In questa settimana sono previste delle nuove consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella allo scopo di formare il governo, il primo di questa legislatura, la diciottesima dell’era repubblicana.
Non crediamo affatto che il prossimo sia l’ultimo giro di consultazioni. Ne serviranno di sicuro altri ancora. Era, d’altronde, facilmente immaginabile che sarebbe stata un’impresa ardua arrivare, in tempi ragionevolmente brevi, ad un’intesa tra forze politiche che in comune hanno poco.
L’esito delle urne, infatti, frutto anche di una legge elettorale del tutto inadeguata (è questo un generoso eufemismo), ha prodotto uno scenario complicato e contrastante, con due mezzi vincitori.
Il Movimento 5 Stelle, che a ragione ritiene di aver vinto, non ha, infatti, i numeri per governare da solo, pur essendo indiscutibilmente e di gran lunga il primo partito nel Paese.
Lo stesso discorso vale per la coalizione di centrodestra, che nell’insieme è quella con il maggior numeri di consensi e parlamentari, grazie anche all’exploit della Lega di Matteo Salvini.
Come si esce da questo impasse? Mah, difficile a dirsi.
E’ comprensibile che i pentastellati non vogliano avere come alleato Berlusconi. Tradirebbero, in questo caso, buona parte della loro essenza politica e ragione sociale. E’ altrettanto comprensibile che Salvini voglia tenere unita la coalizione di centrodestra. Per un insieme di ragioni, ma anche e soprattutto per un interesse politico ed elettorale sia nell’immediato che in prospettiva. E’ spiegabile, infine, che il Pd, almeno in questa prima fase, voglia stare fuori del gioco vista la pesante punizione subita dagli elettori.
Servirà, quindi, molto tempo al presidente Mattarella. Per far decantare l’attuale situazione politica. Per far sbollire gli animi ancora accesi da una campagna elettorale appena conclusa. Forse anche per far prevalere nelle varie forze politiche le pressioni dei parlamentari, che spingeranno per un qualche accordo pur di non correre il rischio di ritrovarsi subito in una nuova competizione elettorale. Forse nella speranza che in almeno uno degli attuali schieramenti, ovvero pentastellati, centrodestra e Pd, ci siano dei ripensamenti se non proprio delle rotture che vadano ad alterare l’attuale assetto. Forse, e la speranza è sempre l’ultima a morire, Mattarella auspica che, a prescindere, un po’ tutti vengano a più miti consigli.
Questo è. E da qui non ce se ne esce. Ed è inutile scandalizzarsi per questi riti della politica e per la loro lunghezza e tortuosità. Questo è il sistema parlamentare che abbiamo e questo è il risultato di una legge elettorale che privilegia l’assegnazione dei seggi parlamentari attraverso il metodo proporzionale dei voti ottenuti dalle singole liste, ma che non favorisce, anzi, complica la formazione di una maggioranza.
Certo, sarebbe bello fare a meno delle alchimie della politica dei palazzi e avere un sistema dove il giorno stesso delle elezioni, a urne appena aperte, si sa chi ha vinto e governerà. E’ questo, purtroppo, per noi italiani un sogno ad occhi aperti finché non avremo una nuova legge elettorale, ma più ancora una riforma costituzionale che introduca una forma di governo presidenziale o semi-presidenziale.
In conclusione, rassegniamoci ad aspettare ancora un po’ per avere un nuovo governo, sperando che almeno sia accettabile. Diversamente, ma l’ipotesi al momento appare ancora remota, la strada maestra è quella di dare ancora una volta e al più presto la parola ai cittadini-elettori, nella speranza che questi ultimi riusciranno, alla fine, a sbrogliare la matassa dando al Paese un vincitore e un governo.
Caro Pasquale, una sola amara considerazione: la legge elettorale. Sembra il vaso di Pandora. Sono decenni che tale normativa esce dal forno parlamentare, battezzata ogni qualvolta con nomi diversi; mattarellum, rosatellum, e cosi via. Fino ad ora pero’
nessuna di essa e’stata valida a risolvere il problema. Il tutto perche’ non vi e’ la volonta’ politica di fare una legge che tenga conto della volonta’ popolare espressa,. Ed ora ritorna il ritornello di una nuova edizione della legge elettorale. E intanto il Paese soffre.
in risposta a Mario Della Monica: ti sembra che questa legge abbia alterato la volontà popolare? i gruppi parlamentari non rispecchiano i voti espressi dai cittadini? Di questa legge non mi piacciono, oltre al caos per i cd. “resti”, le liste bloccate, l’obbligo di votare persone imposte da altri, ma i governi della Prima Repubblica, come il vecchio centro sinistra di Moro e Nenni o il pentapartito del CAF, erano forse decisi dagli elettori? eppure all’epoca, ovviamente molto diversa da oggi, nessuno avanzava critiche del genere. Vi erano poi listoni con 40 nomi tra cui scegliere, e si disse che ciò favoriva la mafia col voto di scambio, quindi via le preferenze. Io sono da sempre un sostenitore del sistema elettorale tedesco, su cui si basava il Mattarellum: metà camera eletta col maggioritario secco, metà col proporzionale utilizzando lo scorporo, sbarramento al 5 (questo è il sistema in vigore in Germania, ovviamente si può adattare). Ma, in presenza di tre o più forze che prendono dal 15% in su, un governo di coalizione è assolutamente inevitabile, con un sistema proporzionale. L’unica possibile alternativa è mutuare il sistema che attualmente elegge i sindaci delle città sopra i 15.000 abitanti: doppio turno e ballottaggio. Qualcuno l’aveva proposto, ma poi è stato bocciato, quindi, onestamente, tutte ste lamentele sulla legge elettorale le trovo un po’ stucchevoli; premesso che, ribadisco, neanche io amo questa legge, vorrei che chi si lamenta faccia poi qualche proposta concreta di legge che, a suo parere, funzionerebbe.