L’interessante e corposa intervista a trecentosessanta gradi rilasciata da Marcello Murolo, esponente di spicco del centrodestra metelliano, che il nostro giornale pubblica oggi, suggerisce più di uno spunto di riflessione.
Partiamo con il dire che a Marcello Murolo gli va attribuita, idealmente, una medaglia al merito per aver avuto il coraggio, dopo la disfatta elettorale della scorsa primavera e le profonde e traumatiche spaccature del centrodestra cavese, di avviare un corso di formazione politico-amministrativa. Tra le macerie e il campo minato dalle discordie, erano più le possibilità che l’iniziativa fallisse miseramente piuttosto che avesse il riscontro che poi meritatamente ha avuto.
Certo, il corso di formazione per come è stato concepito, forse troppo accademico e tecnicistico, non rappresenta certo l’optimum per far emergere una nuova classe politica, tuttavia, resta un’iniziativa lodevole che nel prosieguo può solo crescere e migliorare. E’ soprattutto, però, un’iniziativa di indubbio valore e spessore politico prima che formativo, in quanto ha posto le basi per una futura e più articolata aggregazione. Per farla breve, il centrodestra, o se si preferisce quello che un tempo fu la coalizione del centrodestra vincente alle elezioni del 2010, da qualche parte pure doveva cominciare, così, invece di leccarsi le ferite e basta, con Murolo ha trovato il modo di avviare un percorso di crescita partendo dalla formazione. Meglio di così, almeno per cominciare, proprio non si poteva fare.
Oddio, rimettere su un progetto politico-amministrativo alternativo all’attuale Amministrazione comunale non è cosa semplice. Marcello Murolo lo sa benissimo. Non a caso, ritiene che per un nuova progettualità occorre andare oltre i personalismi e i contrasti, di natura personale prima che politica, che portarono all’indecoroso sfascio dell’esperienza Galdi. Allo stesso modo, Murolo pensa che comunque non si possa non tenere conto del passato, in pratica, degli errori così come delle cause e degli uomini che portarono al fallimento la precedente coalizione di centrodestra.
E’ molto chiaro, in proposito, Marcello Murolo quando, concludendo la sua intervista, afferma che “alcune esperienze sono concluse, almeno a certi livelli, ovviamente però ciò non esclude il fatto che si potrà sempre dare un contributo in un’ottica unitaria”. Tradotto vuol dire che quanti sono stati i responsabili dei contrasti e i protagonisti dello scontro devono farsi da parte, porsi in seconda o terza fila, senza per questo essere rottamati.
Ne consegue che in prima fila devono andare altri, come lo stesso Murolo, Fabio Siani, Vincenzo Lamberti e altri ancora che oggi non compaiono, ma che sono nelle retrovie. Per farla breve, il centrodestra cavese più che un ricambio generazionale deve operare un rinnovamento di personale politico, che non escluda pregiudizialmente questo o quello, ma includa quanti, e ce ne sono, hanno un comune bagaglio di valori e di esperienza politico-culturale.
Non sarà, comunque, un percorso agevole. Di sicuro, però, è necessario che Murolo per prima, ma non solo lui, non si sottragga alla responsabilità politica di aggregare, indicare il percorso e soprattutto assumersi l’onore di guidare un processo politico alternativo.
Diversamente l’attuale sindaco Servalli potrà dormire sonni tranquilli e dovrà temere solo di se stesso. (foto Gabriele Durante)