Cava de’ Tirreni, il sindaco Servalli non ha più una maggioranza ma per ora resta in sella: sono tutti impreparati a succedergli!
Servalli comunque non cadrà, almeno nell'immediato, ma dovrà contrattare e guadagnarsi di volta in volta il sostegno. Per dirla tutta, il rischio è di assistere ad uno squallido mercato politico di favori e accordi più o meno sottobanco
La presa di distanza dalla maggioranza dei consiglieri comunali di Azione era preannunciata da tempo. L’esito scontato e negativo delle elezioni provinciali è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma niente di più. I consiglieri di Azione -come diversi altri in verità, alcuni dei quali tuttora in maggioranza e addirittura nel Pd- sono in sofferenza da tempo. D’altra parte, le loro parole nella conferenza di stampa di ieri coincidono perfettamente con le critiche che da tempo rivolgiamo all’Amministrazione Servalli.
C’è però un particolare. Il nostro giornale viene qualificato dalla corte di Servalli come stampa nemica per il solo fatto di non aver fatto sconti nell’esprimere senza alcun timore riverenziale giudizi negativi sul suo operato. I consiglieri di Azione, invece, finora sono stati legittimamente parte più che organica della maggioranza di centrosinistra al governo della nostra città. Questa, in fondo, è la differenza che passa tra giornalismo e politica. Ed è quella che dovrebbe esserci, ma che quasi per nulla c’è nella nostra città, tra giornalisti e politici.
Detto questo, possiamo ora immaginare che Servalli e i suoi siano alla frutta? Assolutamente no. Vediamo il perché.
Partiamo da un dato all’apparenza certo. Oggi la maggioranza può contare su 11 voti, compreso il voto dello stesso sindaco Servalli. In pratica, due in meno per essere maggioranza. In conclusione, almeno ufficialmente, Servalli non ha più una maggioranza sicura su cui contare.
Sulla carta, l’opposizione conta 9 voti, di cui 7 espressioni delle varie componenti del centrodestra e altri 2 de La Fratellanza. Poi ci sono altri 5 consiglieri che non sono organici all’opposizione ma neanche in maggioranza. Tra questi, gli ultimi arrivati, ovvero i due consiglieri di Azione.
Servalli comunque non cadrà, almeno nell’immediato, ma dovrà contrattare e guadagnarsi di volta in volta il sostegno. Per dirla tutta, il rischio è di assistere ad uno squallido mercato politico di favori e accordi più o meno sottobanco. In soldoni, una vera e propria furfanteria politica a cielo aperto.
A questo punto il centrodestra potrebbe valutare l’opzione di far saltare il banco presentando una mozione di sfiducia al sindaco Servalli. In tutta onestà, appare evidente che una simile iniziativa al momento non sembra avere i voti necessari. Potrebbe essere utile, tuttavia, per smascherare la reale volontà di alcuni consiglieri sospettati di essere, per così dire, dei “collaborazionisti”. Insomma, tutti i componenti dell’opposizione, o presunta tale, sarebbero costretti a scegliere di votare contro o pro Servalli. Oppure astenersi o assentarsi, difatti, quindi, a votare a favore dell’attuale primo cittadino.
La verità è che Servalli resta in sella, per ora, soprattutto perché sono tutti impreparati a succedergli
La buona politica, infatti, impone un’altra strada, ovvero quella di lavorare per creare un’alternativa di governo credibile nel più breve tempo possibile. Alternativa che, anche comprensibilmente, al momento non c’è. Diventata ora, però, un’esigenza urgente e improcrastinabile. La scelta di Azione ha quantomeno il merito di aver provocato l’accelerazione di un processo di scomposizione e ricomposizione politica.
Lavorare ad un’alternativa di governo, quindi, dovrebbe essere un obiettivo valido per tutti.
Per l’opposizione, soprattutto di centrodestra, che non può illudersi di raccogliere per grazia ricevuta lo scontento generalizzato che segna indiscutibilmente l’operato dell’Amministrazione Servalli. Per farla breve, chi nel centrodestra crede che, in vista delle prossime elezioni comunali, i giochi siano già fatti, sta soltanto illudendo sé stesso oltre che il proprio elettorato. La partita, al contrario, è tuttora aperta. Per vincere il centrodestra deve non solo proporre una squadra ed un programma di governo credibili, ma anche aprirsi politicamente per intercettare un voto moderato che ancora in larga misura non gli appartiene. Lo sfaldamento dell’attuale maggioranza costituisce per il centrodestra un’occasione assai ghiotta allargare il proprio orizzonte politico. Sarà capace di farlo? Finora ha prevalso una chiusura politica dovuta ad una scarsa volontà di confrontarsi unita alla pigrizia di guardare oltre gli steccati. Vedremo in seguito. Mai dire mai. In politica soprattutto.
A maggior ragione per quanti, come Azione e gli altri consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza, ma neanche inquadrati nell’opposizione di centrodestra e de La Fratellanza, da oggi si apre un’autostrada per costruire un’aggregazione politica alternativa politica e civica. In altre parole, se oggi ancora non ci sono le condizioni per far terminare anzitempo l’Amministrazione Servalli, quest’altro troncone di opposizione non deve sprecare tempo nel concorrere a costruire un’alternativa di governo diversa da quelle offerte oggi dal panorama politico cittadino.
Con loro, in conclusione, può irrobustirsi quello che potrebbe essere il progetto della terza via, ovvero un’aggregazione che, puntando sulla qualità della proposta politica, raccolga da destra a sinistra quanti -formazioni politiche, civici, associazioni e singole personalità- desiderano contribuire al governo della città ma non intendono, da un lato, essere intruppati tra gli eredi del disastro di Servalli e, dall’altro, come portabandiera del centrodestra, ma neanche ridotti al ruolo da confratello di un populismo da processione.
In conclusione, mai come oggi i consiglieri comunale dei diversi tronconi dell’opposizione, ma lo stesso vale anche per chi è tuttora in maggioranza, devono avere un sguardo lungo. Guardare e pensare in prospettiva più che all’immediato. E ad agire di conseguenza.
“Non guardate al domani, ma al dopodomani” raccomandava agli amici Aldo Moro, che di politica ne capiva, eccome!
5.1.2024 – By Nino Maiorino – In conclusione: Servalli è costretto a fare il Sindaco per l’ignavia delle opposizioni e, in particolare, del centro-destra. Potrebbe accadere anche alle prossime elezioni, e sarebbe veramente il colmo. Speriamo che la sinistra riesca ad esprimere un candidato forte: personalmente spero che Gigino Gravagnuolo torni in campo, e se non lo vorrà fare l’altro Gigino, Petrone, esca dalla ambiguità nella quale si è relegato.