Cava, sulla festa di Montecastello il parere della politica: “I fuochi si devono sparare il sabato sera”
Per Vincenzo Lamberti è una questione di identità. Passa: “Ma qual è la ragione dello slittamento?”. Gravagnuolo: “E’ un vulnus della tradizione”
A meno di una settimana dall’apertura ufficiale della 363esima edizione dei festeggiamenti in onore del Santissimo Sacramento, non si placano le proteste in città per la decisione dell’Ente Montecastello di spostare lo spettacolo pirotecnico dal tradizionale e canonico sabato, dopo la Benedizione dei Trombonieri in Piazza Duomo, alla domenica.
Quest’anno, infatti, l’evento terminerà domenica 30 giugno con una Santa Messa nella Concattedrale e lo sparo dei fuochi alle 22,30. A concorrere a questa scelta, oltre l’allungamento del programma e la volontà di riportarlo in un’ottica di maggior attenzione all’evento religioso, vi è anche la concomitanza con la festa patronale di San Pietro e Paolo a Cetara che prevede i fuochi pirotecnici in mare alla mezzanotte di sabato. Si è preferito così non accavallare i due eventi, come è trapelato dalla sede dell’Ente, anche se, visto il vespaio di polemiche suscitato, questa giustificazione sta diventando via via più debole.
A intervenire nella diatriba che vede da una parte l’Ente che ha deciso di apportare questo cambiamento nel programma, e la maggioranza dei cittadini cavesi che non gradiscono questa decisione che rompe con la tradizione dall’altra, intervengono alcuni nomi noti della vita politica cittadina per esprimere la loro opinione in merito.
A entrare per primo nel merito della questione Vincenzo Lamberti, consigliere comunale ed ex assessore della cittadina metelliana: “Con tutto il rispetto per i fuochi a Cetara, noi dobbiamo preservare, tutelare e valorizzare le nostre tradizioni – esordisce il consigliere Lamberti – Non è una questione di mero campanilismo, ma di identità. La comunità cavese si riconosce in questi eventi. Diverse persone mi hanno espresso il loro dissenso sulla decisione presa. La festa di Montecastello è l’occasione per ospitare amici e parenti che vengono da fuori, per riunirsi e ritrovarsi. Fare la sfilata il sabato e i fuochi la domenica interrompe una tradizione. Credo nei rinnovamenti, ma le tradizioni vanno rispettate e preservate”.
Non si discosta da questa opinione il pensiero del consigliere comunale Vincenzo Passa che esordisce: “A Cava si stanno perdendo le buone abitudini. Vorrei conoscere il motivo di questo slittamento. Se ci sono motivi ostativi affinché si faccia sabato lo sparo dei fuochi, allora nulla questio, ma se la decisione dipendesse anche in parte dalla concomitanza con i festeggiamenti di Cetara, allora debbo dire che siamo alla frutta. Porrò la questione nel prossimo Consiglio comunale. Dobbiamo preservare quelle poche tradizioni che ancora sono rimaste in città”.
Infine abbiamo parlato anche con l’ex sindaco di Cava, il professore Luigi Gravagnuolo, per ascoltare il suo parere. “E’ un vulnus della tradizione. A suo tempo io ebbi alcune divergenze con organizzatori di altre feste, anche importanti, che volevano sparare i fuochi al Castello, ma io fui irremovibile nel voler lasciare intatta la tradizione del sabato sera successivo al giovedì del Corpus Domini. Questo perché ritengo che le tradizioni debbano essere rispettate. Posso comprendere che l’Ente, probabilmente, sarà preoccupato per varie motivazioni organizzative, cui si affianca la concomitanza con la festa di Cetara; però si crea una ferita per la festa di Montecastello che già è insidiata da tante cose a Cava. Io non avrei preso questa decisione, ma è chiaro che se fossi stato sindaco avrei fatto pressioni affinché l’Ente non prendesse tale decisione, ma alla fine avrei assecondato. In fin dei conti sono loro gli organizzatori”.