scritto da Gildo De Stefano - 17 Marzo 2021 17:26

Il virus dei generali e dei soldati

Per questa terza ondata di Coronavirus il Premier nuovo di zecca ha scelto un generale per coordinare l’emergenza, e come in ogni guerra che si rispetti, nei campi opposti si fronteggiano armate ed eserciti composti da personaggi con diversi ruoli e mansioni.

Ma ci sono soprattutto -come nel caso di Figliuolo- i generali e i soldati, ovvero coloro che sono chiamati a dettare le regole del gioco, a studiare le strategie per la vittoria e dall’altro la massa dei soldati ovvero le truppe aventi il compito di eseguire gli ordini dei comandanti e che sono impegnate in prima linea a contrastare il nemico.

A ben guardare, anche nel caso della pandemia, questo scenario si è evidenziato in modo chiaro. Con la sola differenza, probabilmente, che chi stava dall’altra parte, cioé il nemico da sconfiggere, era nascosto, invisibile e di difficile reperimento.

Tuttavia, lo schema rituale non è mutato. Abbiamo avuto sul campo un comando generale composto da professoroni di alto lignaggio che hanno imperversato impartendo ordini nati da una presunta conoscenza delle attitudini del nemico e perciò da eseguirsi con la massima attenzione e disciplina.

È vero, ci sono anche state le schiere diremmo intermedie, gli attendenti di “lor signori”, ma queste truppe sono apparse più che altro puntuali sentinelle e amplificatori delle disposizioni dei capi.

Dall’altra parte è stato schierato il popolo dei meno fortunati costituito da un esercito di medici, infermieri, operatori sanitari e “affini” (come avrebbe detto il grande Totò), tutti impegnati in prima linea con il compito di fronteggiare il nemico e decisi a non lasciarlo passare “a costo della vita”, cosa che è puntualmente avvenuta. Anche perché gli ordini sono ordini e non si discutono mai.

Ora però piano piano scopriamo che le disposizioni impartite dai generali non erano poi tanto precise, forse perché non avevano bene studiato il campo di battaglia, o anche perché non conoscevano fino in fondo le peculiarità del nemico da affrontare, forse perfino per quell’innato senso di delirio d’onnipotenza che ha storicamente prodotto come sappiamo massacri inenarrabili, fatto sta che i piani di battaglia si sono via via rivelati inattendibili e privi di “vera scienza”.

Viceversa non è stato così per le truppe dei soldati, perché anche se il comando aveva sbagliato la strategia o non aveva suggerito per tempo le mosse giuste, i combattenti in prima linea si sono battuti alla morte e alla fine sono riusciti ad avere la meglio. Ma a che prezzo?

In genere, quando si scopre l’inadeguatezza dei capi, questi vengono rimossi dal comando e sostituiti. In questo caso probabilmente non avverrà così ma sarebbe almeno giusto chiedere di fare in po’ silenzio e non spargere più proclami e sentenze. Anche perché sono i soldati a fare e a vincere (o perdere) la guerra.

Viene in mente uno straordinario film di Mario Monicelli, “La grande Guerra”, laddove una coppia di “lavativi” interpretati da Alberto Sordi e Vittorio Gassman, criticati da tutti per essere degli scansafatiche riluttanti a svolgere le mansioni loro assegnate, finisce per salvare con il sacrificio della propria vita l’intero battaglione dei commilitoni dall’incursione nemica, ma alla fine non avranno nemmeno il riconoscimento dell’eroico gesto compiuto.

Sui ring della boxe, tra una ripresa e l’altra, dopo il minuto di sosta, si invitano i “secondi” a lasciare il quadrato (il terreno di combattimento) per dare spazio ai protagonisti dell’incontro. Forse sarebbe più utile, almeno qualche volta, lasciare invece in disparte i “primi” e affidarsi alla diligenza dei “secondi”.

Saggista e musicologo, è laureato in “Sociologia delle Comunicazioni di Massa”. Tra i suoi libri ricordiamo: Il Canto Nero (Gammalibri, Milano, 1982), Trecento anni di jazz (SugarCo, Milano, 1986), Jazz moderno (Kaos, Milano, 1990), Vesuwiev Jazz (E.S.I., Napoli, 1999), Il popolo del samba (RAI-ERI, Roma, 2005) prefazionato da Chico Buarque de Hollanda, Ragtime, Jazz & dintorni (SugarCo, Milano, 2007), prefazionato da Amiri Baraka (Leroi Jones), Saudade Bossa Nova (Logisma, Firenze, 2017) prefazionato da Gianni Minà, Una storia sociale del jazz (Mimesis Edizioni, Milano 2014), prefazionato da Zygmunt Bauman. Per i “Saggi Marsilio” ha pubblicato l’unica Storia del ragtime edita in Italia e in Europa, in due edizioni (Venezia, 1984 e 1989). Ha scritto tre monografie su: Frank Sinatra (Marsilio, Venezia, 1991) prefazionato da Guido Gerosa, The Voice – Vita e italianità di Frank Sinatra (Coniglio, Roma, 2011) prefazionato da Renzo Arbore, Frank Sinatra, L'italoamericano (LoGisma, Firenze 2021); ed altre su Vinicio Capossela (Lombardi, Milano, 1993), Francesco Guccini (Lombardi, Milano, 1993), Louis Armstrong (E.S.I., Napoli, 1997), un paio di questi con prefazioni di Renzo Arbore. Collabora con la RAI, per la cui struttura radiofonica ha condotto diverse trasmissioni musicali, e per La Storia siamo noi ha contribuito allo special su Louis Armstrong. Tiene periodicamente stage su Civiltà Musicale Afroamericana oltre a collaborare con la Fondazione Treccani per le voci afroamericane. Tra i vari riconoscimenti ha vinto un Premio Nazionale Ministeriale di Giornalismo e quello Internazionale “Campania Felix” per la sua attività di giornalista per la legalità, nonché risultando tra i finalisti del Premio letterario 'Calvino' per l’inedito. Per la narrativa ha pubblicato un romanzo breve per ragazzi dal titolo Easy Street Story, (L’isola dei ragazzi Editore, Napoli 2007), la raccolta di racconti È troppo tardi per scappare (Il Mondo di Suk Editore, Napoli 2013), due edizioni del romanzo epistolare Caro Giancarlo – Epistolario mensile per un amico ammazzato, (Innuendo Edizioni, Terracina 2014, e IOD Edizioni, Napoli 2022), che gli hanno valso il Premio ‘Giancarlo Siani’ 2014, ed il romanzo storico Ballata e morte di un gatto da strada – Vita e morte di Malcolm X (NUA Edizioni, Brescia 2021), prefazionato da Claudio Gorlier, con postfazione di Walter Mauro, e supervisionato da Roberto Giammanco, e Diario di un suonatore guercio (inFuga Edizioni, Anzio 2023). È il direttore artistico del Festival Italiano di Ragtime. Il suo sito è www.gildodestefano.it

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