Il fascismo della Russia di Putin
Sì, è proprio così. La guerra in Ucraina interessa tutti noi. Occidentali, europei, italiani. Fermare, come sta avvenendo, l'aggressione
«Una definizione scientifica di fascismo non esiste. Ma tutti possono concordare su alcune caratteristiche che i regimi di quel tipo hanno.
Non ci sono elezioni libere. La repressione dei dissidenti e la soppressione del diritto di critica sono la regola. Lo Stato è di polizia. Tutte le istituzioni sono controllate dal potere politico. Esiste il culto del leader. Si propaga il mito del passato glorioso della Nazione. Si usa l’idea di famiglia tradizionale per emarginare il diverso. Ma poi i figli di queste famiglie vengono gettati in guerra con le scarpe di cartone, come carne da cannone. Si esalta il culto della morte. Si organizzano aggressioni di conquista verso altri Paesi. Si inventano simboli per incutere terrore, siano la svastica oppure la lettera Z. Si individua un nemico, necessario per giustificare ogni azione del regime: loro contro di noi.
Sono caratteristiche che calzano perfettamente alla Russia di Putin. Con un’aggiunta: è egli stesso a inventarsi un nemico nazista, in modo da dimostrarsi erede delle glorie dell’Unione Sovietica».
E’ il cuore di un articolo apparso l’altro ieri sul Corriere della Sera, a firma di un suo giornalista di punta, Danilo Taino clicca qui per leggere.
Quella di Taino è una descrizione inappuntabile del regime putiniano. Per arrivare poi, con ragionamento incalzante e puntuale, alla conclusione che avere alle porte di case un regime fascista come la Russia di Putin per l’Europa sarebbe un pericolo mortale. Questo, però, aggiunge Taino, avverrà solo se lo consentiremo.
Sì, è proprio così. La guerra in Ucraina interessa tutti noi. Occidentali, europei, italiani. Fermare, come sta avvenendo, l’aggressione russa all’Ucraina vuol dire far fallire la follia imperialista del regime putiniano, fascista nel suo dna.
E’ quello che grazie al coraggio dell’Ucraina sta avvenendo da un anno a questa parte. Putin puntava ad annettersi l’Ucraina nel giro di pochi giorni, avvalendosi di uno strapotere militare a dir poco sproporzionato. Così non è stato, per fortuna, grazie ad un popolo eroico qual è quello ucraino.
Certo, determinante è stato anche l’aiuto militare nonché il sostegno economico e la solidarietà di quasi tutti i paesi occidentali. Decisive, per le sorti della guerra, sono indubbiamente state e lo saranno ancora le armi fornite ai combattenti ucraini. Dagli Stati Uniti e Regno Unito in primo luogo.
E’ fallito così il disegno politico-militare di Putin. L’invasione russa però non è terminata e la guerra purtroppo continua e continuerà chissà ancora per quanto.
Da qui l’esigenza, che è poi anche convenienza e tutela dei nostri interessi, compresi quelli più immediati e quotidiani, di continuare a sostenere il governo ucraino in questa guerra di resistenza all’invasore russo.
E la ricerca della pace? E’ questo un obiettivo ineludibile che deve essere sempre perseguito. A prescindere. Senza però abbandonare al suo destino l’Ucraina. Al contrario, la pace ci sarà se il regime russo sarà costretto ad ammettere, anche solo implicitamente, che non è con l’uso delle armi, con le aggressioni, le prepotenze e i massacri che si costruisce un mondo migliore e più sicuro per tutti.
A volte, ci piaccia o meno, per far ragionare chi è incline all’uso della forza diventa inevitabile contrapporre altrettanta forza.
D’altronde, è stata questa una delle costanti nella storia dell’umanità