Cava, su emergenza Covid e vaccinazioni dura lettera aperta di Rifondazione Comunista al Direttore Sanitario del Distretto 63
“Mistero e silenzio assoluto sulle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali)”
“Le chiediamo di lasciare al suo superiore l’onere ed il piacere di provvedere alla sua sostituzione”
“Egregio responsabile della nostra sanità territoriale, già nel mese di ottobre la Cgil di Cava le chiese notizie sul mistero delle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), servizio quanto mai necessario in epoca Covid19, il silenzio più assoluto; per televisione poi a “Chi l’ha visto” abbiamo saputo che sia Cava nord che Cava sud erano, per concessione del Comune e per due mesi, allocate presso i locali circoscrizionali di Santa Lucia, servizi pagati ospitati dal nostro municipio”.
Principia così, senza troppi giri di parola, la lettera aperta al Direttore Sanitario Distretto 63 Cava de’ Tirreni da parte del Circolo Rifondazione Comunista Francesco Gagliardi della cittadina metelliana.
“Il servizio (attivo da quando?), non è stato mai pubblicizzato -incalza la lettera di Rifondazione Comunista- Nel buio di una comunicazione più inesistente che vergognosa e che lascia molti dubbi. Tutto ciò fa il paio con i vari dipartimenti che, pur guidati da operatori altamente professionali, sono lasciati completamente allo sbando, (basta recarsi presso una delle varie strutture); non parliamo dei nostri medici di base, lasciati soli nella diatriba delle vaccinazioni”.
“Ma lei chi è l’uomo invisibile? -si chiedono i rifondatori comunisti metelliani con un pesante j’accuse- Le vaccinazioni: l’ente comunale cerca di sopperire per quanto può, ma se manca il referente sanitario, sempre in procinto di pensionarsi, sono le fatiche di Sisifo. In questo momento abbiamo bisogno di un responsabile sanitario che dia certezze alla nostra gente, che si renda visibile, che faccia del campo il suo luogo decisionale”.
“Per questo noi -attaccano i rifondatori comunisti- le chiediamo di lasciare al suo superiore l’onere ed il piacere di provvedere alla sua sostituzione. E’ così vergognoso quello a cui stiamo assistendo che ci passa anche la voglia di continuare a scrivere. Anche perché, con grande sorpresa, abbiamo constatato che il distretto 63 non ha neanche l’indirizzo di posta elettronica e, quindi, siamo costretti ad inviare la nostra richiesta alla direzione generale dell’ASL Salerno”.