La visione politica di ampio respiro di Armando Lamberti nel grigiore del presente
La corposa intervista ad Armando Lamberti, pubblicata oggi dal nostro giornale, meriterebbe una riflessione altrettanto consistente. La cosa, però, non è delle più agevoli. Anzi, forse è impossibile. Ci limitiamo allora a poche e brevi considerazioni.
Cominciamo con il dire che non sappiamo se Lamberti sarà candidato a sindaco alle prossime comunali, né quale sarà il suo futuro ruolo politico e, a maggior ragione, se mai un giorno sarà sindaco. Sta di fatto, però, che il nostro parla da primo cittadino. Traccia un progetto di città, cerca di gettare lo sguardo oltre l’orizzonte. Non tutto sarà condivisibile e realizzabile, ma Lamberti fa intravedere un disegno della città e mette in campo una visione politica di ampio respiro. Insomma, da corpo alla speranza, lascia spazio all’immaginazione, al sogno. E fa la differenza rispetto ad altri che vivono a loro agio questa stagione politico-amministrativa da encefalogramma piatto.
Detto ciò, va chiarito che Armando Lamberti conferma tanto la sua appartenenza al centrosinistra quanto la sua sincera volontà di trovare un punto di incontro con l’attuale Amministrazione, per diventare in prospettiva organico alla maggioranza che sostiene Servalli. Non è un nemico di quest’ultimo, anzi, gli è tanto vicino che si appresta a dargli gratis il sostegno alle prossime elezioni provinciali.
Per questo, però, le sue critiche sono ben più consistenti di altre che magari risultano al più essere delle fastidiosissime punture di spillo, ma soprattutto si rivelano molto più credibili e autorevoli. E lo fa partendo da un giudizio sugli attuali amministratori che non è negativo: “persone volenterose, con intenti onesti. Ma queste sono solo precondizioni: non bastano per determinare l’auspicato rilancio di Cava de’ Tirreni”. In altre parole, dei bravi ragazzi, ma nel complesso, con le dovute eccezioni, politicamente modesti, alcuni finanche prossimi alla nullità, che restano tali anche se raccolgono alcune centinaia di voti.
E va giù duro quando sostiene che questa maggioranza si è presentata e porta avanti “un programma minimalista, indicando il Palaeventi come opera strategica (e ancora fermo) e poi promettendo una gestione efficiente dell’ordinario”. E poi, con un’acrobazia tutta democristiana di scuola morotea, indora la pillola riconoscendo le difficoltà del contesto, ma anche che “la tanta auspicata svolta è stata avviata, anche se non è stata ancora (compiutamente) realizzata”. C’è poco da aggiungere al riguardo, se non ricordare “gli equilibri più avanzati” di cui cinquant’anni fa disquisiva Aldo Moro, ma anche di quanto in politica la misericordia spesso corra seriamente il rischio di confondersi con la presa per i fondelli.
D’altro canto, Armando Lamberti mostra di avere uno spessore culturale e un passo politico completamente diverso, e di gran lunga più consistente, quando parla ed elenca alcune delle “scelte strategiche che ci attendono e che faranno la differenza”, così come quando indica nella cultura, nella formazione e nell’innovazione tecnologica, gli elementi fondanti del futuro sviluppo della città.
Insomma, siamo ad un altro livello politico, culturale, valoriale, etico. E’ il livello di chi viene da lontano e che ha le carte in regola per andare ancora più lontano. Per questa ragione, ci sarebbe ancora tanto da commentare, ma non intendiamo approfittare ulteriormente della pazienza dei nostri lettori.
Resta da capire, però, se dopo quasi due anni di confronto il movimento civico guidato da Armando Lamberti troverà un’intesa politica con il sindaco Servalli e con il Partito Democratico con l’ingresso in Giunta del nostro.
Se le parole non sono vuote, ma hanno un loro significato, l’intervista che pubblichiamo lascia intendere che sono assai poche le probabilità che quest’intesa ci sarà. Sì, perché quando Lamberti ricorda che “un’Amministrazione sarà ricordata non tanto per le cose che ha fatto ma per quelle che poteva fare e non ha fatto”, in effetti ha già pronunciato una sentenza di condanna. A poco più di un anno dalla fine della consiliatura, a meno di un miracolo quel che è stato fatto non potrà di sicuro essere cambiato nel suo scorcio conclusivo.
E quando parla di quella che i cittadini chiedono alla politica, ovvero di “non lasciarsi trascinare o bloccare dagli eventi, dalle ristrettezze del presente, dalle difficoltà dell’immediato, dal quieto vivere quotidiano, così come dalla paura di osare, di immaginare e sperimentare le innovazioni”, parla per sé e di sé in prospettiva, non certo dell’Amministrazione Servalli di cui, al contrario, sembra scattare in negativo la fotografia.
Infine, quando cita Elif Shafak, nella celebre massima che “se è vero che non possiamo cambiare la direzione del vento, è altrettanto vero che possiamo sistemare le vele in modo tale da raggiungere sempre la nostra destinazione”, Lamberti ancora un volta è proiettato verso il futuro e non calato in un presente dove ormai c’è politicamente poco o nulla da cambiare o sistemare.
Poi, come dire, in politica mai dire mai, tutto è possibile. E magari ritrovarci domani Armando Lamberti assessore nella Giunta Servalli.
Conoscendolo dai banchi del liceo, però, questa sua vocazione al suicidio ci appare assai improbabile!
Caro direttore, io non ho conosciuto il professore, il vicesindaco, l ‘ avvocato, il regista Armando Lamberti al Liceo. Poco dopo.
Ho avuto il piacere – che, alla stregua dei suoi successi personali, professionali ed accademici e’ divenuto onore – di poter studiare alcuni anni con lui.
Ne ho sempre ammirato l’ intenso amore per la cultura in generale e giuridico-classica in particolare, e per il ben fare, il fare bene ed il fare del bene, stimolato ancor più dalla sua profonda fede e dalla volontà di rendere alla comunità, ove si trova ed agisce, i talenti a lui concessi secondo i principi della recente parabola evangelica.
Non posso ovviamente entrare – ne’ ho le competenze per giudicare – nelle scelte amministrative dell’ Assessore e quelle politiche del leader del movimento che lo ha fatto eleggere negli organi comunali. Resta il dato oggettivo che ora la Giunta lo vede perno, non vi è attentato alla vita né propria né altrui da questa sua scelta; condivido quanto da te scritto e sono ben sicuro che per la nostra comunità cittadina Armando Lamberti sia una grande risorsa, da coltivare ed incentivare, secondo quanto meglio si possa fare. La recente stagione culturale cittadina ne ha dato prova.
D’ altronde, uno degli acronimi preferiti dal nostro, era e forse è tuttora, RALL, Regista Armando Lamberti Lungimirante.