“L’Ausino mi comunica che abbiamo avuto un guasto importante sul terzo acquedotto che alimenta i serbatoi di Cava. Si è dovuto svuotare per poter fare un adeguato intervento. Da un’ora circa è stata rimessa in circolo l’acqua ma prima che i serbatoi si riempiano ci vorranno 3/4 ore. Mi dispiace”.
A scrivere poco fa questo post sui social è il sindaco metelliano Vincenzo Servalli.
Confesso che è una tristezza: il primo cittadino deve comunicare lui il guasto e scusarsi con i cittadini. Ma dov’è l’Ausino? E il suo presidente Agrusta?
Vero è che un guasto può succedere e c’è poco da lagnarsi. Resta il fatto, però, che sul sito dell’Ausino è comparso in mattinata un avviso in cui veniva annunciata la sospensione idrica, “dovendo eseguire un intervento di riparazione alla condotta adduttrice “Nuova Olevano”, nel tenimento di San Cipriano Picentino”… fino alle ore 19 di oggi 30/6/2020”.
A parte che fino alle 20 circa di oggi problemi non ce ne sono stati, ma possibile mai che una notizia così importante sia stata messa solo sul sito e sui social? Ma l’Ausino non ha un ufficio stampa? Non è in grado di diffondere un comunicato? Magari utilizzando l’Ufficio Stampa del Comune metelliano e perché no, per fronteggiare una possibile situazione di emergenza, chiedere il supporto della Protezione Civile per diffondere in modo capillare una siffatta informazione sul territorio?
Certo, poi, a quanto dicono, c’è stato un guasto più importante (ma dobbiamo crederlo?), creando disagio all’intera cittadinanza tanto da costringere il primo cittadino Servalli a doversi coprire il capo di cenere.
Non va bene, assolutamente. Un ente moderno che sovraintende una risorsa tanto importante non va gestito così in termini di comunicazione. Andava bene, forse, trenta, quaranta anni fa, ma adesso proprio no. Come avrebbero detto i nostri genitori, andava bene così al tempo di Cio-Cio. E, checché ne dica qualche menestrello di corte sempre pronto a giustificare l’ingiustificabile, la vicenda è a dir poco vergognosa.
Mi auguro che almeno rispetto al sindaco Servalli, e quindi rispetto a tutti gli utenti metelliani, a scusarsi sia il presidente dell’Ausino, il giovane Mariano Agrusta, il quale, davanti a sé, per uscirsene decorosamente, ha da scegliere tra tagliare qualche testa nell’ente che presiede o rassegnare le dimissioni.
Alla fine, immaginiamo, Agrusta non farà nessuna delle due cose e toccherà, al solito, al sindaco Servalli togliere le castagne dal fuoco. Metterci la faccia. E andare a copertura di un intero sistema. O no?