Cava de’ Tirreni, mettiamoci alle spalle questa disgraziata e devastante esperienza amministrativa targata Servalli
Ha ragione, infatti, il consigliere comunale Raffaele Giordano quando, nell'intervista che abbiamo pubblicato oggi, ai cavesi chiede innanzi tutto il coraggio di sognare. Sì, perché la nostra città si è così appiattita politicamente...
«Primum vivere deinde philosophari», dicevano i latini. Vale a dire, «prima si pensi a vivere, poi a fare della filosofia». Beh, per una volta, penso che questa massima latina non faccia al caso nostro. Ha ragione, infatti, il consigliere comunale Raffaele Giordano quando, nell’intervista che abbiamo pubblicato oggi, ai cavesi chiede innanzi tutto il coraggio di sognare. Sì, perché la nostra città si è così appiattita politicamente, inaridita nello slancio civile, impoverita culturalmente, che deve ritornare a vivere e a sognare se vuole avere un rilancio.
Vero è che la maggiore responsabilità di questo stato catatonico cittadino ce l’ha l’attuale Amministrazione comunale. Senza idee. Priva di progetti. E senza un minimo di tensione programmatica. Miope ed accidiosa politicamente. Modesta e colpevole culturalmente. Incapace e inadeguata amministrativamente. E, purtroppo, nella sua pochezza, straordinariamente tronfia ed arrogante.
E’ altrettanto vero, però, che la città è assente. Tranne piccole frange e in pochi casi, quel che una volta era l’opinione pubblica si sfoga e spesso vomita il peggio di sé stessa -della sua rabbia, della sua disapprovazione, della sua delusione- sui social. E tutto finisce lì.
Non sono da sottovalutare neanche i limiti dell’opposizione. Tuttavia non è facile, anzi, quasi impossibile, coinvolgere una città che si mostra apatica, lontana, svogliata.
Per questo Giordano coglie nel segno quando chiede ai cavesi di tornare a sognare. In altre parole, a progettare il futuro, a chiedere una diversa gestione della cosa pubblica, a sollecitare un reale cambio di passo, a pretendere di voltare pagina. Non c’è altra scelta. E’ la città nel suo insieme che deve darsi una mossa e deve tornare a produrre politica.
Detto questo, che altro dire? L’intervista di Raffaele Giordano è largamente condivisibile. Se ha un limite, ma è nel contempo anche un pregio, è quello di essere troppo diplomatico.
Definire, ad esempio, quella di Servalli e soci, una “gestione superficiale e approssimativa”, è a dir poco il minimo sindacale. Fa bene però a chiedere cosa “di suo quest’Amministrazione ha fatto in termini di progetti per la città”. Nulla, infatti.
Anche sull’opposizione-non opposizione de La Fratellanza, il nostro risponde in modo assai liftato. Questo, però, non indebolisce una convinzione ormai consolidata, ovvero che fra Gigino e i suoi sono persi per l’opposizione. In effetti, si incontrano con puntuale frequenza con il sindaco Servalli, con la giustificazione di voler concorrere alla soluzione dei problemi, e non con le altre opposizioni. In politica, e non solo in matematica, uno più uno fa ancora e sempre due.
Il nostro è bravo anche a glissare la domanda sulla sua candidatura a sindaco. Fa bene. Vale sempre il detto, infatti, che in conclave si entra papa e si esce cardinale. Ad ogni modo, Raffaele Giordano al momento resta uno dei più accreditati candidati a sindaco. E’ un professionista affermato, ma anche un uomo del popolo. Non ha una grande esperienza politica e amministrativa, è vero. Ha bisogno di essere circondato da una buona squadra. Sì, perché la futura compagine non si dovrà sorreggere solo sulle gambe del sindaco, ma su quelle di un ampio team di qualità.
Questo, però, vale per chiunque altro candidato sindaco. A prescindente dagli schieramenti. Il vero problema della futura amministrazione è proprio questo. In altri termini, per rimettere in sesto il Comune e sgombrarlo dalle macerie, provocate dall’insipienza e dall’indolente irresolutezza di Servalli e dei suoi, occorrerà mettere in piedi una maggioranza ed una squadra di assessori e collaboratori di prim’ordine.
Su quest’ultimo aspetto, in buona sostanza, si gioca la futura credibilità e la stessa praticabilità della proposta politico-programmatica alternativa agli attuali amministratori.
Un’ultima annotazione, anche questa valida tanto per Giordano quanto per chiunque altro ha a cuore la città e si propone di dare un contributo alla sua ripresa.
Dai prossimi mesi, a nostro modesto avviso, occorrerà andare oltre Servalli e le sue miserie politiche, amministrative e gestionali. In altre parole, chi si candida a vario titolo alla guida della città dovrà incominciare a declinare punti programmatici, progetti, idee, proposte, soluzioni, sulle tante questioni aperte e le fin troppe sofferenze che patiscono i cavesi.
In altre parole, incomincia ad essere maturo il tempo per confrontarsi e discutere, sia a destra e che a sinistra, sul futuro, su come dovrebbe essere, su come e con chi costruirlo.
Mettendoci alle spalle questa disgraziata e devastante esperienza amministrativa targata Servalli.
A destra come a sinistra.-