scritto da Gildo De Stefano - 11 Marzo 2024 14:48

L’apologia della fuffa

Per uscire da questa becera 'fuffa' e alimentare un lume di speranza, occorrerà che i giovani non rassegnati né perduti si facciano portatori di un autentico, contagioso risveglio culturale

Il luogo comune secondo cui al peggio non c’è mai un limite è diventato lapalissiano probabilmente anche perché guardandoci intorno appaiono davvero tante le cose che sembrano sprofondare in una voragine senza fondo: civile, politica, culturale, umana e così via. Ma ora se facessimo un breve esercizio di fantasia e ci volessimo calare per qualche istante nei panni non tanto di un alieno o un marziano, come suggeriva il buon Ennio Flaiano, ma solo di chi ha vissuto in un passato non proprio così remoto, le sorprese sarebbero effettivamente straordinarie.

Costui, infatti, trovandosi a doversi confrontare con le quotidiane esperienze e con ciò che occupa i pensieri per così dire dell’opinione pubblica del momento, resterebbe sicuramente basito.

Si chiederebbe com’è mai possibile che il paese che ha dato i natali a Dante e Leopardi, che ha conosciuto il genio di Michelangelo e Giuseppe Verdi sia oggi tutto impegnato a confrontarsi con le vicissitudini della coppia Fedez-Ferragni le cui vicende personali costituiscono l’argomento principale delle news, dei gossip, delle fazioni pro e contro e via discorrendo.

Naturalmente il primo pensiero sarebbe quello di andare a cercare notizie sui personaggi in questione nella convinzione di scoprire chissà quali meriti grazie ai quali questi signori possono contare su un seguito milionario di aficionados e altri spettacoli: e allora sarebbe peggio che andar di notte. E sì perché le cronache sono piene dei capricci di questa o quella coppia dello sport e dello starsystem, ma anche delle involuzioni di questo o quel parlamentare, delle bizze legate a patrimoni ed eredità di presunti reali o capitani d’industria e grandi imprenditori.

Insomma ce n’è sempre una da raccontare e soprattutto da mettere al centro della scena.

In un famoso film di Woody Allen girato a Parigi, il regista immagina che per incanto ci si potrebbe trovare a vivere stagioni del passato assai ricche di genio e fantasia e rinnovare così esperienze di straordinaria qualità. Ovviamente ciò è possibile soltanto in una finzione artistica, ma probabilmente il degrado che ci circonda è il frutto anche di una carenza non solo di creatività ma anche di attenzione critica, di un abbassamento diremmo delle difese razionali per cui anche un impostore, un ciarlatano o un buono a nulla riesce a farsi passare per un fantastico creatore di nuovi miti e mirabolanti avventure.

Per uscire da questa becera ‘fuffa’ e alimentare un lume di speranza, occorrerà che i giovani non rassegnati né perduti si facciano portatori di un autentico, contagioso risveglio culturale in grado di innestare cioè un’inversione di rotta non effimera, dando altresì forza e sostanza ai propri ideali e valorizzando senza timori le proprie aspirazioni ad un futuro diverso.

Saggista e musicologo, è laureato in “Sociologia delle Comunicazioni di Massa”. Tra i suoi libri ricordiamo: Il Canto Nero (Gammalibri, Milano, 1982), Trecento anni di jazz (SugarCo, Milano, 1986), Jazz moderno (Kaos, Milano, 1990), Vesuwiev Jazz (E.S.I., Napoli, 1999), Il popolo del samba (RAI-ERI, Roma, 2005) prefazionato da Chico Buarque de Hollanda, Ragtime, Jazz & dintorni (SugarCo, Milano, 2007), prefazionato da Amiri Baraka (Leroi Jones), Saudade Bossa Nova (Logisma, Firenze, 2017) prefazionato da Gianni Minà, Una storia sociale del jazz (Mimesis Edizioni, Milano 2014), prefazionato da Zygmunt Bauman. Per i “Saggi Marsilio” ha pubblicato l’unica Storia del ragtime edita in Italia e in Europa, in due edizioni (Venezia, 1984 e 1989). Ha scritto tre monografie su: Frank Sinatra (Marsilio, Venezia, 1991) prefazionato da Guido Gerosa, The Voice – Vita e italianità di Frank Sinatra (Coniglio, Roma, 2011) prefazionato da Renzo Arbore, Frank Sinatra, L'italoamericano (LoGisma, Firenze 2021); ed altre su Vinicio Capossela (Lombardi, Milano, 1993), Francesco Guccini (Lombardi, Milano, 1993), Louis Armstrong (E.S.I., Napoli, 1997), un paio di questi con prefazioni di Renzo Arbore. Collabora con la RAI, per la cui struttura radiofonica ha condotto diverse trasmissioni musicali, e per La Storia siamo noi ha contribuito allo special su Louis Armstrong. Tiene periodicamente stage su Civiltà Musicale Afroamericana oltre a collaborare con la Fondazione Treccani per le voci afroamericane. Tra i vari riconoscimenti ha vinto un Premio Nazionale Ministeriale di Giornalismo e quello Internazionale “Campania Felix” per la sua attività di giornalista per la legalità, nonché risultando tra i finalisti del Premio letterario 'Calvino' per l’inedito. Per la narrativa ha pubblicato un romanzo breve per ragazzi dal titolo Easy Street Story, (L’isola dei ragazzi Editore, Napoli 2007), la raccolta di racconti È troppo tardi per scappare (Il Mondo di Suk Editore, Napoli 2013), due edizioni del romanzo epistolare Caro Giancarlo – Epistolario mensile per un amico ammazzato, (Innuendo Edizioni, Terracina 2014, e IOD Edizioni, Napoli 2022), che gli hanno valso il Premio ‘Giancarlo Siani’ 2014, ed il romanzo storico Ballata e morte di un gatto da strada – Vita e morte di Malcolm X (NUA Edizioni, Brescia 2021), prefazionato da Claudio Gorlier, con postfazione di Walter Mauro, e supervisionato da Roberto Giammanco, e Diario di un suonatore guercio (inFuga Edizioni, Anzio 2023). È il direttore artistico del Festival Italiano di Ragtime. Il suo sito è www.gildodestefano.it

Una risposta a “L’apologia della fuffa”

  1. Siamo d’accordo che le storielle i gossip di personaggi piu o meno noti siano insignificanti. Tuttavia suscitano un grande interesse ed ə il motivo per cui ne parlano tanto. Le tv e i social sono diventati accumulatori di soldi. Questi vengono dalla pubblicità e dai canoni. Piu visioni più pubblicità più soldi. Altrimenti non si spiegherebbero programmi come grande fratello isole dei famosi e altri insulsi programmi. Sono graditi ad un pubblico vasto. Pazienza

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