Il Cynar e l’Italia che fu
Il Cynar, per molti versi, è uno di quei prodotti che nel nostro immaginario collettivo rappresentano l'Italia del boom, della rinascita dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale

In questi ultimi giorni ci hanno lasciati due grandi protagonisti del cinema. Nei giorni scorsi, la misteriosa morte della stella hollywoodiana Gene Hackman. Ieri, quella della nostra Eleonora Giorgi. Hanno per anni accompagnato, con le loro tante e memorabili interpretazioni cinematografiche, la nostra vita. In questi stessi giorni ci ha lasciato, all’età di 103 anni, anche Rino Dondi Pinton. Chi era costui, viene da dire? Semplice. E’ il quasi sconosciuto inventore di una bevanda diventata iconica: il Cynar, l’amaro digestivo rivoluzionario a base di carciofo. Il Cynar, per molti versi, è uno di quei prodotti che nel nostro immaginario collettivo rappresentano l’Italia del boom, della rinascita dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale. Chi ha qualche anno in più, non può non ricordare con nostalgia la sua pubblicità più riuscita. E’ quella con l’attore Ernesto Calindri che, seduto a un tavolino nel bel mezzo di una rotatoria nel caos del traffico cittadino, con la sua voce calda e stentorea consigliava di bere un sorso di Cynar «contro il logorio della vita moderna». In fondo, questo liquore era nato quasi come una medicina, utilizzando i principi attivi e salutari del carciofo. Con Pinton, ai più sconosciuto inventore, va via un altro pezzo dell’Italia che fu, quella della crescita felice che senza nostalgie si metteva alle spalle gli anni bui della guerra e della miseria.