Cava de’ Tirreni, domani Gianpio De Rosa sarà eletto alla guida di Fratelli d’Italia
Da un lato apre al civismo visto come un interessante valore aggiunto, salvo poi affermare che esso non deve essere un "ostacolo alla formazione di un’alleanza di matrice politicamente chiara e riconoscibile dall’elettorato". Ragionamento che non fa una grinza, ma che di fatto chiude al civismo
“A tre settimane da oggi, io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà! Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli, a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perché sarete nei Campi Elisi, e sarete già morti! Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità!”.
Chi non conosce questo breve ma intenso e incisivo discorso di incitamento alle truppe romane prima della battaglia iniziale nel colossal Il Gladiatore, pronunciato da Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio? clicca qui
E poi l’iconica frase, sempre affidata alla profonda ed inimitabile voce di Luca Ward, doppiatore di Russel Crowe: “Al mio segnale, scatenate l’inferno” clicca qui.
Vi state chiedendo dove voglio andare a parere rievocando l’epicità del film di Ridley Scott. E’ presto detto. Queste scene cinematografiche memorabili mi sono venute alla mente nel leggere il documento politico-programmatico di Gianpio De Rosa, che domani sarà nominato dall’assemblea cittadina di Fratelli d’Italia quale leader del partito a Cava.
Non ce lo vedete a Gianpio nei panni del Gladiatore mentre saluta i suoi con due impegnativi sostantivi: Forza e Onore? Capisco e convengo. Ed è meglio così, anche perché non vorrei inimicarmi l’avvocato Alfonso Senatore, il quale ha la pretesa di avere lui il copyright gladiatorio.
Scherzi a parte, il documento del nostro Gianpio è una gladiatoria chiamata alle armi. Quelle della politica, ovviamente. E’ una gragnola di slogan, una sequela di buon propositi, una sfilza di obiettivi. Non mancano le contraddizioni. Da un lato apre al civismo visto come un interessante valore aggiunto, salvo poi affermare che esso non deve essere un “ostacolo alla formazione di un’alleanza di matrice politicamente chiara e riconoscibile dall’elettorato”. Ragionamento che non fa una grinza, ma che di fatto chiude al civismo, buono per essere asservito ma non con pari dignità politica.
E’ questo un elemento di chiarezza. E, al momento, per quello che si vede in giro, De Rosa ha ragione e dalla sua ha la realtà dei fatti. In ogni caso, tradotto significa che i civici di Siamo Cavesi sono accettati solo se organici sic e simpliciter al centrodestra. In altre parole, il civismo ha spazio se si irreggimenta. Anzi, qualcuno potrebbe dire, che il civismo per Fratelli d’Italia ha spazio se entra in caserma. Nella speranza che alle porte non siano incise le parole del Sommo Poeta: «Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate». Ad ogni modo, se questo vale per Siamo cavesi, una realtà politica consolidata, figuriamoci per gli altri.
In tutta onestà, questo passaggio è quello più significativo e importante del documento politico. A Gianpio De Rosa va dato atto di aver espresso e messo nero su bianco una linea politica. Non è poco. Per questo, in tutta onestà, gli facciamo i complimenti. Era ora che nella nostra città Fratelli d’Italia esprimesse con chiarezza la propria linea politica. Poi, si può essere d’accordo o meno. E’ tutto legittimo. Da oggi, però, nessuno può contestare al partito leader della coalizione di centrodestra di essersi dato con nettezza un preciso indirizzo politico. Chiaro e inequivocabile.
Per il resto che dire? Non c’è una parola sulla pochezza dell’attuale Amministrazione comunale. Vero è che il partito cavese della Meloni questo lo ha detto e ripetuto più volte. Noi, tuttavia, siamo dell’opinione che ripetere il giudizio negativo su Servalli e soci dovrebbe essere un mantra. Non fosse altro per evitare equivoci e malignità. Allo stesso tempo, capisco certe difficoltà, avendo invitato il sindaco Servalli a parlare, tanto da inserirlo persino nel manifesto tra gli interventi (sic!). Anche in questo caso, siamo dell’opinione che ribadire la posizione su Servalli e i suoi sarebbe tornato utile per fugare dubbi, sospetti e cattiverie spicciole.
A Gianpio De Rosa e a Fratelli d’Italia formuliamo i nostri auguri, nella speranza che siano protagonisti nel rilancio della nostra città e non nell’affossarla definitivamente.
Noi ci speriamo. Certo, le perplessità e i timori non mancano. C’è un passaggio del documento di Gianpio De Rosa sul quale mi sento vicino a San Tommaso nella sua santa incredulità. E’ quando il nostro afferma che “non abbiamo posizioni precostituite, né ne avremo”.
Ottimo proposito, ma sarà proprio così? Forse. Mi auguro di avere anch’io uno che, come Gesù fu per San Tommaso, mi dicesse: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”.
Sarebbe bello, ma ora davvero pretendo troppo!