Cava de’ Tirreni, giudizio negativo dei Revisori dei Conti: le ambasce di Servalli e i suoi e le divisioni delle opposizioni
Con l'ultimo giudizio negativo, circa l'approvazione del rendiconto per l'esercizio finanziario 2022, espresso dal Collegio dei Revisori
I conti del Comune di Cava de’ Tirreni continuano a fare notizia. E a preoccupare. Anche per i nostri portafogli. A quanto pare di capire, poi, siffatto stato di cose permarrà ancora per un bel po’. Purtroppo.
Veniamo ai fatti. Con l’ultimo giudizio negativo, circa l’approvazione del rendiconto per l’esercizio finanziario 2022, espresso dal Collegio dei Revisori di Conti, balzano agli occhi due costanti. Una contabile, l’altra politica.
La prima costante, quella contabile, consiste nella circostanza che passano gli anni e cambiano i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti, ma non muta il giudizio negativo dell’organo di revisione.
Era successo a febbraio scorso con il piano di alienazione clicca qui per leggere. E prima ancora nel settembre 2021 con il piano di rientro clicca qui per leggere.
Il sindaco Servalli si affanna nell’edulcorare la situazione. Afferma, infatti, che è stato avviato un percorso virtuoso per portare in una condizione di equilibrio economico finanziario strutturale e di sicurezza il bilancio dell’Ente.
Sarà. A smentirlo però sono dei tecnici, ovvero i Revisori contabili, il cui presidente è stato nominato proprio da Servalli e dai suoi clicca qui per leggere.
Nella loro relazione dello scorso lunedì 5 giugno, i Revisori asfaltano letteralmente la proposta di delibera consiliare e lo schema di rendiconto per l’esercizio 2022, approvati dalla Giunta Servalli quasi un mese prima clicca qui per leggere la relazione dei Revisori dei Conti.
Toccherà ora ai consiglieri comunali di maggioranza la responsabilità di approvare il rendiconto così come predisposto dalla Giunta Servalli. Al contrario, accogliere le raccomandazioni espresse dai Revisori contabili. In altre parole, bocciarlo per una sua eventuale rimodulazione.
E’ una brutta gatta da pelare. Che ambasce per Servalli e i suoi! Meglio non trovarsi nei loro panni. In gioco, vi è in primis la responsabilità politica di sostenere l’Amministrazione comunale.
Questo, da un lato.
Dall’altro, però, vi è la responsabilità di mettere in gioco il proprio patrimonio. In caso di danno erariale accertato, le conseguenze sarebbero pesanti. La giustizia contabile forse sarà pure lenta, ma è inesorabile e colpisce con estrema durezza e severità.
Veniamo adesso alla seconda costante, quella politica. Si tratta della sempre più evidente divisione delle opposizioni presenti in Consiglio comunale. Su quest’ultima vicenda, infatti, ancora una volta vi è stata una posizione unitaria di Siamo Cavesi, Forza Italia e La Fratellanza. Assente del tutto Fratelli d’Italia.
A questo punto, viene da chiedersi: è Fratelli d’Italia che si sfila? O, invece, non viene consultata e resa partecipe dalle altre forze di opposizioni?
Nel primo caso, vorrebbe dire che Fratelli d’Italia preferisce, per qualche ragione che non comprendiamo, non condividere e allinearsi alle posizioni delle altre opposizioni. Nel secondo caso, invece, Fratelli d’Italia risulta emarginata, esclusa dai ragionamenti delle altre opposizione. Costretta così a vivere in uno “splendido” isolamento politico.
Quel che sorprende, tuttavia, è anche l’assenza di una presa di posizione netta, autonoma e pubblica della dirigenza cittadina di Fratelli d’Italia. In particolare, su un tema così delicato, qual è appunto la situazione finanziaria del Comune di Cava de’ Tirreni.
Ci sarà di sicuro uno sconosciuto e tuttavia valido motivo per questo assordante silenzio. Sarebbe ora che il coordinatore cittadino Napoli dicesse al più presto la sua in proposito. Almeno questo è l’auspicio. E il nostro giornale è ben lieto di ospitare le sue dichiarazioni.
Per ora, quello che emerge, è un’opposizione divisa. Circostanza, questa, che non piace affatto alla stragrande maggioranza dell’elettorato cavese.
E quindi anche monca, perché si dica quel che si vuole, ma senza Fratelli d’Italia è un’opposizione mutilata. Inequivocabilmente parziale e incompleta.
Su queste basi, quale credibile alternativa di governo potrà essere proposta? E con quali reali possibilità di successo?