scritto da Filippo Falvella - 28 Aprile 2023 08:02

I vocali velocizzati di WhatsApp negli aspetti del tempo: come Chrònos sta vincendo Kairós

Considerazioni sul fenomeno della velocizzazione delle note vocali su WhatsApp in una analisi concernente i due aspetti del tempo greco “chrònos e kairós”, quantità e qualità.

La nuova feature di WhatsApp

Da tempo ormai è disponibile un aggiornamento di WhatsApp, l’applicazione di messagistica istantanea più usata al mondo, il quale consente all’utente di poter velocizzare, fino a raddoppiare, il contenuto delle note audio, permettendo così di ridurre i tempi necessari ad un ascolto integrale della nota selezionata. In una società ormai “matura” per questo tipo di avvenimenti, tale aggiornamento non ha suscitato alcun tipo di scalpore “etico”, trattandosi fondamentalmente di un più e non di un obbligo, sfruttando quella corrente ormai sempre più forte del “tutto subito”. Come spesso accade i grandi momenti di transizione sono accostati a solo uno dei tanti eventi che li hanno caratterizzati, rendendo tale evento una sorta di sveglia là dove le radici di questo mutamento sono state assimilate in uno status “dormiente”. E la possibilità di velocizzare un rapporto sociale non è evento da poco, giunto solo come termine d’una lunga serie di velocizzazioni man mano più socialmente presenti.

La pluralità del tempo greco

Nell’antica Grecia il tempo era diviso in due punti fondamentali, il primo rappresentava il suo valore quantitativo, ovvero quel matematico scorrere del tempo, il secondo rappresentava invece il suo aspetto qualitativo, trovando per la prima volta un senso temporale che andasse oltre quella matrice strettamente dimensionale. Il tempo non è di fatti un mero esserci ad ogni costo e dover sottostare necessariamente a delle leggi prescritte, o meglio non è solo questo. In un momento storico che punta sulla qualità del tempo i fatti fondamentali di quel dato periodo emergeranno solo se in linea a quella qualità prestabilita, mentre in una società che tenta l’elusione del suo aspetto quantitativo il tempo trascorrerà caoticamente e privo d’una matrice “qualitativa”. L’interesse di velocizzare indipendentemente dalla qualità della cosa velocizzata rischia in un certo senso di omologare attraverso la celerità ogni aspetto della vita quotidiana, ponendo in auge non tanto quanto si ha provato in quel lasso di tempo ma in quanto tempo quest’ultimo ha consentito di portare a termine determinate azioni.

Tempo al tempo

La possibilità di ridurre i tempi sta man mano influenzando sempre più sensi del vivere, dal lavoro all’arte, fino al vivere sociale. Che si possa esser disposti a velocizzare un’interazione di tipo sociale dovrebbe in effetti fungere come campanello d’allarme, là dove l’esperienza è l’unica possibilità che possediamo per poter vivere a pieno una vita sempre più frenetica. Anche se fosse davvero possibile vivere in eterno, chi vorrebbe davvero rinunciare al come in favore del quanto? Se ad oggi dovesse diventare davvero possibile ridurre esperienze che richiedono ottanta anni per essere vissute a dieci, chi davvero potrebbe dire di averle vissute? Se l’idea di eludere il tempo sta nel suo aspetto quantitativo l’illusione non è fatta al tempo, ma a noi stessi. Amare la vita e voler vivere a pieno non dovrebbe voler dire tentare di far durare lunghi periodi il minor tempo possibile, ma far sì che meravigliosi attimi brevi sembrino durare un’eternità.

Ho 24 anni e studio filosofia all'Università degli studi di Salerno. Cerco, nello scrivere, di trasmettere quella passione per la filosofia ed il ragionamento, offrendo quand'è possibile, e nel limite dei miei mezzi, un punto di vista che vada oltre quel modo asettico e alle volte superficiale con cui siamo sempre più orientati ad affrontare le notizie

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