Cava de’ Tirreni, l’avv. Barbuti sull’affaire illuminazione: “Chi restituirà alla nostra comunità parte degli oltre 30 milioni di euro usciti dalle casse comunali?”
Nella pec inviata nella serata di domenica scorsa 3 settembre Barbuti, citando una nota e una pec dell'ing. Attanasio (rispettivamente del 27
Non avevamo dubbi che l’affaire pubblica illuminazione al Comune di Cava de’ Tirreni sarebbe continuato avendo così nuovi sviluppi. Lo dicevamo a conclusione del nostro articolo di domenica scorsa clicca qui per leggere , lo ribadiamo adesso.
E non potremmo fare altrimenti dopo che siamo venuti in possesso di una nuova pec del consigliere Antonio Barbuti, indirizzata sempre Antonino Attanasio, al sindaco Vincenzo Servalli, al segretario generale del Comune metelliano Monica Siani, alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, e questa volta anche la dirigente Francesco Sorrentino e alla Procura regionale della Corte dei Conti.
L’avvocato Barbuti non molla la presa, anzi insiste ribadendo le sue accuse.
Nella pec inviata nella serata di domenica scorsa 3 settembre Barbuti, citando una nota e una pec dell’ing. Attanasio (rispettivamente del 27 e del 31 luglio scorsi), lamenta che lo “lascia molto perplesso ed amareggiato non averle ricevute da parte del Sindaco, come purtroppo si era già verificato per altre precedenti e già da me evidenziate in precedenti pec. Non si è neanche preoccupato di informarmi pur ben sapendo del mio impegno per contribuire a porre un argine e la parola fine a questo sistema non tollerabile di una gestione improntata sulla continuità di attività permanenti, palesemente illegittime ed a mio modesto parere penalmente rilevanti i cui colpevoli andrebbero, se accertati i fatti, perseguiti per le loro responsabilità dirette ed in concorso”.
“Nel merito della lettera del 27 luglio -prosegue Barbuti- chiedo di conoscere se gli incontri del 25 luglio avutisi con i rappresentanti del concessionario siano stati verbalizzati attesa la delicatezza dell’argomento in discussione nonché di conoscere la parte politica presente. Tanto in ragione del mio forte dubbio di non credere più in quelle da me definite, con la pec del 15 agosto u.s., strane coincidenze e che questa torbida ed inquietante situazione possa forse coinvolgere inconsapevolmente non solo una parte gestionale direttamente interessata ma anche una volontà politica di condivisione del modus operandi che ha impedito sino ad oggi di agire con determinazione e senza indugi per poter far luce sui fatti da me rappresentati sin dal 12 agosto 2022″ .
Ma cosa diceva la lettera del 27 luglio? A firma del funzionario arch. Floriana Gigantino e dell’ing. Antonino Attanasio, dirigente del IV Settore, nella nota inviata innanzi tutto al sindaco Servalli viene spiegato con dovizia di particolare il lavoro compiuto dagli uffici e di cui avevamo dato per sommi capi notizia in un precedente articolo clicca qui per leggere . Viene spiegato che “l’impianto oggi presente sul territorio, articolato negli oltre 8.000 punti luce, è un impianto ben diverso da quello iniziale, in quanto messo in sicurezza con pali solidi, linee adeguate, nuovi corpi luminosi, ma soprattutto efficientato”. Ad ogni modo, sulla base dei dati forniti dalla stessa azienda concessionaria, nell’ultimo anno i consumi si sono notevolmente ridotti.
“Tutto questo -relazionano nella nota Gigantino ed Attanasio- deve trovare riscontro in un canone che non può più crescere in modo esponenziale come avvenuto negli ultimi tempi. Si è inoltre osservato che i parametri unitari di calcolo per singolo punto contratto, sono. risalenti al 2004, quindi ad un impianto diverso per forma, dimensioni, caratteristiche, ma soprattutto per consumi da quello attuale. Si è proceduto d’ufficio, quindi, a determinare un nuovo canone che dell’energia consumata, come desumibile dai consumi dell’ultimo anno, e d dell’energia, come assestatosi nell’ultimo periodo”.
“Per tutte queste ragioni -continuano- il canone, come determinato dall’ufficio si attesta su 1.100.000,00 euro oltre iva. Gli effetti positivi dell’efficientamento energetico non possono poi non ripercuotersi sulle annualità 2021-2022, allorquando era già stato avviato il processo di efficientamento e, quindi, esso risultava già produttive dei primi positivi effetti. Per queste ragioni, a buon diritto, si ritiene che il canone già corrisposto in quelli anni sia già sufficiente a remunerare adeguatamente il concessionario e null’altro sia dovuto”.
“Conclusivamente -scrivono infine Gigantino e Attanasio- la determinazione di questo Settore è che il canone annuo, per il servizio in oggetto, non debba superare l’importo di 1.200.00.00 euro e che nulla sia dovuto come compenso revisionale per gli anni 2021-2022… Nel caso in cui la concessionaria non ritenga di aderire alla proposta formulata nei termini suindicati, si ritiene debba procedersi con urgenza alla rescissione del contratto per le motivazioni esposte”.
“E’ un continuo ostinarsi a voler mantenere in essere, a mio parere, un disegno di diffusa illegalità -commenta Barbuti- perpetrato ai danni del comune ed iniziato subito dopo la delibera consiliare n. 76 del 19 luglio 2002 ovvero dalla firma della concessione del 30 gennaio 2004 Rep. n.2725 quando in pari data si sottoscriveva un contratto di sub-appalto tra RTI Citelum-Gemmo impianti e ditta Sedab. poi autorizzato con determina dell’allora responsabile di settore. Appare evidente che il conclamato ultimatum evidenziato nella vs nota n.45158 del 27 luglio è in parte un copia incolla di un altro ultimatum, così come per l’eccessiva onerosità, presente in un’altra nota la n. 44797 del 12 agosto 2016 a firma dell’allora responsabile di settore arch. Collazzo. Bastava dare continuità all’avvio del procedimento ed alla ricerca della verità.
Appare ,altresì, evidente che la vostra precisazione nella lettera del 27 luglio 2023 ovvero: …si ritiene procedersi con urgenza alla rescissione del contratto per le motivazioni esposte sembra , a mio parere, vorrei tanto sbagliarmi, l’aver raggiunto un arraffazzonato compromesso per ambo le parti in causa (Comune- ATI – Sedab ) già ben definitosi per le ragioni di cui alla mia pec del 15 agosto u.s.
Un misero e mortificante risultato, a mio parere, solo temporaneo legato alla sofferenza finanziaria in cui versa il comune”.
“Chi restituirà alla nostra comunità parte dei 30.600.000.00 milioni di euro pari a 59 miliardi 249 milioni e 862.000 mila di vecchie lire -denuncia Barbuti- uscite a dalla casse comunali sino a giugno 2022 e che ancora oggi questa spesa strutturale continua ad incidere in modo esponenziale, rilevante e significativo nel bilancio del comune rendendo ancora più arduo il raggiungimento degli obiettivi legati al piano di riequilibrio”.
clicca qui per leggere la pec del consigliere Barbuti del 3 settembre 2023
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