Cava de’ Tirreni, Adolfo Salsano e i topi che scappano quando la nave affonda
Per la prima volta, Salsano ammette che ci sono stati degli errori tali da provocare la situazione fallimentare in cui è stato ridotto il nostro Comune
Nel leggere le dichiarazioni rilasciate al nostro giornale dal presidente del Consiglio comunale cavese Adolfo Salsano clicca qui pe leggere, abbiamo, per così dire, avvertito diverse e contrastanti sensazioni.
Per primo, in assoluto, abbiamo rammentato un notissimo proverbio: “quando la nave affonda, i topi scappano”. La nave di Servalli, da tempo alla deriva, ormai sta per affondare. La sensazione è che a cercare di scappare saranno in tanti. Anzi, quelli più vicini alla tolda di comando potrebbero essere i più lesti nella fuga. Succede. Anzi, è sempre successo. Diciamo che quello di Adolfo Salsano è un segnale forte e significativo.
Per la prima volta, però, Salsano ammette che ci sono stati degli errori tali da provocare la situazione fallimentare in cui è stato ridotto il nostro Comune. Vero è che lui si tira fuori. La colpa, ovviamente, è degli altri. E questo, per un politico, è scontato. Non sappiamo se la Corte dei Conti sarà dello stesso parere qualora continuerà a mettere il naso nei conti e più ancora nelle pieghe del bilancio comunale.
Oddio, c’è da chiedergli: ma lui dove era in questi ultimi anni? Non era lui quello che teatralmente scendeva dallo scranno della presidenza per perorare la causa dei conti in dissesto dando la colpa agli amministratori del passato? Non era forse lui insieme a Servalli quello che attaccava i revisori dei conti, rei di fare il loro dovere di controllo e verifica contabile, trattandoli alla stregua di delinquenti ed incompetenti?
Ad ogni modo, per Salsano la responsabilità è non solo della politica, ma anche dei dirigenti comunali o più genericamente degli uffici dirigenziali. Probabilmente non ha torto. Sarebbe giusto, però, che i cittadini venissero informati sia di quali dirigenti o funzionari si stia parlando sia quali siano in concreto queste responsabilità. Sparare nel mucchio dà più l’impressione di un comodo scaricabile, che lascia però il tempo che trova.
In verità, tutto questo appare, eufemisticamente, quantomeno di dubbio gusto. Stiamo parlando, infatti, degli stessi dirigenti comunali di cui in più occasioni in Consiglio comunale si sono pubblicamente apprezzate doti umane e qualità professionali. E in più di un’occasione. Da parte del sindaco Servalli in primo luogo, ma anche dello stesso presidente Salsano.
Non solo. Stiamo parlando degli stessi dirigenti ai quali sono stati liquidati legittimamente gli emolumenti per aver conseguito gli obiettivi definiti nel PEG (Piano esecutivo di gestione). Oggi scopriamo che i dirigenti del nostro Comune, o qualcuno di loro, hanno commesso degli errori tali da determinare la delicata situazione finanziaria del Comune. Qualcosa non torna.
Ad ogni modo, Adolfo Salsano è un uomo di coraggio. Sì, perché ci vuole del fegato nel voler restare ancora in sella e di guardare, lui che di questa maggioranza fallimentare è un pezzo da novanta e non certo l’ultimo dei gregari, ai civici in una prospettiva politica futura.
Sarà difficile per lui trovare una scialuppa di salvataggio nel giovane Eugenio Canora, il quale ha avuto il coraggio di prendere da tempo una posizione netta e chiara riguardo a questa Amministrazione comunale. Uscendosene con dignità dalla maggioranza, non come Salsano che continua a restare incollato alla poltrona di presidente del Consiglio comunale. Canora, d’altronde, è lo stesso consigliere maltrattato e sbeffeggiato anche dallo stesso Salsano clicca qui per leggere. Spiace per quest’ultimo, ma riesce difficile immaginare che ci possa essere un percorso politico comune con Canora e i suoi sodali. Giovani sì, fessi no.
La sensazione è che Adolfo Salsano potrà avere un futuro politico solo con Luigi Petrone. Forse, però, in quanto anche questo è tutto da vedere.
La verità è che chi continua a tenere in vita quest’Amministrazione comunale non avrà un futuro fuori di essa. In politica, la responsabilità è collettiva. Da Servalli a Salsano, da Nunzio Senatore a Narbone, da Leo a Mandara, e via di questo passo, sono comunque responsabili del disastro compiuto da questa Amministrazione comunale. D’altronde, non avranno scampo neanche quanti come De Filippis e Manzo, ma anche Gambardella e Avagliano, se non si affretteranno a venir fuori dal limbo. Quanto più resteranno “tra color che son sospesi”, minori saranno la possibilità di toccare nuovamente palla nella politica che conta.
Un’ultima annotazione. Riguarda il Pd. Consigli non richiesti i nostri, ovviamente, ma che potrebbero tornare utili. Almeno per riflettere. Le parole di Adolfo Salsano, infatti, impongono una seria riflessione ai democrat. Se questo partito vuole salvare il salvabile deve necessariamente e, al più presto, voltare pagina. Deve staccare la spina all’Amministrazione Servalli senza aspettare che l’ordine arrivi da Salerno, Deve puntare da subito su chi ancora ha un’immagine politicamente presentabile, a cominciare dalla Iuliano, dalla Landi e dalla Padovano Sorrentino, per avviare un proprio processo di rinnovamento ma anche di rigenerazione del centrosinistra, guardando a quei civici di cui parlava Salsano. Solo se il Pd sarà capace di cambiare, di puntare insieme a tutto il centrosinistra ad un nuovo personale politico individuando esponenti presentabili, nonché di scomporre e ricomporre il suo quadro politico di riferimento, allora avrà buone possibilità di recuperare quell’elettorato di centrosinistra attualmente deluso e smarrito.
L’impressione, però, è che in questo Pd non ci sia la forza necessaria per avere un cambio di rotta così drastico. Peccato. Insieme a Servalli, purtroppo, rischiano seriamente di andare a picco anche dei pezzi pregiati. In ogni caso, questo non è un bene per la città. A prescindere di chi prossimamente sarà chiamato a governarla.
la nave è già un rottame, prima demoliamo il relitto meno inquiniamo la nostra città