Nell’intervista a Marco Galdi, pubblicata oggi dal nostro giornale, ancora una volta l’ex sindaco di Cava de’Tirreni evidenzia che, a suo avviso, l’attuale Amministrazione comunale non abbia una strategia di sviluppo per la città. E’ questa, in buona sostanza, l’accusa più rilevante che Galdi formula nei riguardi del suo successore Vincenzo Servalli. E non è cosa da poco in verità. Ma è davvero così? Vediamo.
E’ indubbio che dopo poco più di sei mesi di governo è assai difficile ed azzardato esprimere dei giudizi secchi. Più che altro possiamo parlare di impressioni. Ebbene, la sensazione è che Servalli, in larga misura, stia cercando di realizzare quello che ha promesso in campagna elettorale e che gli ha consentito di ottenere la piena fiducia della maggioranza dei cavesi. Vale a dire riavere una città normale, dove piuttosto che investire risorse economiche ed energie per realizzare grandi e nuove opere pubbliche, si presti, invece, più attenzione all’ordinario, alla pulizia e manutenzione di strade e marciapiedi, a completare le opere da anni rimaste bloccate, come il palazzetto dello sport, ad alleggerire il carico fiscale per i cittadini anche grazie ad un’energica azione di spending review.
Questa è l’impronta che vuol dare e che, tutto sommato, sta incominciando a imprimere il sindaco Servalli alla sua amministrazione. Certo, finora non è che si sia visto molto, ma la tendenza è chiara.
L’impostazione di Galdi è completamente diversa. Grandi opere pubbliche, un nuovo ospedale, nuovi parcheggi e nuove piazze…, ma l’impressione è che la città, la quale, d’altra parte, si è espressa in modo inequivocabile appena pochi mesi fa, chieda altro. I cavesi, innanzi tutto, vogliono una città normale, più concreta e soprattutto meno tasse per le famiglie e le imprese. Insomma, a quella che potremmo definire la “grandeur” (in senso buono, però, non in termini dispregiativi) proposta da Galdi, i cavesi vogliono l’ordinario di Servalli, anche a rischio di cadere nel grigiore.
Questo, però, sia chiaro, non vuol dire affatto che Galdi abbia torto, tutt’altro. La verità è che il suo progetto di sviluppo non è oggi in sintonia con i desiderata dei suoi concittadini. A voler essere sbrigativi, la proposta politico-amministrativa di Galdi è oggi fuori tempo, non rappresenta il presente, ma il passato, anche se non è affatto escluso che potrà, con qualche aggiustamento, risultare valida per il futuro.
E allora? Diciamo che Marco Galdi fa bene, dall’opposizione, a pungolare gli attuali amministratori, a svolgere, quindi, anche con puntigliosità il ruolo di controllo e di critica. I primi a guadagnarne saranno proprio il sindaco Servalli e la sua maggioranza che rischia, come a tutti può succedere, di cullarsi sugli allori se è poco stimolata a fare meglio e di più. A trarne vantaggio, ovviamente, sarà anche la dialettica politica e, alla fine, la città.
D’altro canto, le questioni aperte ci sono e anche delicate, come i rifiuti, l’acqua, il contenimento delle spese, la riduzione delle tasse, il riassetto urbanistico con particolare riferimento alla zona industriale, la ripresa economica dell’economia cittadina e così via. Ospedale e abusivismo edilizio forse sono al momento tra le questioni più scottanti e, come indicato da Galdi, di sicuro sono quelle su cui si deciderà buona parte del futuro politico dell’attuale Amministrazione.
L’auspicio, in conclusione, è che il sindaco Servalli si giochi fino in fondo e al meglio le sue carte, e che alle sue proverbiali doti di equilibrio e moderazione, sappia anche aggiungere tenacia e determinazione. Anche nei riguardi del governatore Vincenzo De Luca. (foto Gaetano Guida)