Cava de’ Tirreni, parla Marco Galdi sulla vicenda ex Cofima: “Occasione irripetibile e mancata per la città”
Sono sempre stato convinto di aver agito con scienza e coscienza nel compiere quella azione coraggiosa, ma necessaria - afferma Marco Galdi - e di aver seguito tutti i dettami di legge
Come spesso accade quando si viene posti sotto il giudizio della legge, il clamore mediatico che segue la vicenda è roboante e chi è imputato si sente messo alla gogna e già condannato. Quando, poi, avviene che la sentenza scagiona la persona, o le persone interessate, i toni della notizia sono assai più sommessi.
E la vicenda dell’acquisto della ex Co.Fi.Ma. di Cava de’ Tirreni che ha visto coinvolti 18 amministratori comunali, a partire dall’allora sindaco Marco Galdi, dal vicesindaco Luigi Napoli, e dai consiglieri della maggioranza di centrodestra dell’epoca (alcuni dei quali ora nel centrosinistra), e quattro dirigenti comunali non sfugge a questa regola. Sono occorsi ben quattordici anni per dirimere la questione che ha visto i componenti dell’amministrazione Galdi e i dirigenti dell’ epoca sottoposti anche ad indagine penale, nell’ambito della quale vennero pure perquisite le abitazioni e gli uffici degli indagati All’esito della vicenda tutti sono stati dichiarati estranei ai fatti.
In pratica si è passati dalla richiesta di risarcimento di 1.230.501,22 euro al Comune di Cava de’ Tirreni per danno erariale, all’assoluzione. Consiglieri comunali, ex consiglieri e anche il sindaco Galdi, chiamati in causa ed erano stati dipinti come scialacquatori delle casse comunali. Una vicenda che ha gettato discredito sulla loro figura e sul loro operato.
Nel frattempo che la giustizia decidesse la loro innocenza e, anzi, addirittura la bontà dell’operazione di acquisto dell’immobile all’asta fallimentare per la comunità cavese (la sentenza parla di “un’occasione irripetibile”, poiché relativo a un “bene di rilevante valore commerciale” avvenuto “a un prezzo di gran lunga inferiore rispetto a quello determinato in base a una pubblica stima, da destinare a finalità di interesse pubblico per la collettività amministrata, dando peraltro continuità all’intendimento dell’amministrazione precedente”), l’Amministrazione Servalli nel 2023 ha alienato la ex Co.Fi.Ma a un imprenditore per oltre 5 milioni di euro. Lo stesso Sindaco non aveva esitato a dire che l’acquisto all’asta effettuato dalla precedente amministrazione era stata una operazione che si era rivelata da subito un danno per le casse comunali, parlando di “un colossale spreco perpetrato sulla progettualità di un nuovo ospedale, impossibile da realizzare”.
Dopo circa una decina di giorni dall’esito della vicenda, e dopo diversi commenti da parte di alcuni protagonisti che si sono visti finalmente scagionati, ha parlato anche Marco Galdi. “Ho deciso di scrivere poche parole sulla questione della “ex Cofima” – ha scritto sul suo profilo di Facebook, senza intermediazione di giornali o tv – una vicenda che ha segnato in modo significativo la mia esperienza politica e la mia vita personale negli ultimi anni. Sono sempre stato convinto di aver agito con scienza e coscienza nel compiere quella azione coraggiosa, ma necessaria: di aver seguito tutti i dettami di legge; di aver acquistato l’area ad un costo di gran lunga inferiore rispetto a quello di mercato; di aver perseguito l’interesse pubblico a riqualificare la porta Nord della nostra città, avviando le azioni necessarie alla realizzazione di un nuovo ospedale”.
“La realizzazione del nuovo ospedale – prosegue l’ex sindaco Galdi – nel 2010/2011 non era certo una possibilità di “pura fantasia”, come oggi qualcuno in malafede ancora sostiene: all’epoca era un’opportunità reale, al punto che nel dicembre 2010 fu stipulato un protocollo di intesa con il Ruggi d’Aragona per realizzare il progetto. Solo con la successiva vittoria di De Luca in Regione Campania, nel 2015, quella prospettiva è svanita, sostituita dall’operazione del nuovo mega-ospedale di Salerno, che, appena terminato, porterà alla chiusura, dopo 500 anni di gloriosa storia, del Santa Maria Incoronata dell’Olmo e all’abbandono alle ortiche dell’attuale San Leonardo”.
Galdi prosegue nella sua analisi ed enfatizza il fatto che la sua persona e l’Amministrazione, che ha guidato dal 2010 al 2015, siano state lungamente screditate per l’acquisto dell’ex Cofima: “Ciò ha costituito, insieme all’influenza della malavita locale sulle elezioni del 2015 (accertata con sentenza definitiva della Corte di Cassazione nel giugno 2021) e a un’efficace propaganda negativa sulla nuova piazza Abbro (la tanto vituperata “scacchiera”), la principale ragione della mia sconfitta elettorale. Adesso la Corte dei conti, con una decisione esemplare, afferma chiaramente due verità, consegnate alla storia della città di Cava de’ Tirreni: la procedura fu ineccepibile; l’acquisto costituiva una “occasione irripetibile” (come si legge nella sentenza).
“La definizione di questa vicenda – conclude Marco Galdi – mi permette di ribadire con forza (e questa volta in modo indiscutibile, essendo stato affermato da un giudice terzo ed imparziale) che non ci fu acquisto incauto; che la mia Amministrazione ha rispettato fino in fondo, con dedizione ed impegno massimo, l’interesse dei cittadini cavesi e che forse, se ci fosse stata una continuità amministrativa ed un mio secondo mandato, la storia della nostra città sarebbe stata molto diversa”.
Pochi giorni prima anche l’attuale sindaco di Cava, Vincenzo Servalli, aveva rotto il silenzio, in seguito soprattutto alle polemiche da parte di chi ha ricordato come la sua amministrazione ha giudicato e si è espressa sull’acquisto della Co.Fi.Ma. “La vicenda storica- politica è nota alla opinione pubblica della città. Rivendico la scelta politica della vendita dell’immobile come unica scelta saggia ed utile per Cava de’ Tirreni essendo la soluzione del nuovo ospedale opzione di pura fantasia. La sentenza va rispettata e noi lo faremo rigorosamente ma nessuno ci costringa a un dibattito politico retrospettivo che appartiene alla storia della città e che riproporrebbe dopo tanti anni lacerazioni ed interrogativi”.
Non è mancato neanche il commento di Adolfo Salsano, presidente del Consiglio comunale, il quale non ha esitato a complimentarsi per la sentenza della Corte dei Conti, ricordando che la sua posizione è stata sempre diversa dall’allora candidato sindaco Servalli poiché già da allora faceva una distinzione tra debito e indebitamento e cercava di far capire la vera situazione economica dell’Ente comunale.
Al di là di tutte le retrospettive, l’esito della vicenda ha messo chiarezza su una pagina buia della politica cavese che ora è stata ridimensionata dalla legge e che sicuramente ha influito in maniera decisiva sul destino politico di Cava de’ Tirreni degli ultimi dieci anni (e anche oltre).