Cava de’ Tirreni, crisi finanziaria al Comune… «Quousque tandem abutere, Servalli, patientia nostra?»
«Quousque tandem abutere, Servalli, patientia nostra?».
L’altro ieri, a commento del nuovo pippone del sindaco Servalli alla locale emittente Telekabul, un ex amministratore comunale mi ha inviato questa frase di Cicerone con Servalli al posto di Catilina. Beh, l’accostamento mi pare un tantino eccessivo per più di un motivo.
Bisogna riconoscere, tuttavia, che il nostro sindaco Servalli in questo suo ultimo soliloquio televisivo mette davvero a dura prova la pazienza dei cavesi.
La sua è una narrazione disarmante. Ammette le difficoltà di bilancio ma minimizza oltre il lecito e il consentito. In altre parole, come avrebbe detto Ennio Flaiano, la situazione è molto grave ma pur tuttavia non è seria.
Allo stesso tempo, la sua è una narrazione irritante. Nega l’evidenza. Scarica le responsabilità sul passato. Fa intravedere complotti. Dice mezze verità o verità distorte.
L’impressione è che tenti una alquanto maldestra mistificazione della realtà dei fatti. Quel che più preoccupa, però, è il sospetto che non abbia piena consapevolezza del drammatico frangente finanziario che sta vivendo il Comune da lui guidato.
Più di un passaggio del suo monologo in tv merita qualche considerazione.
Ad esempio, quando sostiene che vi era un disavanzo di 20 milioni già al momento del suo insediamento nel 2015. Considerando che sono già sei anni che governa la città, c’è da capire dove erano stati nascosti questi disavanzi, visto che emergono solo ora. C’è di più. I revisori dei Conti del Comune nella loro relazione scrivono testualmente che prendono atto della volontà “di ripianare la perdita di esercizio 2020 con la riduzione della riserva da risultato economico di esercizi precedenti”. Più chiaro di così. Senza contare, poi, che in un solo anno, lo scorso, il 2020, il disavanzo è stato di 12 milioni di euro.
Un altro passaggio da segnalare è quando Servalli afferma che c’è stato un peccato di ingenuità da parte del Comune nel comunicare le nuove, esose tariffe, oggetto di polemica e proteste. In verità, più che altro bisogna parlare di totale assenza di comunicazione. Le delibere dello schema di Bilancio preventivo, del Documento Unico di Programmazione, dell’Atto di Indirizzo, così come quelle sugli aumenti delle tariffe, sono state portate a conoscenza dell’opinione pubblica cittadina dalla stampa dopo che erano state, per legge, pubblicate all’Albo Pretorio del Comune. Ma di quale ingenuità nel comunicare parla Servalli? Sarebbe il caso che, al riguardo, si facesse dare qualche dritta dall’ex sindaco Gravagnuolo, con cui è stato assessore, per avere lumi su come si comunica in modo corretto ed istituzionale. Gli potrebbe giovare molto.
C’è poi il passaggio sulla spesa del personale. Il Sindaco si affanna ad affermare che in questi anni è scesa. Trascura di chiarire che non è questo il punto dolente. Se con i numerosi pensionamenti di questi anni, infatti, il numero complessivo dei dipendenti è sceso, è scontato che la spesa complessiva per gli stipendi sia diminuita. Quello che, invece, conta è un altro parametro. E’ il rapporto tra la spesa del personale e le entrate. Questo rapporto che non dovrebbe andare oltre il 27%, nel nostro Comune è stata di gran lunga superato ed è oggi pari al 40,26% .
Servalli si supera quando poi si autoassolve e contrattacca chiedendo che gli venga indicato uno spreco di risorse comunali fatto durante la sua gestione. Beh, non ci vuole molto. Basta ricordargli le circa 90 assunzioni di personale delle categorie protette. Il risultato? E’ stato gonfiato a dismisura e in modo improprio e irrazionale l’organico comunale. Questo a scapito di figure professionali che risultano quasi completamente scomparse, dal fabbro allo stradino. E incidendo poi in modo evidente sulle casse comunali. Ci asteniamo, altresì, da considerazioni sul loro apporto al buon funzionamento della macchina comunale. In proposito, piuttosto il sindaco Servalli informi i cavesi sugli sprechi che ha eliminato durante la sua gestione. Non ci siamo dimenticati, infatti, dei suoi sani e disattesi propositi di spending review sbandierati nella campagna elettorale del 2015.
Fermiamoci qui.
Che dire di più? Il sindaco Servalli, e con lui i consiglieri comunali e i vertici del Pd cavese, farebbero bene a prendere coscienza della situazione finanziaria del nostro Comune e a dire la verità.
Smettetela, in conclusione, di raccontare favole, se non vere e proprie frottole. Non ingannate la cittadinanza raccontando di una situazione che non è poi così grave e di lamentarvi di essere sotto un attacco mediatico. Sono le delibere, approvate da Servalli e soci, che parlano di deficit strutturale dell’Ente comunale, di aumenti esorbitanti delle tariffe, di un programma di alienazione senza precedenti dei beni del patrimonio comunale, di un piano finanziario di rientro da lacrime e sangue.
Siate onesti. O le delibere che sono state approvate non sono veritiere e contengono sciocchezze, o vi arrampicate sugli specchi adesso, negando l’evidente e difendendo l’indifendibile. Delle due l’una. Non si sfugge.
Occorre smettere di giocare con la pelle dei cavesi. Dite la verità. Non scappate di fronte alla realtà. Assumetevi le vostre responsabilità. Le quali, peraltro, competono a chi ha l’onere e l’onore di essere stato posto alla guida della città.
Sono questi i presupposti per cercare di venir fuori, tutti insieme, nel migliore dei modi da questa triste contingenza finanziaria.
E’ questa, d’altronde, la strada per evitare che gli animi si infiammino più del dovuto (e sui social già ci sono i primi, inquietanti segnali), con il rischio di far diventare ingovernabile quello che ancora oggi lo è.
Poi la politica faccia le sue scelte, ma almeno tentiamo di salvare il salvabile.