Cava de’ Tirreni, l’immagine avvilente dello specchio rotto
Siamo ormai diventata una città che si lamenta e si divide. Anche a ragione, per carità, ma è arrivato il tempo
E’ molto calzante ed incisiva l’immagine di Cava come quella di un bellissimo specchio rotto. E’ quella che ci suggerisce Enzo Lampis nell’intervista pubblicata oggi dal nostro giornale.
Siamo ormai diventata una città che si lamenta e si divide. Anche a ragione, per carità, ma è arrivato il tempo, e non da oggi, che ogni cittadino, come suggerisce Lampis, faccia la sua parte. E’ anche il tempo, però, che si incominci a formulare proposte. Tanto, è inutile lagnarsi ancora e sempre degli attuali amministratori comunali e della loro incapacità. I danni e i disastrati li hanno già fatti, sperando che non ne facciano altri. Ora però bisogna proporre pensando al futuro. A come risollevare le sorti della città. A come rimettere in sesto la macchina comunale. A ridarle un avvenire di prosperità.
Enzo Lampis accenna, non potendo fare altro, ad alcune direttrici di marcia, ma soprattutto auspicando impegno e volontà di dialogo.
Il suo, prendendo a prestito l’immarcescibile insegnamento sturziano, è un appello agli uomini liberi e forti. Ce ne saranno ancora e in numero sufficiente in città? Qualche dubbio al riguardo è lecito e comprensibile. Mai visto come ora tanta indifferenza, disinteresse, conformismo. Per non dire peggio: furberia, doppiezza, camaleontismo.
Non resta che sperare, magari il fondo l’abbiamo già toccato o siamo prossimi a toccarlo. Poi, non si può che risalire. Forse.