Cava de’ Tirreni, a colloquio con Raffaelina Trapanese: “La guida della città non necessita solo di politici, ma anche di tecnici con specifiche professionalità”
Occorre un programma rispondente agli effettivi bisogni della città e che sia soprattutto concreto, fattibile, che non guardi al passato, bensì al futuro

Il viaggio di Ulisse online continua alla ricerca di quelli che potrebbero essere i fattori di rilancio della nostra città, Cava de’ Tirreni. Quest’oggi lo facciamo proponendo l’intervista ad un’educatrice che istituzionalmente opera nel presente formando per il futuro. Stiamo parlando di Raffaelina Trapanese, cavese doc, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale “San Nicola” di Cava de’ Tirreni. La Trapanese è indubbiamente un’eccellente e attiva espressione della società civile metelliana, ma con una breve e tuttavia significativa esperienza, dal maggio all’ottobre 2019, come assessore comunale con delega alla Pubblica Istruzione su nomina dal sindaco Servalli.
“Bisogna riavvicinare i cittadini e soprattutto i giovani alla politica. C’è bisogno di «civismo», di fiducia nelle istituzioni”
Non manca molto alla fine di questa consiliatura e quindi alle prossime elezioni per il rinnovo degli organi di governo municipale. Tenendo presente lo stato dell’arte della città e quello non particolarmente in buona salute del nostro Ente Comune, quali sono, come cittadino metelliano, le sue sensazioni al riguardo di questo prossimo appuntamento elettorale?
Come cittadina posso dire di aver sempre cercato di contribuire nel mio piccolo al benessere della comunità e della città, ora in vista delle prossime elezioni, non posso non percepire le mie e altrui perplessità che scaturiscono dalle evidenze di una gestione non sempre appropriata della res pubblica. Bisogna riavvicinare i cittadini e soprattutto i giovani alla politica. C’è bisogno di “civismo”, di fiducia nelle istituzioni, che non sempre però si traduce in partecipazione attiva in campo politico o associativo. Spero, quindi, che ci sia una partecipazione attiva alla campagna elettorale che sarà avviata nel prossimo futuro per pervenire al rinnovo degli organi di governo municipali che, spero, possano essere formati da donne e uomini animati da senso civico e con adeguate competenze.
C’è qualche indicazione che, da semplice elettore, vorrebbe dare ai partiti e, in generale, a quanti si accingono a prendere parte al prossimo agone elettorale locale?
In primis, ringrazio i miei concittadini che vorranno candidarsi alle prossime elezioni e mi sento di consigliare loro di coinvolgere gli elettori nell’elaborazione di un programma rispondente agli effettivi bisogni della città e che sia soprattutto concreto, fattibile, che non guardi al passato, bensì al futuro della città e che garantisca a tutti quei servizi ritenuti essenziali non solo dalla normativa vigente, ma anche dalla nostra Costituzione e mi riferisco al diritto all’istruzione, alla salute, e ai cosiddetti “nuovi diritti” tra i quali spiccano le problematiche riguardanti l’ambiente e la qualità della vita. Aggiungo, inoltre, che sarebbe opportuno presentare ai cittadini le persone che saranno alla guida della città, che necessita non solo di politici, ma anche di tecnici con specifiche professionalità competenti nei diversi settori da innovare, implementare e migliorare.
“Il buon governo deve avere una propria vision e una propria mission per una gestione strategica della cosa pubblica”
Si parla spesso di buon governo ma, secondo lei, quali sono i requisiti che lo caratterizzano o, meglio, che lo potrebbero e dovrebbero caratterizzare?
Buon governo è sinonimo di competenza, altruismo, senso civico, per cui le donne e gli uomini che lo costituiscono devono mettere da parte gli interessi personali e farsi portavoce solo ed esclusivamente degli interessi pubblici, che ogni buon governo deve perseguire. Mi ha colpito molto l’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo, un ciclo di affreschi realizzato da Ambrogio Lorenzetti che si può ammirare nelle sale del Palazzo Pubblico a Siena, in cui si può notare che l’Allegoria del Buon Governo è rappresentata da un vecchio e saggio monarca che siede su un trono, circondato da figure allegoriche come Giustizia, Temperanza, Prudenza, Forza, Pace. Dello stesso ciclo di affreschi fa parte il dipinto Effetti del Buon Governo in città, che mostra gli ottimi risultati di un sistema amministrativo illuminato e giusto. Un buon governo, quindi, deve avere una propria vision e una propria mission per una gestione strategica della cosa pubblica prefiggendosi obiettivi e incentivando comportamenti fattivi e condivisi.
