro fatto”. Come dire, con le sue stesse parole, che una cosa è la politica estera ed altra la tela di Penelope

Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo (foto tratta dal profilo Fb)

L’uso ricorrente nel discorso pubblico delle parole “regime” e “riarmo” configurano rischi incombenti o suggestioni ideologiche? Il loro peso dipende dal tempo e dalle bocche da cui esse escono.

Le mobilitazioni di piazza, con relativi cartelli e bandiere, ne sono state e sono le cartine al tornasole. In esse si intravedono vis polemica o onestà intellettuale sia quando si contestino i contenuti del decreto sicurezza, varato dal Governo italiano, che quando si tratti di condividere o meno il Piano Rearm Europe proposto da Ursula Von der Leyen. Evocare derive liberticide in provvedimenti che sanzionano l’occupazione abusiva di case private, comportamenti violenti nei confronti delle forze dell’ordine e blocchi pregiudizievoli per l’ordine pubblico non rappresenta esempi di buone notizie di legalità democratica diffusamente argomentata nella nostra Carta costituzionale nel bilanciamento di diritti e doveri.

Contro il Ream Europe, sabato 21 si svolgerà a Roma un raduno di sigle pacifiste o pacifondaie, che dir si voglia, convocata tre mesi fa. Gli unici partiti che vi hanno conferito la loro adesione sono Avs e M5S, perché, specificano i loro leader, “da sempre contro l’escalation militare”. Nel campo dei cosiddetti progressisti c’è l’imbarazzo del PD, la cui Segretaria Elly Schlein non sarà presente perché impegnata a seguire il Congresso dei Socialisti europei a Utrecht. Ma, vi parteciperanno, a titolo personale, alcuni esponenti e comunque contestati da altri di fede riformista.

Più esplicita Pina Picerno, vice presidente del Parlamento Europeo, perché, a suo dire, è surreale bocciare il piano von der Leyen, “stando la mattina nelle istituzioni e nel pomeriggio nelle piazze a contraddire il lavoro fatto”. Come dire, con le sue stesse parole, che una cosa è la politica estera ed altra la tela di Penelope. Ma qualcosa non torna sia nel linguaggio differenziato di Matteo Salvini, vice premier, rispetto alla linea del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, e sia nelle dichiarazioni di Giuseppe Conte (“da sempre in prima linea contro il riarmo”) pur essendo stato da Presidente del Consiglio dei Ministri fornitore di armi e collaborazione politico-militare di Israele.

Si capiscono ragioni sia di protagonismo piazzaiolo che di cucina e elettorale, ma la politica richiede esercizio di cultura delle istituzioni quando la realtà sul campo impone delle scelte di valenza storica. Le impongono la guerra in Ucraina invasa dalla Russia di Putin, il dramma umanitario vissuto dai palestinesi ed il fuoco incrociato tra Israele ed Iran, che non sono eventi da stadio per tifoserie invasate dal rito di osanna/crucifigge.

È legittimo chiedersi perché Israele per difendersi può bombardare e l’Ucraina no? E perché si tollerano o si condividono azioni di guerra preventiva per disarmare l’Iran dalla bomba atomica e per abbatterne il regime teocratico per introdurvi forme eterodosse di governo democratico, mentre l’Europa non può militarmente attrezzarsi per difendere il proprio territorio e la propria democrazia conquistata e maturata in secoli di civiltà culturale dei diritti politici ed umanitari? Nonostante le sanguinose guerre vissute nelle case delle proprie Nazioni!

Secondo un saggio ammonimento latino è vero che l’adulazione fa guadagnare amici, e nello specifico, sia dentro che fuori dal proprio spazio continentale, mentre la verità dei fatti non può non generare odio (obsequium amicos, veritas odium parit).  Perciò, nell’attualità le cronache del discorso pubblico non sembrano discostarsi da un aforisma di Karl Kraus: perché i nani possono assumere gli aspetti di giganti? Ma “quando il sole della cultura è basso”!

Buona fortuna Europa!

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