Coronavirus: l’anticipo delle riaperture di bar, ristoranti e pizzerie salva il Made in Italy
La riapertura anticipata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie, gelaterie e agriturismi ha un effetto a valanga sull’agroalimentare Made in Italy con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che ha raggiunto quasi 5 miliardi per effetto del lockdown.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la possibilità di anticipare le riaperture di alcune attività annunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“Il lungo periodo di chiusura – sottolinea la Coldiretti – sta pesando su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficoltà all’esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione”.
“Una anticipazione dell’apertura è necessaria per gli agriturismi che, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – sottolinea la Coldiretti – i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”.
“Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo – sostiene la Coldiretti – le strutture agrituristiche devono poter ripartire riaprendo i cancelli della cascine, i percorsi naturalistici, le aree con gli animali e la pet therapy e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy”.
“La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – conclude la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani per un valore di 85 miliardi di euro all’anno”. (fonte Coldiretti)