LIBRI & LIBRI Quando l’amore e l’amicizia diventano sofferenza
È una storia d’amore e di passione, dell’amore in ogni sua forma espressiva, per le persone, per i luoghi, per la musica
Il libro, “Diario di un suonatore guercio” di Gildo De Stefano, verrà presentato domani, venerdì 9 febbraio, alle ore 17,00 all’Istituto Alberghiero “Della Corte-Vanvitelli” di Cava de’ Tirreni, che apre la 2ª edizione dei Caffè Letterari Metelliani, con relatori Pierpaolo Durante e Carolina Milite.
Di storie di amori infelici, mancati, è piena la letteratura. Ma questa vicenda imperniata su tre protagonisti è davvero singolare. Tommaso, pianista e compositore in carriera, penalizzato fisicamente da una parziale cecità derivata da una bravata giovanile, si innamora della bella Ilaria, cantante di grande fascino che però vede in lui soltanto una caro amico e compagno di comuni esperienze musicali.
Infine c’è Luca, esuberante e famoso crooner di ballad, spregiudicato, fascinoso, bello e dannato, ‘tombeur de femme’. Fra i tre si insatura inizialmente una solida amicizia fondata sul comune amore per la musica, ma un’amicizia che sfocia inevitabilmente nell’innamoramento e nel matrimonio fra Ilaria e Luca.
Di qui la delusione e lo strazio di Tommaso, che pensa al suicidio, non realizzato grazie al supporto psicologico di un altro personaggio del romanzo (una sorta di teosofo), alla passione per la musica che riesce a distrarlo dall’infelice proposito, e alla necessità di sostenere l’anziana madre rimasta recentemente vedova e sola. Come prevedibile, anche l’amore fra Ilaria e Luca – nel frattempo divenuto dipendente dall’alcool – subirà col tempo profondi mutamenti, per l’abbandonato giardino edenico dell’ardore amoroso e soprattutto per la mancanza di una volontà di vita in comune e di adattamento reciproco.
Di questa situazione non si avvantaggerà Tommaso, pur sempre invaghito, ma trasformatosi ormai in un fedele e rispettoso amico della bella e sfortunata donna. Triste e imprevisto il finale, con un inaspettato mazzo di fiori per Ilaria, che chiude un garbato triangolo amoroso in cui ogni ‘amante’ ha dato tutto quello che poteva, comprendendo e rispettando il sentimento degli altri due.
Fantastico, non tanto, con tracce autobiografiche dell’autore (anch’egli pianista) che al racconto aggiunge profonde riflessioni sulle emozioni e i sentimenti umani ma anche con spunti filosofici ed esistenzialisti, tuttavia meno esplicitati e più nascosti, rispetto alla precedente raccolta di racconti, sono celati all’interno della tragica storia del protagonista, inaspettata e dolorosa, che mette anche il lettore di fronte alla consapevolezza che tutto può cambiare da un momento all’altro, e mostra come un semplice “incidente” erroneo possa rovinare un’intera esistenza.
Romanzo di formazione, opera acerba e pesantemente intrisa di romanticismo, questo Diario introduce i temi cari al De Stefano musicologo, scettico sulle tesi avanzate da soloni settari come Scientology e il valore di riscatto dell’arte (la musica) rispetto al caos creativo che nasce dalle passioni.
In molte pagine del libro di De Stefano sono presenti riferimenti alla psicanalisi e a Nietzsche, infatti il crooner Luca rappresenta l’elemento dionisiaco dell’arte, mentre Ilaria identifica la pacatezza apollinea, più raffinata e matura ma ugualmente soggetta allo spirito autodistruttivo.
Il Blues mediterraneo di Tommaso – che è anche il sottotitolo di questo romanzo – rappresenta invece la mediazione tra le due forze e la nascita dell’arte dal fuoco delle contraddizioni. Il tono generale della narrazione è fortemente influenzato dallo spirito pietista che il padre del protagonista ha sempre promosso in famiglia.
Un libro, dunque, da leggere con molta attenzione per la sua delicatezza e intensità, che permette di delineare un quadro preciso sulle diversità dei tre protagonisti, con la musica jazz a fare da fil rouge.
È una storia d’amore e di passione, dell’amore in ogni sua forma espressiva, per le persone, per i luoghi, per la musica.
Annamaria Alagna