Cava de’ Tirreni, per il sindaco Servalli è giunto il tempo della… svolta buona!
Cava de' Tirreni, per il sindaco Servalli è giunto il tempo della... svolta buona!
C’è qualcuno che ha ancora il coraggio e la faccia tosta di raccontare che al Comune di Cava de’ Tirreni è tutto sotto controllo? Se fosse così, allora vorrebbe dire che nella nostra città la menzogna ha preso il posto della verità.
E’ di questi giorni la notizia, più che attesa, che il bilancio di previsione, da approvare in Consiglio comunale entro il 31 agosto scorso, non è stato neanche proposto dalla Giunta comunale.
Per farla breve, la Giunta comunale, come stabilito dalla legge, non ha approvato lo schema di bilancio 2022-24, così come l’atto di indirizzo per la redazione del DUP e del bilancio di previsione e ovviamente neanche il Documento Unico di Programmazione (DUP).
I motivi non si conoscono, di sicuro ci sono delle difficoltà a far quadrare i conti. Altrettanto certo è che si tratta di un fatto molto grave, sia da un punto di vista politico che amministrativo.
Tanto per capirci, mai come adesso il nostro Comune è un po’ come un auto in corsa, dove però l’autista non tiene o comunque ha difficoltà a tenere le mani sul manubrio.
Il bilancio di previsione, in effetti, è l’atto politico-amministrativo più importante per un ente. E’ lo strumento con cui si decide cosa e come spendere, oltre che incassare. Cosa realizzare, quali obiettivi perseguire. In altre parole, si programma la vita, l’attività dell’ente.
A maggior ragione, per quanto riguarda il nostro Comune, ora che è stato appena approvato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, con la previsione di ripianare in venti anni ben 58 milioni di debito di debiti. Senza contare gli altri 12 milioni di euro di debiti fuori bilancio, riconosciuti dal Consiglio comunale nella seduta prima di ferragosto.
In breve, quella che vive il nostro Comune è una situazione a dir poco delicata.
Da un punto di vista strettamente tecnico la situazione in qualche modo si risolverà, anche se bisognerà lottare contro il tempo. Forse la Giunta riuscirà a far quadrare i conti già nei prossimi giorni. E questo sarebbe un’eventualità positiva quantunque tardiva. Allo stesso modo, il Consiglio comunale potrebbe entro fine mese riuscire ad approvare questo importantissimo documento contabile. Forse. In caso contrario, la nomina prefettizia di un commissario ad acta porterà comunque all’approvazione del bilancio previsionale.
Si tratterebbe, in quest’ultimo caso, di un fatto politicamente ancora più grave. Molto più grave. In pratica, vorrebbe dire che i nostri attuali amministratori non sono nelle condizioni di governare la città. Sarebbe, in estrema sintesi, l’oggettiva certificazione di un fallimento politico ed amministrativo.
Il vero nodo da sciogliere resta quindi quello politico. A questo punto, infatti, non ci sono molte strade da percorrere per il sindaco Servalli e la sua maggioranza.
Vediamo quali.
La prima, sarebbe quella di chiudere questa esperienza e concludere anticipatamente il mandato avuto dai cavesi nel settembre 2020. Ci sarebbero sette-otto mesi di governo affidato ad un commissario prefettizio e quindi le elezioni comunali la prossima primavera. Sarebbe questo un modo drastico per evitare che la situazione si incancrenisca ancora di più. Sarebbe una generale presa di coscienza, che tornerebbe utile alla città. Più ancora al centrosinistra, che finirebbe così di stare sulla graticola per chissà quanto tempo ancora. Una decisione del genere richiede però una buona dose di coraggio. Nella maggioranza, soprattutto nel Pd, non sembra che ce ne sia molto. Almeno finora.
La seconda, potrebbe trovare una migliore accoglienza la proposta di un governo di salute pubblica, con una giunta istituzionale, formulata un anno fa da uno dei maggiori esponenti dell’opposizione, Marcello Murolo. Porre alla guida della città una squadra di assessori di particolare autorevolezza e competenza potrebbe essere una soluzione politica meno traumatica dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale. Consentirebbe, altresì, al sindaco Servalli di restare in sella. Ne guadagnerebbe non poco in termini politico-amministrativi, ma anche psicologici, considerate le pressioni e le difficoltà affrontate quasi in solitudine in questi ultimi mesi.
La terza, richiederebbe una presa di coscienza del sindaco Servalli. In altre parole, dare seguito alla sua promessa elettorale del 2015. Dare cioè concreta attuazione alla… svolta buona. Come? Azzerando tutto e ripartire con un esecutivo da formula uno. Pescare il meglio dalla politica e dalle professioni. Dalla società civile oltre che dal centrosinistra cavese. E magari anche salernitano. Il sindaco Servalli, è vero, non ha mai mostrato di aver un cuor di leone. Anzi. A questo punto, però, cosa ha da perdere? Potrebbe, è vero, rivelarsi un tentativo disperato per raddrizzare una situazione forse irrimediabilmente compromessa. Almeno, però, avrebbe l’onore delle armi per averci provato.
In verità, ci sarebbe pure una quarta strada, ma che tale non è. Sarebbe quella di continuare ad andare avanti alla giornata, a tentoni, come si sta facendo da oltre un anno. Una strada in salita e al buio.
In altre parole, continuerà questo tirare a campare che non fa bene a nessuno.
Non fa bene alla città, che mostra sempre più segni di preoccupante insofferenza.
E’ una sciagura per la maggioranza di centrosinistra, che di questo passo si ritroverà ancor più devastata tra le proprie macerie.
Non lo è per le stesse opposizioni, che loro malgrado, piaccia o meno, si ritroveranno in un deserto, dove la credibilità della politica e dell’istituzione comunale si sarà del tutto liquefatta come neve al sole.
I segnali di ciò ci sono tutti e sono preoccupanti. Basta dare uno sguardo ai social. Allo stesso tempo, deve far riflettere quello che è successo allo stadio una decina di giorni fa. La spiacevole contestazione di cui è stato vittima il consigliere Luca Narbone non può essere liquidata come un increscioso episodio, tanto occasionale quanto isolato. Tutt’altro. Non entriamo nel merito della vicenda, ma comunque è la spia di un disagio, di un malcontento. Al di là delle motivazioni più o meno opinabili, il malumore indubbiamente serpeggia nella città e non solo tra i tifosi della nostra squadra di calcio.
Tocca alla politica locale dare risposte concrete alle inquietudini della città e alle varie forme di protesta.
Far finta di nulla o comunque minimizzare o limitarsi a condannare sono i modi peggiori per affrontare le questioni sul tappeto.
In conclusione, non ci resta altro che confidare nel buon senso e nella lungimiranza del sindaco Servalli e della sua maggioranza.
Prendendo in prestito Manzoni: a loro l’ardua sentenza!
L’unica strada che stanno percorrendo è quella di durare 5 anni per intascare tutto quello che si può.