Cava de Tirreni, domani in Consiglio il Piano di riequilibrio fra altri debiti, denunce e mal di pancia
Cava de Tirreni, domani in Consiglio il Piano di riequilibrio finanziario fra altri debiti, denunce e mal di pancia
Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale sarà all’esame del Consiglio comunale. A quanto pare è un documento di circa ottanta pagine. Di sicuro non di facile comprensione per i non addetti ai lavori come chi scrive.
L’auspicio è che almeno sia compreso dai consiglieri comunali, che dovranno discuterlo e votarlo. A maggior ragione dai consiglieri di maggioranza, chiamati ad approvarlo.
Un fatto è certo. Il Consiglio comunale dovrà riconoscere anche la legittimità di quasi altri 12 milioni di debiti fuori bilancio. In altre parole, il debito del nostro Comune salirebbe così a ben 70 milioni di euro. Una bella cifra, si fa per dire.
Ogni commento al riguardo, è superfluo. Anche per dei semplici cittadini come noi, con una pressoché totale ignoranza in contabilità pubblica.
A quanto sembra, questi debiti fuori bilancio sono tutti o quasi relativi ad esercizi precedenti, ma che solo ora saltano fuori. Questo vuol dire che negli anni passati, diciamo negli ultimi cinque-sei anni tanto per essere chiari, sono stati occultati nei cassetti. In breve, la polvere nascosta sotto il tappeto.
Anche in questo caso, asteniamoci dal commentare. Altrimenti davvero spareremmo sulla Croce Rossa. O, al contrario, dovremmo chiedere subito un plotone per l’immediata esecuzione dei colpevoli di tanto scempio contabile.
Da altre indiscrezioni, sembra che il nostro Comune vanti residui attivi per circa 85 milioni di euro. In altre parole, se magicamente domattina il Comune riscuotesse tutti i crediti, il bilancio comunale tornerebbe felicemente in attivo.
Peccato, però, che le cose non stiano proprio così. Circa la metà dei crediti sono relativi ad anni precedenti il 2015. Questo vuol dire che molti di essi sono del tutto o comunque difficilmente inesigibili.
Gli 85 milioni di euro di credito vantati dal nostro Comune sono quindi come il miraggio di un’oasi ristoratrice nel deserto.
Queste alcune delle indiscrezioni raccolte. In ogni caso, è scontato che questa procedura di risanamento finanziario ricadrà sulle tasche dei contribuenti cavesi. Per i prossimi venti anni.
Tanto per capirci, i bambini di oggi saranno chiamati a risanare i debiti del Comune per un decennio o quasi.
In un simile contesto, così complesso e delicato, e per certi versi tragico, si inserisce l’esposto dell’avvocato Alfonso Senatore.
Viene prefigurato uno scenario molto torbido. La vicenda dell’approvazione del Piano di riequilibrio è letta e raccontata sotto un aspetto del tutto diverso. E’ lo sviluppo di avvenimenti concatenati. Protagonista e presunta vittima è il dirigente comunale Francesco Sorrentino.
I risvolti sono soprattutto penali.
Non sappiamo se i reati che sembrano emergere dall’esposto siano fondati. Sarà il giudice a decidere. Certo è che sono ipotizzabili a naso reati gravissimi. Dalla corruzione all’estorsione, dalla concussione all’abuso d’ufficio. Ma anche falso ideologico e forse altri ancora.
E’ comunque davvero incomprensibile che un dirigente comunale sottoposto a provvedimento disciplinare sia restato al suo posto. Con il sospetto poi di essere stato infedele su cosa? Proprio sull’eventuale approvazione del bilancio.
Perché allora non sospendere in via cautelare Sorrentino? Perché non trasferirlo in un altro settore, togliendoli la responsabilità contabile?
Queste domande sono più che legittime. Risultano degli evidenti motivi di opportunità. Anche senza necessariamente ipotizzare eventuali disegni criminali. Lo imponevano quantomeno ragioni di trasparenza.
Ad ogni modo, domani il Piano di riequilibrio va in Consiglio. Il clima, per quello che trapela, a Palazzo di Città è molto pesante. Qualche consigliere comunale minaccia di non votare. Qualche altro ha preferito andare o restare in vacanza.
L’impressione, tuttavia, è che il Piano sarà approvato. Non c’è altra strada per la maggioranza che sostiene Servalli.
D’altro canto, per come si sono messe le cose, per i cavesi forse è meglio così. Almeno sapremo di che morte morire e soprattutto, con le nostre tasche, cominceremo a risanare le casse del Comune. Tanto, è già da quasi un anno che ci viene con destrezza alleggerito il portafoglio. Siamo rassegnati al peggio.
Poi, alle prossime elezioni, quando ci saranno, vedremo. Per ora siamo incudine e ci tocca patire.