Cava de’ Tirreni, l’ottimismo di Marcello Murolo
Cava de' Tirreni, l'ottimismo di Marcello Murolo
E’ un’intervista tutta leggere quella che ha rilasciato Marcello Murolo al nostro giornale e pubblicata oggi.
Quella di Murolo è un’analisi molto lucida ed a tutto campo. In larghissima misura condivisibile. D’altra parte, Marcello Murolo è, per la qualità e la puntualità dei suoi interventi in Consiglio comunale, il leader dell’opposizione all’attuale Amministrazione comunale.
Non me ne vogliano gli altri componenti dell’opposizione. Questa è la mia personale convinzione. Senza per questo nulla togliere al contributo prezioso che ognuno di loro dà. E sono ben consapevole delle obiezioni che mi saranno mosse. Sta di fatto che non siamo in campagna elettorale e nel palazzo, nell’aula consiliare, Murolo non ha rivali. Certo, altro discorso è la non ottimale se non addirittura scarsa capacità di coinvolgere la gente, i cavesi. Questa è una difficoltà che lo stesso Murolo riconosce. E’ un limite, però, che riguarda l’opposizione nella sua interezza. A cominciare dai partiti del centrodestra.
Ciò detto, per esigenza di sintesi, pongo l’attenzione su due passaggi dell’intervista.
Il primo riguarda la situazione finanziaria del nostro Comune. L’analisi del capogruppo consiliare di “Siamo Cavesi” è talmente netta e convinta da risultare spietata e cruda. Mette in luce, nella loro drammaticità, le criticità del piano di riequilibrio finanziario, del bilancio preventivo e del trasferimento alla Metellia della gestione della Tari.
Il nostro denuncia che il piano di riequilibrio e il bilancio preventivo sono “insostenibili, contengono numeri che non rispondono alla realtà contabile e finanziaria del Comune”. Rincara la dose affermando che “tra qualche mese i nodi inizieranno a venire al pettine, e sarà possibile verificare che il bilancio è stato quadrato a forza”. In altri termini, “solo per permettere a questa maggioranza di tirare a campare ancora per un altro po” di tempo”.
Le affermazioni di Murolo, che parla con cognizione di causa avendo letto e studiato i relativi documenti contabili, non possono che preoccupare. Il timore è che il nostro Comune non sia affatto uscito dal tunnel dei debiti. Altro che risanamento, piuttosto sembra che sia sull’orlo del baratro.
Murolo con queste dichiarazioni conferma, purtroppo, quelle che sono le nostre preoccupazioni. E di cui, pur nella nostra modesta conoscenza della materia contabile, ci siamo fatti interpreti in più occasioni su questo giornale.
L’altro passaggio è quello in cui Marcello Murolo spiega che l’attuale Amministrazione non potrà mai avere un cambio di passo. Anche in questo caso, il nostro propone un’analisi molto dura. Spiega che l’Amministrazione Servalli non si fonda “su un programma e su un’intesa tra forze politiche, ma su una serie di accordi personali e su scambi di interesse con gruppi organizzati”.
In pratica, un sistema di potere che si tiene in piedi se tutto resta inamovibile. Un apparato di interessi che si autoalimenta e non ammette cambiamenti. Per farla breve, qualcosa che va ben oltre il gattopardismo.
In questo Murolo può aver visto giusto. Diversamente non si spiegherebbero troppe cose. Non avrebbe senso, ad esempio, l’inerzia politica del Pd rispetto ad un sindaco che è fuoriuscito dal partito. Non trova giustificazioni, inoltre, l’atteggiamento delle due componenti del Terzo Polo. Alcuni dei suoi consiglieri comunali mostrano segni di irrequietezza a corrente alternata. Senza però mai arrivare ad un redde rationem. Cosa li trattiene? Perché si mostrano malpancisti e nel contempo remissivi?
Per ragioni di spazio non andiamo oltre. Non prima, però, di evidenziare che Murolo, nonostante le sue dichiarazioni così poco rassicuranti sulla tenuta finanziaria del nostro Comune e sull’operato dell’attuale Amministrazione, mostra un ottimismo di fondo.
E’ ottimista, infatti, quando afferma che dietro l’angolo vede la svolta. “E’ solo questione di tempo -assicura- il tempo che questa maggioranza impiegherà per mettere la parola fine alla propria agonia politica”.
Sia chiaro, il suo è un ottimismo che non fa difetto di una sana dose di realismo. Poi, infatti, puntualizza che “bisognerà costruire ripartendo dalle macerie, e questa sarà una grande sfida”.
E’ ottimista quando ritiene che il voto delle politiche si rifletterà su qualche mese in sede locale.
E’ ottimista sulle prospettive politiche dell’opposizione in vista di una proposta politica alternativa, qualificata e vincente.
Qualche in dubbio, su tanto ottimismo, in tutta onestà c’è. Tuttavia, chi fa politica, ed ha anche la responsabilità di riscaldare i cuori, deve essere giocoforza ottimista. Dare cioè una speranza di cambiamento. Indicare una via d’uscita rispetto alle difficoltà e al grigiore del presente.
Fa bene, quindi, Murolo ad esserlo. A prescindere dal fatto se ne è davvero convinto. In ogni caso, gli tocca essere ottimista.