Cava de’ Tirreni, sulla vicenda degli ammanchi e della vendita dei beni comunali nuova dura presa di posizione del CO.Be.Co.: “Servalli come Nerone: suona la lira mentre la città va a fuoco tra scandali e ruberie”
Alla fine, questa scandalosa vicenda colpisce innanzitutto i cittadini cavesi, che da anni pagano tariffe e tributi lievitati al massimo consentito

“Il Comune brucia ma Servalli suona la lira”. Così, in modo netto, chiaro e molto evocativo, viene lanciato il comunicato stampa diffuso poco fa dalla portavoce del CoBeCo la prof.ssa Maria Di Serio.
“Mentre il Palazzo di Città va a fuoco tra scandali e ruberie -si legge nel comunicato- Servalli continua imperterrito a cantare una canzoncina stonata tentando di rassicurare una opinione pubblica sempre più indignata. Di fronte alle distrazioni di somme che ammontano sicuramente ad almeno 2milioni e mezzo di euro, il sindaco dichiara che non ci sarà alcun problema al bilancio di previsione.
“Nel Consiglio Comunale del 20 febbraio il consigliere Eugenio Canora, con una interrogazione consiliare, ha giustamente posto il problema di fermare un Piano di Rientro Finanziario ed il conseguente Piano delle Alienazioni degli immobili comunali, redatto da un dirigente recentemente oggetto di un provvedimento di licenziamento proprio per la reiterata scomparsa di fondi dal bilancio comunale in più anni. Il Sindaco ha risposto che si andrà avanti nonostante gli eventi, nonostante solo pochi mesi fa la Corte dei Conti abbia fatto notare che il famoso piano di rientro era sbagliato, poiché si fondava su un disavanzo di 59 milioni di euro, mentre in realtà il disavanzo ammontava a oltre 20 milioni di euro in meno, quindi era di 39 milioni”.
“Eppure -prosegue il comunicato- l’Amministrazione della città non fa un passo indietro, continuando a mettere in vendita il patrimonio di pregio della città. Visto che, come da dichiarazioni in Consiglio Comunale, sono stati recuperati già circa cinquecentoquarantamilamila euro, si cominci da questo recupero per evitare la svendita. Il CoBeCo chiede ancora a gran voce, e con maggiore motivazione, che si FERMI il Piano delle Alienazioni, togliendo dalla vendita Palazzo Buongiorno, il Velodromo e la scuola della Badia, e di dirottare le somme recuperate verso il rientro dal debito senza compromettere il patrimonio di pregio dei cittadini cavesi, e ribadisce che Servalli non ha mai chiesto in merito il mandato ai cavesi, ma ha sempre taciuto sulle vendite nelle due elezioni a sindaco”.
“In questa mancanza di chiarezza -si legge ancora- cittadini cavesi, aderenti al Co.Be.Co., hanno chiesto conto di alcune omissioni che riguardano la trasparenza dell’Ente, come la pubblicazione, dovuta ma parziale, della situazione patrimoniale dei Dirigenti, anomalia segnalata anche all’ANAC. In una situazione così difficile, dire la verità ai cittadini cavesi ed essere trasparenti, come chiede la normativa, è il primo atto dovuto e necessario per avere credibilità”.
“Alla fine, purtroppo, questa scandalosa vicenda -conclude amaramente il comunicato del CO.Be.Co.- colpisce innanzitutto i cittadini cavesi, che da anni pagano tariffe e tributi lievitati al massimo consentito. E rimangono ancora senza risposta domande essenziali. Perché di fronte all’evidenza di un errore di un Piano di Rientro dal debito di 20 milioni di euro in più, si è continuata a lasciare la gestione a chi aveva commesso quell’errore? Perché non si è andati a fare opportune e mirate verifiche? Come è potuto accadere che un dirigente facesse per anni mandati di pagamento a ditte e società che non lavoravano per il comune, e addirittura ad un altro dirigente, sottraendo ingenti somme al bilancio, senza che nessuno se ne accorgesse?”.