Cosa hai fatto a scuola?
La domanda tipica dei genitori al rientro dei figli; la risposta è nella maggior parte delle volte "niente", non abbiamo fatto niente!
Volutamente scrivo questo articolo in un’ora di spacco, tra una lezione e un’altra.
Conosco ragazzini e ragazzine trattati come dei divi, cui tutto è dovuto: non hanno neanche la premura di farsi il letto la mattina o sciacquare la tazzina nella quale fanno colazione (tanto c’è mamma che lo fa!) e che pensano che la scuola sia una grande perdita di tempo.
Arrivano a scuola col telefonino in mano che non mollano mai (mi domando se siano già piccoli imprenditori con la necessità di comunicare decisioni aziendali importanti) e pare che facciano loro un favore a te.
Non hanno ben chiaro che la scuola serve a renderli persone libere, capaci di fare discernimento, di avere una cultura che permetta loro di “capire” e “farsi capire”; questi anni di studio, ricerca, confronto, sacrificio consentiranno loro di saper essere all’altezza delle sfide che li attendono nella vita quotidiana.
Cosa hai fatto a scuola?
La domanda tipica dei genitori al rientro dei figli; la risposta è nella maggior parte delle volte “niente”, non abbiamo fatto niente!
Peccato per loro: ancora un giorno nella quale la curiosità e la voglia di andare oltre sono state sacrificate all’emozione di un like ricevuto ad una storia social…