scritto da Pasquale Petrillo - 18 Febbraio 2024 09:03

La morte del dissidente russo Aleksei Navalny e i farisei di casa nostra

Navalny è per ora l'ultimo di una lunga serie di morti la cui unica colpa era quella di  opporsi alla politica del padrone del Cremlino. A dimostrazione che il tasso di democrazia nella Russia attuale non è affatto maggiore da quello che c'era ai tempi degli zar o dell'Unione Sovietica

foto Giovanni Armenante

La morte del maggiore dissidente russo, Aleksei Navalny, ripropone da un lato la violenza omicida del regime autocratico di Putin, dall’altro il pericolo che la Russia putiniana rappresenta per l’Occidente. Navalny è per ora l’ultimo di una lunga serie di morti la cui unica colpa era quella di  opporsi alla politica del padrone del Cremlino. A dimostrazione che il tasso di democrazia nella Russia attuale non è affatto maggiore da quello che c’era ai tempi degli zar o dell’Unione Sovietica. Ora non c’è più il KGB, ma resta l’apparato repressivo. Insomma, non è cambiato niente, se non in peggio. Putin anche per questo rappresenta sempre più un pericolo per l’Occidente. Per le sue mire espansioniste. Per la sua aggressività militare. Peggio ancora, però, sono le simpatie e le complicità che continua ad avere nel nostro Paese, tanto a destra che a sinistra. Così come nel mondo, a partire dagli Usa con le equivoche posizioni espresse da Trump. La guerra in Ucraina, d’altronde, in questo senso rappresenta la cartina di tornasole. Tanto in America, con i deputati repubblicani trumpiani che impediscono al presidente Biden di inviare altri aiuti militari al regime di Kiev, quanto in altre parti del mondo. Italia compresa, dove in tanti vorrebbero una pace “possibile”. In altre parole regalare a Putin i territori ucraini conquistati con l’invasione. In conclusione, anche nel nostro Paese sarà assai difficile se non impossibile vedere una manifestazione non oceanica ma almeno molto partecipata con il regime dittatoriale e assassino di Putin. Domani a Roma, in  piazza del Campidoglio, almeno ci sarà una grande fiaccolata contro Putin e per ricordare Navalny. Più di questo, con la presenza di non pochi farisei, sarà assai  difficile sperare di vedere.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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