scritto da Redazione Ulisseonline - 22 Marzo 2024 16:21

Cava de’ Tirreni, quali i presupposti per un possibile rinascimento cavese?

L'impegno autentico per la comunità, mutuando postulati della psicologia di Adler, deve tradursi, per chi intende fare politica attiva a servizio della propria comunità, nella concreta definizione di un progetto che risponda ad una visione condivisa della città

foto by luperman

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il senso dell’impegno politico, anche attraverso una partecipazione attiva della società civile, non deve risiedere nella volontà di autoaffermazione del singolo ma nel riconoscimento del sé che non può prescindere dal senso di comunità.

L’impegno autentico per la comunità, mutuando postulati della psicologia di Adler, deve tradursi, per chi intende fare politica attiva a servizio della propria comunità, nella concreta definizione di un progetto che risponda ad una visione condivisa della città in aderenza alle sue peculiarità di contesto.

Un progetto che si basi su valori intrinseci ed attuali, anche slegato da anacronistiche esperienze o visioni del passato, che non sia volto, tuttavia, ad assecondare le volontà dei singoli ma a sviluppare, in chi se ne fa interprete, il senso di responsabilità comune nella costruzione di migliori relazioni interpersonali che regolino il contesto nel quale viviamo.

Si tratta, in sostanza, di passare dall’attaccamento al sé (interesse particolare) alla preoccupazione per gli altri ( interessamento generale).

Un impegno autentico che non deve avere come fine ultimo ne’ l’autoaffermazione ne’ il bisogno costante di approvazione degli altri. Se così fosse l’individuo opererebbe solo per affermare una propria aspirazione finendo, tuttavia, per assecondare i desideri altrui, violando in tal modo il principio di solidarietà, fede negli altri e senso di responsabilità.

Solo assumendo il concetto di “donare il proprio contributo agli altri” quale “stella guida” della propria vita la politica, nelle sue varie declinazioni, potrà assurgere al rango di arte nobile e non relegata a strumento assevito a logiche opportunistiche e di convenienza, antitesi del rapporto fiduciario che ne deve costituire l’essenza.

Una siffatta deriva condannerebbe, in radice, chi vuol fare politica attiva, alla rinuncia della propria libertà e con essa alla coerenza delle proprie azioni, disattendendo gli impegni assunti e la fiducia riposta dall’elettorato; fiducia da accordare agli uomini in ragione esclusivamente della propria credibilita’ umana e professionale e non per motivi familistici o affettivi…

Diversamente, piuttosto che offrire prospettive di sviluppo e progresso, si finirebbe per omologare alle esperienze precedenti, sostanziando l’azione politica in interventi sconnessi da una visione unitaria o ancor peggio in mera dichiarazione di intenti dovute il piu’ delle volte, non alla incapacita’ dei singoli ma a logiche individualistiche ed opportunistiche.

Bisogna prescindere, pertanto, dalla costante e continua ricerca del consenso, soprattutto allorquando lo stesso abbia già esaurito i suoi effetti con il riconoscimento democratico di una proposta programmatica.

In tale contesto, occorre condividere, preliminarmente ad un progetto coerente al quadro esigenziale che sia sintesi di una fase di ascolto della gente, una base valoriale ed una impostazione metodologica basata su capisaldi di azione a cui ognuno deve concorrere offrendo il proprio contributo operativo in ragione delle proprie competenze senza per questo veder minata la propria autonomia di pensiero; in altri termini la propria libertà.

E la libertà risiede nel senso di responsabilità dell’individuo politico laddove lo stesso si riconosce parte di una comunità e protagonista di un progetto ma non un privilegiato.

In buona sostanza, è nel senso di comunità, che si traduce in un impegno verso gli altri, che risiede il concetto di autenticità ed armonia con se stesso e conseguentemente verso gli altri.

Ciò può trovare piena legittimazione solo se si vive con pienezza e consapevolezza il presente e si ha il coraggio di viverlo in ATTO e non in POTENZA, nella consapevolezza di credere, nel presente, al valore intrinseco della proposta progettuale e coerentemente agire, per il benessere della comunità.

In sintesi, bisogna essere parte attiva e garanti di un progetto condiviso nel quale si riconosce una utilità sociale ed una prospettiva di sviluppo e progresso della comunità rappresentata.

Si può costruire un progetto valido e di prospettiva solo se uomini di buona volontà, convintamente e consapevolmente disposti a darne attuazione grazie alle loro competenze ed al tempo che intendono donare agli altri, rinunciando al bisogno di agire per autoaffermazione o compiacimento e siano animati dal senso di responsabilità volto a migliorare la qualità delle relazioni interpersonali per offrire opportunità sociali, culturali, ambientali che risveglino, in ognuno, il senso di appartenenza e con esso di identità, rispetto e amore dei beni comuni ma soprattutto del vero bene comune: la armoniosa convivenza.

ing. Massimo Mariconda

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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