scritto da Pasquale Petrillo - 21 Gennaio 2017 14:21

La politica del gambero

All’orizzonte l’alleanza politica Renzi-Berlusconi?…  E così il Paese si ritufferà senza paracadute nella prima repubblica

La politica italiana dopo la sconfitta referendaria di Renzi è sostanzialmente ferma in attesa delle decisioni della Consulta sull’Italicum. In effetti, la Corte Costituzionale nell’udienza del prossimo martedì 24 gennaio dovrà esaminare e decidere sulla legittimità di alcuni dei punti cruciali della nuova legge elettorale voluta da Renzi: dall’attribuzione dei seggi, al premio di maggioranza, dall’ipotesi di ballottaggio, ai capilista bloccati. Dalle decisioni della Corte, infatti, dipenderanno le scelte che le forze politiche saranno chiamate a compiere sulle leggi che dovranno regolare l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato.

Le decisioni della Corte sul premio di maggioranza e più ancora sul ballottaggio saranno quelle che più influenzeranno la battaglia politica nel nostro Paese. Se verranno “salvati” dalla Corte, è evidente che Renzi, e quindi la maggioranza che governa il Pd, insisterà sulla visione maggioritaria propria dell’Italicum. In pratica, ricalcare quello che accade con l’elezione dei sindaci, avere cioè la certezza che dalle urne, magari al secondo turno, usciranno in ogni caso una maggioranza e una leadership. Di conseguenza, si cercherà di puntare ad una legge simile, comunque rispondente alla stessa esigenza e alla medesima visione maggioritaria, anche per l’elezione del Senato. Non sarà però una cosa tanto agevole e di sicuro ci sarà bisogno di un accordo più ampio e quasi di sicuro si arriverà ad una rivisitazione più o meno corposa dell’Italicum. Di fatto, il sistema politico italiano si è nel frattempo sgangherato e divenuto tripolare. E sia il Pd che i Cinque Stelle, entrambi con vocazione più o meno maggioritaria, vivono una splendida solitudine politica che non potrà avere dei devastanti riflessi elettorali. Insomma, in ogni caso, per le forze politiche la discussione sulla legge elettorale sarà un campo minato. E pure parecchio.

Nell’ipotesi contraria, ovvero che la Corte ritenga incostituzionali il premio di maggioranza e/o il ballottaggio, è evidente che per Renzi si profili un’altra cocente bocciatura e sconfitta politica. E’ altrettanto evidente che, in questo caso, l’Italicum non sarà altro che carta straccia e bisognerà per forza di cose trovare un accordo per una legge elettorale ex novo, magari una riedizione rivisitata della legge elettorale che comunemente prende il nome dall’attuale presidente della repubblica: mattarellum. In pratica, una legge elettorale che propone un mix di proporzionale e sopratutto di maggioritario. Anche in questo caso, tuttavia, il campo per le forze politiche è minato. E forse lo è ancora di più.

L’impressione, però, è che, in questa seconda ipotesi -la quale sembrerebbe essere anche la più probabile in quanto difficilmente l’Italicum uscirà indenne dall’esame di costituzionalità- il nostro Paese si ritufferà senza paracadute nella prima repubblica.

Senza paracadute per un insieme di motivi. Innanzi tutto, perché lo scenario politico rispetto agli anni novanta non è bipolare, ma tripolare. In pratica, sarà impossibile che dalle urne esca un vincitore che governi in piena autonomia. In secondo luogo, perché il panorama politico attuale è ancora più frastagliato e disconnesso rispetto a quello dei tempi della prima repubblica. In terzo luogo, il livello generale dei protagonisti della politica attuale risulta di gran lunga più modesto se non assai più scadente rispetto al passato. In quarto luogo, non esistono più i partiti di un tempo che, pur tra i tanti limiti e difetti, comunque garantivano la tenuta del sistema divenuto nel frattempo sempre più un caravanserraglio. E fermiamoci qui, perché già questo basta e avanza.

Questo per dire che la politica italiana dovrà e sarà costretta ad inventarsi qualcosa di nuovo e di meglio in quanto a legge elettorale oppure, molto più probabilmente, non potrà fare altro che trovare qualche escamotage, una qualche praticabile scorciatoia.

In questa prospettiva, quale potrebbe essere, allora, lo scenario politico venturo? E’ assai probabile un accordo del Pd renziano, ammesso che Renzi resti alla guida del Pd, con Forza Italia oltre che ovviamente con il Nuovo Centrodestra. Sempre che, ovviamente, queste forze siano capaci di garantire una maggioranza. Se così sarà è probabile che verrebbe riprodotto lo schema che consenti alla DC di governare per cinquant’anni nella cosiddetta prima repubblica.

Verrà, cioè, riprodotto  grosso modo in politica il sistema solare, con al centro una maggioranza formata da un partito più grande accompagnato da pianeti-partiti più piccoli e satelliti-partiti ancora più piccoli, mentre più distanti, ai due estremi, ci saranno gli altri partiti-pianeti e relativi loro satelliti. Tradotto, lo scenario potrebbe essere più o meno questo: al centro la maggioranza Renzi-Berlusconi-Alfano e qualche altra frattaglia, agli estremi, invece, a destra la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia di Meloni, né più né meno come era il MSI ai tempi della DC, mentre a sinistra il Movimento Cinque Stelle né più né meno come era il PCI.

In conclusione, c’è il serio presentimento che dopo venti anni la politica italiana faccia come il gambero, ovvero aver compiuto un mezzo passo avanti per ritrovarsi poi a farne almeno due indietro.

Prima di intonare il de profundis, però, aspettiamo cosa dirà la Corte Costituzionale.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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