Cava de’ Tirreni, perché non candidare il nostro Comune a capitale italiana del libro?
Il capoluogo ligure è una grande città. Ha battuto però una capitale culturale come Firenze. Così come anche piccoli comuni. E' il caso di
Nella giornata di ieri c’è stata la proclamazione della città di Genova come Capitale italiana del libro per il 2023. Anche Ulisse on line ne ha dato ampia notizia clicca qui per leggere.
Il capoluogo ligure è una grande città. Ha battuto però una capitale culturale come Firenze. Così come anche piccoli comuni. E’ il caso di Lugo, cittadina romagnola del ravennate con poco più di 30 mila abitanti. E poi la nostra vicina Nola, anch’essa con poco più di 30 mila abitanti. Ancora: San Quirico d’Orcia, un comune senese con meno di 3 mila abitanti, infine San Salvo, in provincia di Chieti, con circa ventimila abitanti. Tra gli altri comuni candidati compare anche Ariano Irpino, cittadina dell’avellinese di circa 20 mila abitanti.
Tra i requisiti richiesti dal bando, quello di essere uno dei comuni con la qualifica di “Città che legge”.
Diciamo questo per proporre al nostro Comune, in particolare all’assessore comunale alla Cultura, l’amico Armando Lamberti, di attivarsi per partecipare al prossimo bando del Ministero della Cultura.
Abbiamo, infatti, tutte le carte in regola per concorrere al conferimento per l’anno 2024 del titolo di «Capitale italiana del libro».
Il nostro Comune ha la qualifica di “Città che legge”. Vanta diverse premi letterari, promossi da associazioni private. Non è da trascurare la circostanza che ha una qualificata biblioteca comunale, nonostante sia stata abbandonata a se stessa negli ultimi anni. Infine, ha un’antica tradizione nel settore, a cominciare dalla prestigiosa ed antica Biblioteca della nostra Abbazia Benedettina.
Qualcuno potrebbe obiettare che, con tutti i debiti che il nostro Comune si ritrova, non c’è alcuna possibilità di partecipazione. Niente di più sbagliato. Non ci sarebbe, infatti, da spendere neanche un euro. Anzi, proprio i conti comunali in rosso consiglierebbero di partecipare a questo bando. In altre parole, occorrerebbe fare di necessità virtù. Basterà mettere insieme un pool di persone qualificate per redigere il progetto. Una partecipazione a titolo gratuito, ovviamente. Con il solo scopo di contribuire al rilancio della città. La vittoria porterebbe, invece, alla concessione di un finanziamento di 500 mila euro. L’eventuale e possibile non vittoria consentirebbe comunque di proporre la nostra città all’attenzione nazionale. Insomma, ci sarebbe solo da guadagnare per Cava de’ Tirreni.
C’è da parte dei nostri attuali amministratori comunali l’interesse o quantomeno la sensibilità culturale per accettare questa sfida? Qualche serio dubbio in proposito, in tutta onestà, ce l’ho. Il livello complessivo è alquanto modesto se non addirittura assai scadente. Tuttavia, non possiamo che affidare le nostre pur flebili aspettative alla sensibilità dell’assessore alla cultura Armando Lamberti. Rispetto alla sua ambiziosa proposta di Cava come capitale italiana della cultura, quella di capitale italiana dei libri è molto più praticabile e alla nostra portata. Perché non provare?