Le idee, e quindi anche la politica, come suggeriva J.F. Kennedy, camminano sulle gambe degli uomini. Ecco, secondo lei quali dovrebbero essere i requisiti ideali per essere candidato a sindaco? E quale potrebbe essere l’iter migliore per arrivare alla scelta di un candidato sindaco?
Le idee hanno bisogno di donne e uomini validi per avere successo. Un’idea può essere anche brillante, ma fallisce se colui che la sostiene non è “all’altezza del compito”. Partendo da questo assunto, direi che il candidato sindaco dovrebbe avere bene in mente le azioni da mettere in atto per il perseguimento degli interessi pubblici, possedere forte senso di appartenenza alla comunità, capacità di sacrificio, capacità decisionali, resilienza, e competenze che lo mettano in condizione di esercitare una leadership diffusa, empatica, condivisa e collaborativa. Arrivare alla scelta di un candidato sindaco non è cosa semplice e richiede da parte dei cittadini una migliore partecipazione alla vita politica della città (cosa che ai giorni nostri purtroppo non succede) al fine di poter operare una scelta consapevole e non dettata da un mero passaparola (un malcostume attuale che alla lunga danneggia).
E per i candidati a consigliere comunale?
Non vorrei essere ripetitiva, ma anche i consiglieri comunali dovrebbero dimostrare in questo momento storico così delicato un forte senso di responsabilità e capacità di fare veramente gruppo condividendo obiettivi, programma e modalità di attuazione dello stesso.
Veniamo ai contenuti. Nel prossimo programma politico-amministrativo quali punti, diciamo almeno cinque, ritiene dovrebbero essere inseriti come indispensabili e prioritari?
Da donna di scuola non posso non soffermarmi sulla necessità di risolvere definitivamente i problemi legati all’edilizia scolastica, alla riorganizzazione della rete scolastica sul territorio, alla creazione di poli sportivi e ricreativi polifunzionali, alla viabilità e ai trasporti, alla tutela non solo del centro storico, ma anche delle nostre belle frazioni che soprattutto storicamente hanno tanto da raccontare. Inoltre, sarebbe opportuno avere in città un teatro e luoghi deputati a promuovere cultura.
“La città attraversa un momento molto difficile non solo da un punto di vista politico, ma anche sociale”
In un simile contesto, lei ritiene che la società civile cavese, di cui lei stessa è espressione, stia assolvendo (se sì, come e in che misura) al suo dovere civico di contribuire alla crescita politica e civile della città?
Ritengo che la società civile cavese stia facendo molti sacrifici anche se non possiamo parlare di una crescita politica e civile della città, che, anzi, attraversa un momento molto difficile non solo da un punto di vista politico, ma anche sociale, visti gli atti di vandalismo, i delitti contro la cosa pubblica, la carenza di servizi essenziali. È anche vero, però, che ai sacrifici bisognerebbe associare un’assunzione di responsabilità e non limitarsi solo ed esclusivamente a criticare, ma anche a costruire attraverso una migliore partecipazione alla vita politica e sociale.
In questi ultimi anni spesso si è parlato di civismo come risposta ai limiti dei partiti e alle difficoltà nel governo della città. Qual è la sua opinione al riguardo, soprattutto tenendo ben presente l’attuale realtà politica cittadina nel suo insieme?
Civismo è sinonimo di partecipazione e di senso di appartenenza ad una comunità. Il che si esplicita in un’assunzione di forti responsabilità, nell’esercizio della cittadinanza attiva e in altruismo. Insomma, non si può badare ai propri interessi, ma bisogna fare gruppo, farsi carico dei problemi e della loro soluzione attraverso il coinvolgimento di tutte le parti e in particolare di quelle figure in possesso di competenze appropriate.
Una domanda finale che è quasi un gioco. A suo avviso, qual è il possibile slogan per la prossima campagna elettorale nel quale i cavesi potrebbero meglio riconoscersi?
Insieme possiamo costruire un futuro migliore.
(foto Gabriele Durante)