scritto da Nino Maiorino - 24 Gennaio 2021 09:27

Cava, spazzatura… e non solo wc

Sono centinaia le foto, inviate in redazione dai nostri lettori o scattate dai giornalisti di questa testata, della spazzatura di varie specie lasciata in giro per la città, centro e periferie prossime e remote, che dimostrano lo stato di degrado in cui versa questa città.

In passato ci si lamentava questo fenomeno interessava solo le periferie, quelle le più lontane, poi man-mano ha incominciato ad allargarsi verso le periferie prossime per poi interessare anche il centro storico.

Insomma oggi tuttala città è sommersa dalla spazzatura.

Che una parte di cittadini siano emeriti zozzoni è oramai scontato, ma che la sorveglianza da parte dei settori comunali competenti e dello stesso gestore del servizio siano pressoché inesistenti è purtroppo una triste realtà.

Pertanto, anche se non si può ignorare la inciviltà imperante di tanti cittadini maleducati, non si possono nemmeno ignorare le responsabilità del Comune, Polizia municipale in testa, e di quelle della Metellia.

Le foto che corredano questo articolo, scattate venerdì 22 gennaio nella rotatoria (stranamente senza nome) di Via Ferrara prima dello stadio di Pregiato, all’ingresso del piazzale che fino a poco tempo fa ospitava le baracche di amianto costruite dopo il terremoto del 1980, recentemente abbattute ma con l’aria ancora in attesa di bonifica, lo dimostrano inequivocabilmente.

Quindi le foto del precedente articolo del 21 gennaio, le quali mostrano in buona evidenza wc, bidè e lavandini alla frazione di Sant’Anna ma pure a via Talamo, quindi anche centro, sono solo un aspetto del grosso problema, al quale nessuno sembra voler porre seriamente mano per una definitiva soluzione, men che mai il Comune e la Metellia.

E purtroppo questa non è la sola area ad essere in tali condizioni.

Da queste foto da me scattate si evidenzia inequivocabilmente che ciò che è stato lasciato in quella rotatoria non è materiale recente, ma accumulatosi in giorni, forse in settimane, che è sotto gli occhi degli automobilisti e pedoni che lì transitano, ma che è totalmente ignorato dagli operatori della Metellia e dei Vigili urbani: probabilmente sono tutti ciechi perché se avessero occhi e senso di responsabilità dovrebbero darsi da fare; evidentemente difettano di entrambe le cose.

La cosa paradossale è che in quell’area, che dovrebbe ospitare, in caso di calamità, i cittadini che potrebbero avere la necessità di scappare dalle proprie abitazioni per mettersi in salvo da terremoti, incendi, alluvioni ecc., vi sono due cartelli: uno della Protezione Civile che indica l’aria come zona di primo concentramento, l’altro che indica che lo spazio è videosorvegliato proprio per evitare che si lascino rifiuti.

Quindi, se i cittadini dovessero rifugiarsi in quell’area in attesa di essere trasportati altrove, verrebbero accolti in un immondezzaio: vergognoso.

L’altro motivo è l’assoluta mancanza di videosorveglianza, che è solo platealmente annunziata da cartelli ben visibili ma poco affidabili; non si è in grado di verificare se qualche telecamera che sembra installata sia effettivamente funzionante, cosa che dovrebbe fare la centrale di sorveglianza presso il Comando dei Vigili.

Ma la Metellia, se si può discutere sulla sua eventuale  responsabilità circa il mancato controllo quotidiano e quindi della raccolta dei rifiuti lasciati in giro da cittadini incivili in barca ad ogni norma di corretto conferimento, ha di sicuro un punto debole se non una vera e propria responsabilità. E’ quella di non aver adeguato il programma di conferimento, da parte dei cittadini scrupolosi, dei rifiuti nelle isole ecologiche, le quali dovrebbero essere disponibili quotidianamente e in orari differenziati rispetto a quelli degli uffici, per la semplice ragione che in una famiglia con una sola auto, utilizzata magari dal marito per raggiungere il posto di lavoro, questo non consente ad altri familiari di recarsi alle predette isole ecologiche, dislocate in zone irraggiungibili a piedi. Questo è un buon motivo oltre che un alibi perché i rifiuti vengano lasciati dove capita.

Tornando alla questione delle giornate e degli orari di conferimento, il programma attuale scoraggia anche i cittadini scrupolosi, visto che il calendario prevede solo alcune giornate e alcune ore, certamente insufficienti.

Nessuno pretende che le isole ecologiche siano aperte notte e giorno, anzi, se la Metellia si ingegnasse a trovare sistemi alternativi che graverebbero certamente meno sulle spese ordinarie e sarebbero di maggiore efficienza, potrebbe pure essere abolite definitivamente.

La Metellia, alla quale certamente non mancano esperienze e uomini di valore, ha tutte le risorse per studiare tali sistemi alternativi, basta guardarsi un poco in giro, eventualmente fare qualche viaggio in altri comuni italiani dove tali sistemi li hanno trovati e li hanno adottati con enormi benefici sia per la popolazione che per il conto economico.

Qualche tempo fa ricordo di aver suggerito una personale esperienza fatta a Merano, ma credo non sia necessario andare tanto lontano per vedere cosa offre la tecnologia.

Anzi, sono certo che Metellia tali sondaggi li abbia già fatti, e se è così è certamente più colpevole per non aver proseguito nel cammino, o quanto meno per non aver denunciato chi lo ha impedito.

Comunque qualcosa va fatto, e qui più che la Metellia, che fa del suo meglio anche se dovrebbe comunque fare di più, la responsabilità è del Comune, perché non è più ammissibile che una città come la nostra, la prima della provincia dopo il capoluogo -che vanta primati importanti e che usualmente viene indicata con il nomignolo di “piccola Svizzera”, che potrebbe candidarsi, tra qualche anno, a capitale della cultura, e ne avrebbe tutti i motivi- si presenti sullo scenario nazionale sommersa dai rifiuti.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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