L’architettura ha questo di bello (o di brutto): tutti possono dire la loro.
E il parere di uno studioso della storia dell’architettura, di un critico, di un architetto o di qualsiasi altro addetto ai lavori, vale quanto quello di un qualsiasi passante.
Perché l’architettura ha pure questo di bello: non devi cercarla di proposito, la incontri per strada.
Fatta questa indispensabile premessa (che dunque accomuna la presente opinione a qualsiasi altra) possiamo pure convenire che qualsiasi architettura, anche pessima, possegga sempre qualche lato positivo.
Un punto dal quale si possa apprezzarla e dire: “tutto sommato da qui non è male”.
Questo tipo di valutazione vale come pure come alibi. Dinanzi ad un’architettura male riuscita si può sempre invocare un’attenuante generica.
Bene. Nel caso dell’edificio “Crescent”, in costruzione sulla spiaggia di Santa Teresa a Salerno, questo punto non esiste.
E questo rende, a mio parere, quell’architettura assolutamente speciale. Forse unica.
Da vicino, da lontano, dall’alto, dal mare, di profilo, in prospetto, in relazione con la costa e con gli edifici intorno. Di sbieco o con attenzione, con leggerezza o impegno, razionalmente o distrattamente: il “Crescent” è orribile da tutti i lati e in qualsiasi modo lo si osservi.
Tanto da mortificare, e peggiorare, anche la stazione marittima di Zaha Hadid che si trova nei pressi.
Tra le due architetture, coeve, sembra intercorrere una distanza temporale di almeno due secoli e di numerose rivoluzioni culturali.
Gli studenti delle facoltà di architettura dovrebbero venire a Salerno, in viaggio-studio, ad osservare il “Crescent” per imparare come non si fa.
Rilanciando il turismo (macabro).
Sul “Crescent” in “L’Archritico” avevo già scritto con: “Molto più che brutto”
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(foto tratte dal web)