Coronavirus, il taglio dei dazi alla Cina spinge le borse merci
Non solo mercati finanziari e petrolio ad aumentare sono anche le materie prime agricolo nelle borse merci con l’andamento delle quotazioni della soia che rimbalza e torna a salire dopo un lunga serie di sessioni in negativo sull’ondata recessiva provocata dall’emergenza coronavirus.
E quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base degli andamenti del Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del commercio delle materie prime agricole, dopo l’annuncio del dimezzamento dei dazi cinesi sulle importazioni dagli Stati Uniti che sono fra i principali produttori mondiali di soia.
Una decisione che segue l’intesa già raggiunta tra Stati Uniti e Cina sui dazi e che punta a contrastare le conseguenze dell’emergenza sanitaria sull’economia del paese asiatico ma anche gli effetti a valanga sul mercato globale e sulle piazze finanziarie spaventate dal calo degli acquisti da parte di Pechino con le limitazioni di scambio e trasporti causati dalle misure anti contagio.
La Cina è infatti la più grande consumatrice mondiale di soia ed è costretta ad importarla per utilizzarla nell’alimentazione del bestiame in forte espansione con i consumi di carne.
“La soia – precisa la Coldiretti – è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti”.
“L’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è infatti – sottolinea la Coldiretti – sempre più fortemente integrato con i movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime agricole”.
“Un cambiamento che riguarda direttamente l’Italia che – precisa la Coldiretti – è il primo produttore europeo di soia con circa il 50% della soia coltivata ma che è comunque deficitaria e deve importare”.
“Una situazione che – conclude la Coldiretti – va attentamente monitorata dall’Unione Europea per salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui il cibo è tornato strategico nelle relazioni internazionali, dagli accordi di libero scambio alle guerre commerciali come i dazi di Trump, la Brexit o l’embargo con la Russia”. (fonte Coldiretti)