Giorgia Meloni, una donna al potere
Giorgia Meloni, una donna al potere
Con una rapidità inusuale per la ritualità politica nostrana, è nato il governo guidato da Giorgia Meloni.
Un governo marcatamente di destra, il primo in assoluto della Repubblica.
E’ il primo guidato da una donna. Finalmente una donna ai vertici del potere in Italia. Era ora.
Due straordinarie novità che hanno suscitato vivaci reazioni e commenti. Sui social, poi, dove i leoni da tastiera abbondano, si registra un tale vomitare di bile che sconcerta. Si leggono post di una violenza politica inaudita, di un livore aprioristico e ingiustificato, di un fiera dei luoghi comuni che ha pochi precedenti. In prima fila, le leonesse da tastiera. Un modo a dir poco inelegante rispetto ad una premier donna… da parte delle donne.
Certo, questo governo, anche nel cambio dei nomi di alcuni ministeri, non fa mistero della sua identità. Anzi, intende riaffermarla anche così. Tutto sommato, ciò rappresenta anche un valore. Quello della coerenza, ma anche quello di non nascondersi con il dire e il non dire. In altre parole, non c’è mistificazione, nessun abbozzo all’ipocrisia del politically correct. In breve, è di destra e conservatore e non lo nasconde, anzi, usa le parole chiavi dell’essere di destra.
Ad ogni modo, Giorgia Meloni sarà costretta a camminare sui carboni ardenti. Per l’attuale, difficile e complicata situazione internazionale, ma più ancora per le pesanti ricadute sul nostro Paese.
A ciò si aggiunge che i peggiori nemici li ha in casa. Berlusconi le ha dato già un assaggio preventivo. Di sicuro, però, non mancherà quanto prima all’appello il mitico Salvini. L’avversione dei due alleati è indubbiamente di natura politica, ma non mancano neanche motivi personali. Non è da trascurare, infine, una spiegazione maschilista.
Basterebbe già solo questo per esprimere la solidarietà a Giorgia Meloni.
Ad ogni modo, la Premier avrà comunque un compito duro. Dovrà restare ferma e decisa come lo è stato finora. Dovrà dare risposte alle emergenze del Paese e avviare la realizzazione del programma elettorale proposto agli elettori. Allo stesso tempo, dovrà completare quel processo politico di prendere le distanze dal fascismo fino ad arrivare alla sua condanna.
Avrà bisogno di tempo. Speriamo che ne abbia a sufficienza.
In conclusione, prima di tranciare giudizi su questo governo e stracciarsi le vesti senza un motivo concreto, è auspicabile, com’è giusto che sia, lasciarlo lavorare. Giudichiamolo per quello che porrà in essere.
D’altro canto, negli ultimi anni, abbiamo dovuto sopportare in più occasioni dei governi discutibili e stiracchiati con ministri improponibili. Nonostante ciò li abbiamo sopportati e siamo riusciti perfino a sopravvivere. Perché non provare a fare altrettanto adesso?