La nuova Amministrazione, senza particolari strappi e proclami, sta incominciando ad imprimere quel senso di marcia che aveva proposto ai cavesi in campagna elettorale, ricevendone in cambio il necessario consenso per conquistare il governo della città.
Siamo, ovviamente, appena ai primi passi, molto resta da avviare, tuttavia, un po’ di tempo è necessario e doveroso concedere ai nuovi amministratori. D’altro canto, una cosa è la campagna elettorale, altra cosa è trovarsi sulla tolda del comando di una nave così complessa e complicata qual è l’Ente Comune.
Su un punto qualificante del suo programma e dei suoi impegni elettorali, però, sorprende che il sindaco Servalli ancora non abbia dato una risposta.
Stiamo parlando della spending review o, come ha tenuto a precisare nel suo programma elettorale, la revisione della spesa pubblica. D’altra parte, in un’intervista rilasciata al nostro giornale (14 ottobre 2014), l’allora candidato alle primarie del Pd Enzo Servalli si era impegnato, una volta eletto sindaco, a nominare per prima cosa “un tecnico di altissima qualità per fare una revisione della spesa dell’ente, per risolvere tutte le inefficienze e gli sprechi che ancora oggi ci sono nel bilancio comunale”.
E, non a caso, tra i primi punti del suo programma elettorale la revisione della spesa è un punto centrale, puntando ad “un risparmio dal 3 al 7% dei volumi di spesa con un efficientamento superiore al 15%.
Insomma, sulla spending review il sindaco Servalli non si è risparmiato in campagna elettorale e ha assunto degli impegni molto precisi.
Sorprende, quindi, che ad oggi ancora non sia stato nominato questo “tecnico di altissima qualità”, di cui si parlava anche nei primi giorni dell’insediamento, persino prima della nomina degli assessori.
Non conosciamo i motivi di questo ritardo, è facile immaginare, però, che di sicuro c’è stata qualche comprensibile difficoltà sia nell’individuazione della persona che nel dare una veste giuridica alla nuova figura, ma anche nel definire le competenze nonché i relativi oneri posti a carico delle casse comunali.
Ciò detto, sta di fatto che quella della revisione della spesa è certamente una delle priorità dell’azione amministrativa. Ne va del futuro della città, ma anche dell’attuale Amministrazione comunale.
D’altro canto, con il carico fiscale che opprime le famiglie e il tessuto commerciale, ma più in generale imprenditoriale della nostra città, è giocoforza porre in essere una lotta senza quartiere agli sprechi, rendere più efficienti e nel contempo meno costosi i servizi erogati.
Ridurre, come ha fatto questa Amministrazione, del 15% la tassa sui rifiuti per alcune categorie commerciali (ristoranti, pub, trattorie, osterie, ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizze al taglio) non è certo la soluzione, ma solo un palliativo, visto che poi questa detassazione deve essere spalmata a carico degli altri soggetti, comprese le famiglie.
Restando in tema di rifiuti, ma lo stesso ragionamento vale per tutti gli altri servizi e attività comunali, il vero punto, a parte quello sulla qualità del servizio stesso, è quello di ottenere dei significativi e reali risparmi. In altre parole, solo riducendo il fabbisogno del Comune (comprendendo ovviamente le partecipate) si possono realmente abbattere le tasse a carico dell’economia cittadina, quindi di famiglie e imprese.
D’altra parte, proprio qualche giorno fa, abbiamo ospitato sul tema un intervento di un esperto come Angelo Borrelli della Corte dei Conti. Nell’articolo, dal titolo molto eloquente “Rifiuti costi da ridurre”, Borrelli evidenziava come relativamente ai 2014 nella nostra città il “costo del servizio rifiuti ammonta ad euro 10.534.546,00”, mentre, in realtà simili da un punto di vista della superficie e della consistenza demografica, lo stesso risultava assai più contenuto.
“Il comune di Cava de’Tirreni -scriveva Borrelli- ha una popolazione di circa 53.000 abitanti ed un’estensione territoriale pari a 36 km; il comune di Pordenone ha una popolazione di circa 52.000 abitanti su una estensione di 38 km. Nel comune di Pordenone, l’Ente gestore del servizio è la GEA S.p.a. ed ha predisposto per l’anno 2015 un Piano finanziario per la TARI ammontante ad euro 8.130.002,48 “. E ancora: “A Spoleto in provincia di Perugia, con popolazione di circa 40.000 abitanti ed estensione territoriale di ben 349 km… è stato approvato il Piano finanziario del servizio per l’anno 2014 ammontante ad euro 7.220.151,00 IVA inclusa”.
Insomma, molto probabilmente, solo dai rifiuti potrebbero venire, in termini ragionevolmente brevi, non meno di due milioni di euro di risparmio, che sarebbero una manna caduta dal cielo per l’intera economia cittadina. Vorrebbe dire, qualora ciò avvenisse, che le famiglie e le imprese avrebbero quasi due milioni di euro da immettere annualmente nella vita economica cittadina. Una maggiore liquidità, quindi, per comprare scarpe, vestiti, mobili, andare di più a cinema o dal parrucchiere, ma anche al ristorante, in breve, un modo per dare un po’ di ossigeno agli esercizi commerciali metelliani.
Certo, dal dire al fare c’è di mezzo il mare. In altre parole, gli obiettivi occorre porseli, ma non sarà poi così agevole conseguirli. Le resistenze e gli interessi, ma anche i privilegi e le cattive abitudini da sconfiggere non saranno pochi e neanche tanto arrendevoli. Tuttavia, occorre provarci, diversamente non ci sarà nessuna vera svolta.
E’ evidente che di tutto ciò, il sindaco Servali ne ha piena contezza. Non resta, quindi, che attendere le sue determinazioni, nell’auspicio che siano le più incisive, ma anche le più fortunate.