scritto da Redazione Ulisseonline - 23 Luglio 2018 13:48

Una famiglia su cinque non ha pagato nel 2016 la tassa sui rifiuti

foto Angelo Tortorella

Una famiglia su cinque non paga la Tari. È quanto emerga da un’analisi di Crif Ratings condotta sui bilanci dei comuni italiani che ha analizzato i mancati incassi su base pro capite relativi alla tassa rifiuti del 2016, evidenziando le differenze emergenti a livello regionale, provinciale e di città metropolitane.

Secondo il report di Crif Ratings, a livello nazionale, ogni anno manca all’appello il 20% dei corrispettivi dovuti: un ammanco pari a 1,8 miliardi di euro nel 2016 per le casse degli enti locali (nel triennio 2014-2016 si è attestato mediamente intorno ad 1,7mld annui).

A guidare le città con maggiore evasione del pagamento, c’è Roma. Nella provincia di Roma – si legge in una nota – mancano all’appello 149 euro per cittadino e 198 euro se si considera Roma come città metropolitana, con la più bassa percentuale nazionale di riscossione sull’accertato (29%).

È sempre il Lazio – a livello regionale – a occupare il primo posto del podio della classifica regionale per il mancato incasso della tassa dei rifiuti con una media di 121 euro pro capite (51% la riscossione su importi accertati), seguito dalla Sicilia (circa 77 euro), la Campania (63 euro) e la Calabria (circa 45 euro). Tra le regioni virtuose si trovano quelle a statuto speciale del Nord Italia (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Val d’Aosta), la Lombardia e il Veneto con mancati incassi pro capite inferiori a 10 euro (ovvero meno dell’4% dell’accertato).

I dati relativi ai mancati incassi, esposti in modo aggregato su base pro capite per l’ambito territoriale di riferimento, sono calcolati come differenza accertamenti della Tassa Rifiuti e l’ammontare effettivamente riscosso. In generale CRIF Ratings rileva che la Tari rappresenta in media circa il 30% del totale delle entrate tributarie e risulta essere il tributo che maggiormente si presta a non essere pagato dagli utenti data la natura “quasi universalistica” del servizio. Infatti, risulta difficile discriminare la raccolta per le utenze morose. (fonte CGIA)

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